L’iniziativa nasce a Narbolia, perché Nuralìa è il paese natale della madre di Vico Mossa. Un legame – quello fra l’architetto e il “paesino” – forte e indelebile, durato una vita, come ampiamente testimoniato nel “diario” biografico I Cabilli e in modo più impersonale nel Dizionario Storico Geografico dei Comuni della Sardegna a cura di Manlio Brigaglia e Salvatore Tola.
“Narbolia riscopre Vico Mossa”, è un’idea, maturata da oltre due lustri che inizia a concretizzarsi due anni fa, interrotta bruscamente dal Covid 19 che ha inibito e rallentato ogni possibile realizzazione. L’iniziativa riprende forma un anno fa e il risultato è un’evento che raccoglie diversi aspetti: umano, affettivo, professionale, del personaggio Vico Mossa.
Il progetto scaturisce da un’iniziativa condivisa e partecipata in primis con la comunità narboliese e da qui si sviluppa oltre il “paesino” e si rivolge all’intero territorio isolano, nel quale lo stesso Mossa ha operato instancabilmente senza confini precostituiti.
Aprirà la serata la Proiezione del Video Nuralìa, il paesino lontano di Vico Mossa realizzato dal Centro Servizi Culturali di Oristano in collaborazione con gli alunni della scuola primaria e secondaria di Narbolia. Il video vuole riscoprire e far conoscere il legame tra Vico Mossa e Nuralìa, attraverso la curiosità e lo stupore dei bambini, e dello stesso bambino Vico che ricorda i piacevoli soggiorni a Nuralìa. Parteciperanno alla proiezione il direttore dell’UNLA Marcello Marras e le docenti Maria Dessì e Caterina Firinu.
Seguirà il Convegno che, coerentemente ai temi e allo spirito dell’iniziativa, verterà su tre aspetti peculiari della figura del celebre architetto.
Aprirà i lavori l’intervento dell’architetto Giangiuliano Mossa, figlio di Vico Mossa, il quale fornirà le coordinate biografiche del padre, per contestualizzarne il percorso personale e professionale, nella più ampia cornica storica. Seguirà l’intervento del giornalista Anthony Muroni, che si focalizzerà sulla figura di Vico Mossa pubblicista. L’ultimo contributo, in collegamento dalla Cina, sarà quello di Roberto Podda, Professore associato presso il Dipartimento di Architettura della XJTLU, il quale analizzerà gli aspetti più tecnici dell’opera professionale di Vico Mossa.
Introdurrà l’evento e coordinerà gli interventi il docente Andrea Vargiu.
Per l’occasione sarà allestita la Mostra fotografica “Vico Mossa fotografie d’architettura” a cura dell’archivio di architettura “Vico Mossa” del Comune di Serramanna.
L’evento sarà l’occasione per una ripresentazione del volume I Cabilli con la partecipazione di una rappresentanza del gruppo teatrale locale, affidata all’interpretazione di Rita Meloni e Salvatore Sanna.
A conclusione dell’evento, a coloro che hanno scelto di prendere parte all’iniziativa, sarà donata una copia de I Cabilli di Vico Mossa (Ilisso Edizioni).
L’ingresso, limitatamente ai posti disponibili, è libero.
Vico Mossa nasce a Serramanna il 16 ottobre 1914. Vive la fanciullezza tra il paese natale e il paese della madre, Narbolia (Nuralìa). A Serramanna frequenta le elementari, dopodiché si trasferisce a Cagliari per proseguire gli studi, e successivamente a Roma, dove si laurea in Architettura nel 1939. Insegna Storia dell’Architettura all’Istituto d’Arte di Sassari, città nella quale si stabilisce a partire dal 1940. É stato un architetto molto attivo a Sassari, ma anche a Santa Teresa, Alghero, Porto Torres, la Maddalena, Olbia e Cagliari. Allestì il padiglione della Sardegna a Roma e a Torino in occasione dei 100 anni dell’unità d’Italia.
Collaborò con diverse testate, tra cui: La Nuova Sardegna, e L’Unione sarda, il Convegno e Ichnusa. Tra le sue opere più importanti si ricordano Architettura religiosa minore in Sardegna (1953), Architettura domestica in Sardegna contributo per una storia della casa mediterranea (1957 e 1985), Dai nuraghi alla rinascita (1961), Architettura e paesaggio in Sardegna (1982), Artigianato sardo (1983), Vicende dell’architettura in Sardegna (1994).
“Architetto, studioso della storia dell’architettura, a lungo docente dell’Istituto d’Arte, è stato uno degli intellettuali che hanno animato la vita culturale della Sardegna nella seconda metà del Novecento”, con queste parole lo storico Manlio Brigaglia definisce l’amico, quando nel 2003. all’età di 89 anni, muore a Sassari.