Le scalze di Cabras rinnovano la tradizione di Santu Srabadoeddu
Le scalze di Cabras rinnovano la tradizione di Santu Srabadoeddu – Trecento donne in abito tradizionale e a piedi nudi hanno portato in processione la piccola statua di Santu Srabadoeddu.
Le scalze di Cabras rinnovano la tradizione di Santu Srabadoeddu – Sono le donne ad aprire i festeggiamenti in onore di San Salvatore a Cabras, un inizio suggestivo e ricco di fascino.In trecento si sono svegliate alle prime luci dell’alba per onorare la tradizione e accompagnare a piedi nudi Santu Srabadoeddu al santuario campestre.
La processione odierna è il primo importante appuntamento nel calendario della Festa di San Salvatore 2022, coordinata dal Comune di Cabras con il contributo finanziario dell’Assessorato regionale al Turismo per i Grandi Eventi Identitari della Sardegna e l’organizzazione del Comitato San Salvatore 2022, dell’Associazione Is Curridoris, dell’Associazione Santu Srabadoeddu e la collaborazione dell’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo.
Dopo la benedizione impartita dal parroco Don Giuseppe Sanna e accompagnate in processione lungo le vie di Cabras anche dal Sindaco Andrea Abis, le donne hanno proseguito il cammino verso il Sinis.
Il passo leggero, ritmato dalla preghiera e dai canti, precede la corsa che il prossimo fine settimana vedrà gli uomini portare in salvo la statua del Salvatore dagli incursori, come vuole la tradizione.
La processione dedicata a Santu Srabadoeddu è partita dalla chiesa di santa Maria alle 6:45 in direzione del Santuario di San Salvatore lungo la strada sterrata chiamata Camminu de su Santu.
“È un percorso di fatica e sofferenza – afferma Anna Rita Minnai, componente del Cda dell’associazione Santu Srabadoeddu -, durante il quale sono due i momenti più emozionanti, la partenza e l’arrivo.
Quando si comincia all’alba è l’ora della riflessione e del raccoglimento; poi si prende consapevolezza di essere arrivate alla conclusione della processione, ed è il momento della gioia”
I colori sono quelli antichi dei busti in broccato, che stringono in vita le bianchissime camicie ricamate. Sui fianchi le lunghe gonne a pieghe terminano sui piedi, rigorosamente scalzi. I fazzoletti, tramandati di madre in figlia per generazioni, incorniciano i volti emozionati delle devote al Santo.
Nata spontaneamente quando in passato le famiglie si trasferivano dal paese al villaggio per il novenario di San Salvatore, la processione ripercorre la storia delle donne di un tempo e viene riscoperta ufficialmente negli anni Ottanta a opera della moglie dell’allora presidente del comitato organizzatore, che decise di dare continuità a quella processione femminile che fa ormai parte di una delle tradizioni più emozionanti della storia locale.
Con la nascita dell’associazione, come gli uomini anche le donne si sono organizzate in gruppi di circa venti componenti, con una precisa turnazione che definisce i punti nei quali la statua e la bandiera passano di mano in mano.
I gruppi attualmente sono quattordici, più un quindicesimo costituito da chi non indossa l’abito.
Con la processione delle scalze il paese lagunare ha dato il via alle celebrazioni per San Salvatore che proseguiranno fino a lunedì 5 settembre. Ogni sera, a partire dalle 17.00, in preparazione alla grande festa del 3 e 4 settembre, le novene in limba sarda accompagneranno i fedeli e i tanti curiosi in un emozionante cammino di fede e di devozione.
Dopo i due anni di pausa, oggi una folla in festa ha accolto le scalze all’arrivo al villaggio.
“Abbiamo aperto i festeggiamenti nel migliore dei modi, con un clima perfetto, molta serenità e gioia nel riscoprire le emozioni alle quali non eravamo più abituati a causa dei due anni di stop. Questo non può che essere di buon augurio per la grande manifestazione che oggi prende il via” ha detto il Sindaco Andrea Abis.
A partire da sabato 27 agosto, iniziano anche i festeggiamenti civili, con il concerto del gruppo Sonadas alle ore 22 nella piazza principale del villaggio. Domenica 28 agosto è la volta di Maria Giovanna Cherchi e martedì 30 agosto del gruppo Kantidos.