Qatar Mater Olbia Hospital sommersa dai debiti
Il consigliere regionale Giovanni Satta (Partito Sardo) ha riportato di attualità gli aspetti finanziari inerenti la struttura privata di Olbia. I post dei cittadini apparsi su Facebook sono stati numerosi, con giudizi alquanto critici e poco lusinghieri sull’ospedale targato Qatar.
Inaugurato nel 2015 in pompa magna dall’allora premier Matteo Renzi e dell’allora fedelissimo Graziano del Rio e finanziato dal Qatar, il Mater Olbia Hospital si è rivelato un vero disastro, da considerare un pozzo di perdite, se si tiene conto di 67 milioni di passivo solo negli ultimi 18 mesi.E’ bene ricordare che un primo accordo fu siglato nel 2015 e poi rinnovato lo scorso agosto, con il quale la Regione Sardegna copre ogni anno, benché la sanità isolana sia allo sfascio.
Si tratta di un investimento che a regime sarebbe costato 1,2 miliardi di euro, con annesse strutture ricettive con oltre un milione e trecento mila mc di edificabilità andati persi a seguito di una causa di usucapione su circa 60 ettari di terreni confinanti , con una previsione occupazionale di oltre 1000 unità.
Da ricordare che il 28 maggio del 2015 fu inaugurato in pompa magna dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dall’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, che dovrà presentarsi con gran parte dei membri della sua famiglia al processo, in qualità di testimone, all’udienza penale 1093/15 presso il Tribunale di Tempio Pausania. E’ da rilevare che lo stesso Emiro e l’intera famiglia, in quella occasione, non potranno avvalersi dell’immunità diplomatica.
Un’opera titanica quella del Mater Olbia, il cui ospedale è stato voluto dalla influente , Mozah bint Nasser al-Missned fondatore con il proprio marito della ricchissima Qatar Foundation, e pensato come un centro medico di eccellenza per i bimbi del Mediterraneo. La struttura, nel suo insieme, doveva rappresentare anche una risposta alla crisi occupazionale che attanagliava la Sardegna. Belle intenzioni, naturalmente, che hanno determinato un particolare plauso ad Olbia e in Gallura, con un interesse generale nell’intera Sardegna.
Qatar Mater Olbia Hospital sommersa dai debiti
Le perdite del Mater Olbia accollate alla Regione Sardegna con un contratto già nullo
Belle intenzioni di cui oggi, però, si deve prendere atto che in parte sono andate disattese, con in più l’amara beffa che le perdite del nosocomio vengono saldate dai contribuenti sardi. Infatti, la faraonica costruzione, coordinata dall’italiano Lucio Rispo, responsabile degli investimenti italiani della Qatar Foundation Endowment Spc, poi estromesso dalla famiglia Al Thani.
La Qatar Foundation Endowment Spc, per giunta, è stata messa in liquidazione in fretta e furia. Rispo, all’epoca, fu molto attivo nel sovrintendere alla costruzione dell’ospedale e nella scelta dei fornitori, con l’obiettivo che la dotazione tecnologica fosse di primario livello. Partner operativo della fondazione il Vaticano, per una dotazione tecnologica di “classe A mondiale” della struttura, per diventare non solo non è divenuto un centro di eccellenza clinico. Traguardo raggiunto? Obiettivo consolidato? Su questo fronte, la Regione Sardegna ha fatto le opportune verifiche? Sembrerebbe di no.
Il Consigliere Regionale Giovanni Satta, nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Olbia, non ha lesinato le critiche sostenendo “una mala gestione delle risorse da parte del Mater e di un buco di 40 milioni annui”. E’ strano, comunque, che le perdite annuali non siano coperte dal suo partner operativo attraverso le proprie strutture sanitarie, prima il Bambin Gesù e poi l’Idi, ora il policlinico Gemelli.
Un buco che quest’anno potrebbe superare i 30 milioni di euro
Ma sia i Qatarini, sia il Vaticano si erano peritati di proteggersi dai costi stipulando un accordo con la Regione Sardegna che sostanzialmente ne copriva le perdite “a piè di lista”. La prima delibera in proposito risale al 2017, ed è stata confermata l’11 agosto del 2021 per altri due anni. Si tratta di un buco di oltre 15 milioni di euro l’anno, che saliranno a 20/30 nell’esercizio in corso come certificato da un audit di Ernst & Young. Una situazione insostenibile, dunque, per le casse della Regione, che ha provocato scossoni all’interno del Mater Olbia. Prima la situazione ha fatto da scaturigine alle dimissioni di Rocco Bellantone chirurgo endocrinologo di fama presso il Gemelli, che era amministratore delegato della società Mater Olbia e teneva i rapporti con le autorità locali.
La spada di Damocle sopra la testa del Mater Olbia
Peccato però che sopra la testa del Mater Olbia dal 2019 pende la spada di damocle che rischia di travolgere politici nazionali e regionali, ma soprattutto dirigenti e funzionari della AZIENDA SANITARIA REGIONALE con sede a Sassari. Grazie alle pressioni politiche i dirigenti hanno firmato e concesso decine di milioni di euro alla struttura sanitaria pur sapendo che era in corso (ancora a decisione) la causa n.1298/2019 presso il Tribunale di Tempio Pausania, per l’annullamento del rogito notarile intercorso con la Fallita Fondazione del Monte Tabor e la SHRP S.r.l. a firma del notaio di Cagliari Lamberto Corda e di tutti gli atti conseguenti tra cui il contratto di affitto in capo alla Mater Olbia Spa.
Ciò ha permesso alla stessa società di usufruire indebiti finanziamenti pubblici pur sapendo che in diritto quel rogito notarile e ormai nullo, facendo venir meno il requisito oggettivo per la richiesta (ottenuta) della stessa convenzione milionaria, per cui si attende solo la sentenza da parte del giudice civile. Il rogito notarile, non menzionando una trascrizione pregiudizievole in favore di una società italiana (usucapione) risulta nullo, perciò tale abuso, di diritto, alla fine ha comportato una ricca richiesta risarcitoria milionaria in favore del Manager Sardo Alessandro Marini.
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