Intervista a Luca Taverna vincitore IV edizione di The Coach
E’ il coach vincitore della quarta edizione di The Coach, che ha portato al trionfo anche la giovanissima Marisol Castellanos.
Parliamo di Luca Taverna, che ha lasciato il segno nel talent show di 7Gold ideato da Marco Garavelli e Luca Zarotti e condotto, per il quarto anno consecutivo, da Agata Reale. Un’esperienza di cui abbiamo parlato col diretto interessato in questa intervista. Ecco che cosa ci ha raccontato.Ciao Luca. Come hai conosciuto The Coach? Ti sei trovato bene durante il percorso?
“Sono venuto a conoscenza di The Coach perché ho una scuola di musica. Io ed un altro coach siamo stati dunque contattati, attraverso i social, per prenderne parte. L’idea del format di The Coach mi piaceva molto. Visto che insegno, mi sono detto che era giusto provare a fare questa esperienza. E non me ne sono pentito, perché mi sono sentito a casa. Ho fatto quello che facevo a lezione con i miei allievi insieme a persone conosciute in quel momento, che erano a loro volta artisti. Questa è stata la chiave del motivo per cui sono stato molto bene. Consiglierei anche ad altri di vivere questa esperienza”.
Che tipo di coach hai cercato di essere?
“Non è una domanda che mi sono posto, sinceramente. Sono stato lo stesso coach della vita di tutti i giorni. Sono stato una figura di riferimento che cercava di aiutare gli artisti a fare uscire il meglio di loro, per quello che era nelle mie capacità. Ho stimolato ciascun artista a fare del suo meglio”.
Soltanto che nella vita di tutti i giorni il tuo lavoro non viene sicuramente giudicato da opinionisti e giurati, no? Come ti sei confrontato con questo aspetto del programma?
“In realtà, per quanto mi riguarda, questo non è stato un problema. Nella vita reale non ci sono giurati o opinionisti, ma devi confrontarti con un pubblico o l’obiettivo che un allievo, un artista, si pone. E’ chiaro che all’interno della trasmissione, gli opinionisti cercavano di punzecchiare. Ma ho trovato ciò un modo simpatico per discutere e valutare punti di vista diversi”.
Restando sui giurati e gli opinionisti, quali sono quelli con cui ti sei sentito più vicino nel modo di pensare?
“Come opinionista, mi sono sentito sicuramente vicino a Vincenzo Beltempo. L’ho trovato una persona molto preparata dal punto di vista professionale e umano. Ho apprezzato il suo modo di porsi con le persone, soprattutto quando era nella situazione di dare un giudizio negativo. L’ha sempre fatto in modo molto costruttivo e nel rispetto di chi aveva davanti, a prescindere se lo conoscesse o meno. E’ questo è molto importante, dal mio punto di vista. Per quanto riguarda i giurati, ho sempre avuto un debole per Morgan, artisticamente parlando. Per me, quando parla lui, è come ascoltare ‘Gesù Cristo’. E’ un artista incredibile, con una cultura pazzesca, dal quale si può solo imparare”.
E con i produttori Luca Garavelli e Marco Zarotti hai avuto qualche contatto?
“Certo, li vedevo quotidianamente. Sia nei momenti delle registrazioni del programma, sia fuori dal teatro in cui si svolgeva il talent. Ho trovato due persone corrette e gentili, che mi hanno sempre trattato benissimo”.
E della conduttrice Agata reale cosa mi puoi dire?
“La trovo una persona molto umana. Ha un’umanità davvero speciale”.
La tua esperienza a The Coach si è conclusa nel migliore dei modi, visto che sei arrivato alla vittoria con la giovanissima Marisol Castellanos. Cosa pensi del suo talento?
“Anche se Marisol è una ragazza molto giovane, ha davvero un indubbio talento. Quando hai a che fare con una ragazza così talentuosa, è necessario farle capire che non basta soltanto il talento, ma che servono anche lavoro e impegno. Ho quindi cercato di spronarla in ogni situazione, affinché desse il meglio di sé. Questo le è stato d’aiuto sia a The Coach, sia in altri percorsi futuri che sicuramente farà”.
Ti aspettavi che vincesse lei?
“Non avevo aspettative, ma sentivo che aveva qualcosa di particolare e in più rispetto agli altri concorrenti”.
Parliamo un po’ di te. Quando è cominciata la tua passione per il canto?
“Mi sono approcciato alla musica a 10 anni. Ho cominciato a studiare chitarra, e col passare degli anni ho sempre cantato. Ho avuto gruppi fin da quando ero piccolissimo. Volevo quindi diventare un cantante, ma senza mettere da parte la mia passione per gli strumenti, tant’è che ho studiato anche pianoforte. Nel 2017 ho iniziato ad insegnare canto. Ho fatto un percorso professionale per prendere un diploma come insegnante. E da lì ha preso il via il mio lavoro effettivo”.
Immagino che nel tuo percorso ci siano state anche delle difficoltà…
“Il mondo della musica è particolare, così come quello dell’arte in generale. Le difficoltà ci sono quotidianamente perché è parecchio difficile. Sinceramente, sin da quando ero piccolo, non vedevo però alternative alla vita che volevo fare, che è esattamente questa che vivo ogni giorno. E vorrò sempre farla a livelli ancora più alti. Il non avere alternativa è stato la benzina che mi ha dato modo di impegnarmi per cercare di superare qualsiasi difficoltà e raggiungere il mio obiettivo, che per come sono fatto si sposta sempre più avanti. Una volta che ne raggiungo uno, me ne fisso un altro e così via. Bisogna sempre alzare l’asticella”.
Se capitasse l’occasione, ritorneresti a The Coach?
“Sì, perché no? E’ stato una bella esperienza”.
Che consiglio ti senti di dare ai talenti che tenteranno di partecipare alle prossime edizioni?
“The Coach è un’esperienza che consiglio. Può essere un obiettivo che sprona le persone a cercare di alzare sempre più in alto l’asticella. C’è un’atmosfera familiare, anche se si è in un programma televisivo che viene visto da tante persone e questo può generare ansia e stress. Trovo però solo aspetti positivi e non posso fare altro che consigliarlo. E l’ho già fatto a diversi miei allievi, che probabilmente tenteranno di fare questo percorso già dalla prossima edizione”.
Roberto Mallò per MassMedia Comunicazione
Grazie al suo ruolo di coach, Luca Taverna è riuscito portare alla vittoria della quarta edizione di The Coach la giovane Marisol Castellanos. Un’esperienza, quella all’interno del programma di 7Gold ideato da Luca Garavelli e Marco Zarotti, di cui non si è affatto pentito perché è stato lo stesso coach della vita di tutti i giorni, ossia una figura di riferimento che cercava di aiutare gli artisti a fare uscire il meglio di loro. Proprio per questo, anche i giudizi degli opinionisti e dei giurati li ha trovati un modo simpatico per discutere e valutare punti di vista diversi. Anche se con alcuni di loro si è sentito maggiormente vicino.
“Come opinionista, mi sono sentito vicino a Vincenzo Beltempo, che è una persona molto preparata dal punto di vista professionale e umano. Anche quando doveva fare una critica, l’ha fatta in modo molto costruttivo e nel rispetto di chi aveva davanti. Per quanto riguarda i giurati, ho sempre avuto un debole per Morgan: quando parla lui, per me, è come ascoltare ‘Gesù Cristo’. E’ un artista incredibile, con una cultura pazzesca, da cui non si può fare altro che imparare”.
Grazie al suo atteggiamento, sempre propenso al dialogo, Taverna ha avuto modo di dare degli ottimi consigli anche Marisol Castellanos, nella quale ha sempre visto qualcosa di particolare e in più rispetto agli altri concorrenti.
“Quando ti confronti con una ragazza così talentuosa, devi farle capire che non basta soltanto il talento, ma anche il lavoro e l’impegno. Ho cercato di spronarla in ogni situazione, affinché desse il meglio di sé. Ciò le sarà d’aiuto anche in altri percorsi futuri che sicuramente farà”.
Luca Taverna si è approcciato per la prima volta alla musica a 10 anni, cominciando a studiare chitarra ed esprimendosi attraverso il canto, anche come membro di diversi gruppi. Ha sempre voluto fare il cantante, pur non mettendo da parte la sua passione per gli strumenti, visto che poi ha studiato pure pianoforte. Dal 2017 insegna canto, dopo aver conseguito un regolare diploma per svolgere la professione. Un mestiere che ha sempre voluto fare, visto che in mente non aveva nemmeno altre alternative possibili.
“Non avere alternativa è stato la benzina che mi ha dato modo di impegnarmi per cercare di superare qualsiasi difficoltà e raggiungere così il mio obiettivo, che per come sono fatto si sposta sempre più avanti. Una volta che ne raggiungo uno, me ne fisso un altro e così via. Bisogna sempre alzare l’asticella”.
Roberto Mallò per MassMedia Comunicazione