Dalla Lombardia alla Calabria
E’ boom per il primo cammino turistico sulla Via Regia delle Calabrie costeggiando fiumi, immergendosi in sentieri oggi naturalistici e che un tempo rappresentavano la Napoli – Reggio dell’800 con aree di sosta e stazioni postali.
Dalla Lombardia alla Calabria. Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia): “Abbiamo dimostrato che la sfida è possibile. Il cammino turistico ora c’è!”.Ben 40 escursionisti da tutta Italia, per la prima volta hanno partecipato al cammino turistico sulla Via Regia delle Calabrie percorrendo 36 Km in tre giorni. Giovani ed anziani, provenienti anche dalla Svizzera, erano partiti il 25 Agosto da Castelluccio Inferiore, in Basilicata e sono arrivati oggi a Castrovillari in Calabria dopo le tappe di Rotonda, in Basilicata e Morano Calabro in Calabria.
Luca Esposito (scrittore, architetto, storico della cartografia del Regno di Napoli, autore della ricerca, Responsabile del Progetto di rilancio dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie di Archeoclub D’Italia) : “La meraviglia della piana di Campotenese, i ponti romani, le testimonianze ottocentesche, le antiche stazioni postali, i borghi che sono splendidi: la Via Regia delle Calabrie è un cammino turistico! Oggi abbiamo visitato il Castello Normanno di Castrovillari!”.
In questo link partenza escursionisti da Morano Calabro, arrivo a Castrovillari e visita al Castello Normanno https://we.tl/t-Npk7gGBBwy
“Siamo a Castrovillari a conclusione del primo cammino turistico sulla Via Regia delle Calabrie. E’ stato bello vedere insieme giovani ed anziani provenienti da varie zone d’Italia ma anche dalla Svizzera, camminare insieme, vedere ed ammirare insieme il patrimonio ambientale, naturalistico e culturale sulla Napoli – Reggio Calabria dell’ ‘800 tra osterie, taverne, stazioni postali dell’epoca ma anche monumenti belli e sconosciuti. Un cammino fatto tutto a piedi, lungo 36 Km e dunque una parte della più importante e storica via del Sud Italia”. Lo ha dichiarato Luca Esposito, architetto, storico della Cartografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio: La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari
“Lungo la Via Regia ci sono numerose taverne ma anche tanti uffici postali di allora e Ad esempio la Taverna Cioffi divenuta famosa per aver dato rifugio per una notte a Carlo Pisacane, il 29 Giugno del 1857 e tre anni più tardi, il 4 settembre 1860,per aver ospitato Giuseppe Garibaldi, che tra quelle mura radunò il suo Stato Maggiore, prendendo importanti decisioni per il prosieguo della spedizione. Ed ancora la Taverna delle Armi che siamo riusciti a ritrovare nella boscaglia. Conosciuta come la Taverna di Castelluccio, viene documentata per la prima volta nel 1749. C’è anche da vedere lungo il cammino, la Fontana della Regina Margherita – ha continuato Esposito – piccola e pittoresca costruzione in stile barocco con relativa lapide ed iscrizione latina, fatta realizzare da Ferdinando IV di Borbone nel 1793, durante uno dei suoi viaggi in Sicilia, per ricordare e celebrare la sorgente che con le sue acque placò la sete della real consorte.
Ma abbiamo anche antichi ponti non solo romani ma settecenteschi come ad esempio, al chilometro 45 della Via Regia delle Calabrie c’è il ponte settecentesco sul torrente S. Onofrio, che presenta ancora la struttura arcuata in pietra di matrice settecentesca. Ad Auletta sul Tanagro troviamo la Taverna del Marchese perché al tempo proprietà del marchese Scanderberg, con annessa stazione di posta di Auletta”.
Oggi gli escursionisti, partiti Giovedì 25 Agosto da Castelluccio, Basilicata, sono arrivati a Castrovillari in Calabria dopo le soste a Rotonda, sede del Parco Nazionale del Pollino e a Morano Calabro.
Rotonda – Morano Calabro – Castrovillari : siamo dinanzi ad uno dei tratti più interessanti della Via Regia dell’ ‘800.
“La tratta postale che introduce nel territorio calabro è sicuramente una delle più interessanti dal punto di vista storico e paesaggistico dell’intero cammino da Napoli a Reggio Calabria. I luoghi attraversati offrono uno scenario naturale ricco di suggestione e fascino, in un contesto ambientale fra i più belli e autentici del meridione italiano, ma che, proprio per la particolare posizione a cavallo dei valichi tra Basilicata e Calabria – ha dichiarato Luca Esposito, architetto, storico della Cartografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio:
La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari – in passato è stato spesso teatro di violenti scontri militari e azioni di guerriglia tra bande brigantesche e forze regolari. La Valle di S. Martino, l’altopiano di Campotenese e la Dirupata di Morano sono alcuni dei luoghi attraversati dalla Consolare, che legano il loro nome a numerosi episodi storici succedutisi fino ai primi decenni di vita del Regno d’Italia, vale a dire fino a quando questa strada ha avuto una notevole valenza strategico-militare, prima che il suo percorso fosse dirottato su Laino e Mormanno e che le moderne esigenze di viabilità rendessero necessarie tutte le modifiche che hanno portato, anno dopo anno, al quasi totale abbandono dell’antico tracciato.
Ma la strada da Rotonda a Castrovillari si segnala anche per essere la più lunga tratta postale fin qui incontrata da Napoli. Con le sue circa 16 miglia napoletane, attraversando luoghi aspri e desolati, era certamente uno dei tratti più duri e impegnativi, come si legge nelle numerose testimonianze dei viaggiatori dell’epoca. Il perché di una lunghezza così superiore rispetto alle canoniche 10 miglia, è probabilmente dovuto sia all’assenza di qualsiasi luogo preposto alla sosta tra i paesi di Rotonda e Morano Calabro, distanti tra loro circa 12 miglia, sia alla progressiva importanza, politica e militare, che il paese di Castrovillari (posto 4 miglia dopo Morano) andò a esercitare a partire dalla fine del Settecento e ancor più all’inizio dell’Ottocento, sotto l’impulso francese, divenendo capoluogo del Distretto omonimo1 .
Fino a quella data, infatti, era proprio il paese di Morano Calabro a fungere da sede della stazione di posta e del cambio dei cavalli. E’ un territorio di notevole importanza. Nel 1768, infatti, risulta già essere costruito il ponte del Carbonaro (1 km ad ovest di Morano) ed è probabile che in quel periodo parte della strada fosse già agibile . Ed è in questo territorio da Rotonda a Castrovillari che si riscontrano testimonianze delle tratte postali ottocentesche che si incrociano con la Consolare Romana Via Popilia risalente a 2133 anni fa. Dunque ponti, tracciati ma anche stazioni postali e Chiese. Come la Chiesa madre di S. Maria Vergine edificata a partire dalla prima metà del Settecento sui resti di un’antica cappella di origini medievali.
Ad esempio a Rotonda la strada si restringe attraversando due file di case di origine sette-ottocentesca, alcune con interessanti portali in bugnato ed i soliti loggiati ad archi, molto frequenti nell’architettura della Basilicata meridionale. L’ultimo di questi palazzi, il più austero ed elegante, si trova alla fine della pavimentazione lastricata del corso, sulla sinistra, all’altezza della confluenza con via Regina Margherita. Si tratta di Palazzo Tancredi (14B), antica dimora nobiliare appartenuta alla famiglia Fasanelli, feudatari della zona, divenuto famoso perché ospitò Giuseppe Garibaldi la notte del 2 settembre 1860, come testimonia la lapide in marmo affissa di fianco al portone principale. All’altezza del civico 98 si nota una targa su un caseggiato a mano destra, datata 1861, che indica Rotonda capoluogo di Circondario nel Distretto di Lagonegro.
A Rotonda c’è il Santuario di S. Maria della Consolazione, una considerevole costruzione con pianta a ferro di cavallo, iniziata nel 1558 nel luogo in cui sorgeva una primitiva cappella di origini medievali e terminata nel 1574 come riporta l’incisione sul bel portale in pietra della chiesa. Nelle adiacenze sorsero ampi locali utilizzati come ospedale e ospizio dei viandanti che transitavano lungo la via delle Calabrie. Nel suo interno è conservata una pregevole statua marmorea della Madonna che riporta la data del 1512, probabilmente recuperata dalla cappella preesistente, ed a cui è legato un interessante episodio di cronaca avvenuto negli anni ’70.
L’edificio è stato per secoli un importante punto di riferimento per tutto il territorio intorno al Pollino. Lungo il suo cammino di oggi, Vienna ha attraversato il Ponte del Cornuto sul torrente Serico, storicamente ricordato come il luogo di confine tra Basilicata e Calabria (in realtà oggi il confine vero e proprio tra le due regioni si trova dopo la valle di S. Martino, all’ingresso dell’altopiano di Campotenese). Il termine “Cornuto” è certamente molto singolare e probabilmente deriva dall’antico nome del torrente sul quale il ponte è stato costruito. Il tratto che va da Rotonda a Castrovillari è uno dei più belli della Via Regia delle Calabrie”.
Un’importante via di comunicazione che oggi, includendo anche i tratti originali della Consolare Romana Via Popilia può diventare un cammino turistico necessario e finalizzato proprio alla tutela dei borghi dell’Appennino.
E tra Morano e Castrovillari il fascino del ponte borbonico sul Coscile poi c’è il secondo ponte, quello più antico, che è il ponte di S. Rocco , nei pressi della cappella omonima.
Al termine del ponte, sulla sinistra, una rampa di scale che costeggia un muro diruto in pietrame a secco, collega con la strada di epoca francese, posta ad un livello superiore.
Nel punto in cui la strada svoltava lungo via Roma si collocava la stazione di posta di Castrovillari , oggi coincidente con il palazzo Miglio, posto al civico 3 di piazza Municipio (sullo slargo destro di corso Garibaldi) proprio di fianco alla chiesa di S. Francesco. Dunque è un’altra stazione postale dell’ ‘800 sulla Via Regia delle Calabrie che è possibile vedere.
Un cammino da scoprire, da vivere, da fotografare e da riprendere!
Ed i grandi viaggiatori del Gran Tour!
“Il viaggiatore che a inizio Ottocento proveniva da Morano, dunque, poteva scegliere se proseguire oltre, aggirando il centro abitato lungo la via dei moranesi ed il ponte di Virtù, oppure, sostare a Castrovillari presso la stazione di posta e poi ripartire lungo l’attuale via Roma, che fungeva quindi da raccordo con la nuova Strada Regia. Il cammino per la Calabria proseguiva lungo l’attuale corso Garibaldi – ha concluso Luca Esposito – una larga ed elegante arteria, che attraversando la zona di sviluppo sette-ottocentesco dell’abitato, offre l’opportunità di ammirare alcune pregevoli architetture storiche come il Convento di S. Francesco di Paola, oggi sede della Casa Comunale e dell’annessa chiesa realizzata nel 1794 (nella mappa di progetto del 1808 indicato come “Paolotti”), ed il notevole Palazzo Gallo Vecchio , posto circa 300 metri più avanti in corrispondenza di un grosso slargo sulla destra.
Edificato nel 1579, fu sede di un antico monastero intitolato a S. Benedetto, fino alla soppressione avvenuta nel 1809 ad opera dei napoleon[1]di. Acquistato dalla nobile famiglia Gallo, fu trasformato in residenza marchesale. Al suo interno è possibile ammirare un interessante scalone settecentesco in pietra. Giunti al termine del lungo rettilineo si nota ancora sulla sinistra la facciata della Chiesa della Madonna delle Grazie (14KK), con un bel portale in pietra del tardo XVI secolo e l’originale orologio maiolicato. Dunque la Via Regia delle Calabrie è un grande patrimonio culturale italiano da rivalutare! Ma anche il Castello Normanno – Svevo e l’antica posta borbonica”.
Oggi il cammino si è concluso con la visita al Castello di Castrovillari!
“Il Castello Normanno-Svevo autentica roccaforte medievale sorta presumibilmente sui resti di una struttura romana più antica. L’unica fonte accreditata, che fa risalire all’XI secolo l’edificazione del fortilizio, composto da una sola massiccia torre, è il racconto dello storico Tufarello (1599 circa), secondo il quale nel 1076 i moranesi si liberarono del dominio dei saraceni con l’aiuto dei normanni, abili nella scelta di luoghi strategici atti alla difesa. Il maniero era considerato Regio dagli Aragonesi. La struttura che si vede oggi è frutto di un intervento di restauro terminato nel 2011″.
Sfida vinta da Archeoclub D’Italia.
“Abbiamo dimostrato che il cammino turistico sarebbe importante per la tutela degli stessi borghi – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – e dunque la sfida è stata vinta!”.