Quattro giorni di concerti nel cuore di San Teodoro con il quartetto di David Linx, con Gregory Privat, Jerome Regard e Arnaud Dolmen, il progetto del trombettista Raynald Colom con Tony Tixier, Joe Sanders e Francesco Ciniglio, il quartetto di Ada Flocco con Saverio Zura, Filippo Cassanelli e Marco Frattini e il trio del chitarrista Angelo Lazzeri con Guido Zorn e Alessandro Fabbri. Ad arricchire il programma del festival gli appuntamenti STJ Experiment, guidati da Matteo Pastorino con ospiti a sorpresa.
Dal primo al 4 settembre si rinnova a San Teodoro l’appuntamento con il festival San Teodoro Jazz, la manifestazione – quest’anno alla settima edizione – dedicata al genere di matrice afroamericana e alle sue immediate derivazioni con la direzione artistica del clarinettista teodorino Matteo Pastorino.
Quattro giorni ricchi di concerti nel suggestivo borgo gallurese alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, con il quartetto di David Linx, con Gregory Privat, Jerome Regard e Arnaud Dolmen, il progetto del trombettista Raynald Colom con Tony Tixier, Joe Sanders e Francesco Ciniglio, il quartetto di Ada Flocco con Saverio Zura, Filippo Cassanelli e Marco Frattini e il trio del chitarrista Angelo Lazzeri con Guido Zorn e Alessandro Fabbri.
Nato dall’idea del suo direttore artistico, il clarinettista teodorino Matteo Pastorino (da anni trapiantato a Parigi), e patrocinato e supportato con forza dal Comune di San Teodoro, il festival nelle passate edizioni ha ospitato sul suo palcoscenico alcuni tra i più importanti artisti del panorama nazionale e internazionale, come i batteristi Roberto Gatto, Francesco Ciniglio e Greg Hutchinson, il bassista Dario Deidda, il chitarrista Paolo Angeli, i sassofonisti Francesco Bearzatti, Gavino Murgia e Massimo Carboni, il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, il sassofonista statunitense Logan Richardson, i contrabbassisti Ameen Saleem e Salvatore Maltana, il fisarmonicista Luciano Biondini e il batterista Jarrod Cagwin e i pianisti Danny Grissett e Domenico Sanna, tra gli altri.
“Il numero sette è sempre stato il mio numero fortunato, adoro la sua forma e il suo carattere simbolico in matematica, in astronomia, in letteratura, in musica e in altre numerose discipline”, spiega Matteo Pastorino, direttore artistico del festival San Teodoro Jazz. “Un festival Jazz, secondo me, è una missione che ha come obiettivo quello di creare e alimentare un momento di condivisione, che ruoti intorno al genere di matrice afroamericana per antonomasia, canale di scambio e condivisione fin dalle sue origini. L’obiettivo è quello di generare un contesto che possa stimolare e consolidare la curiosità verso questo affascinante mondo, creando un pubblico entusiasta e contemporaneamente capace di edificare interconnessioni con il territorio che possano valorizzare le sue ricchezze, promuovendone la sua immagine. Ma innanzitutto il San Teodoro Jazz festival ha la responsabilità di interagire con i giovani musicisti, concedendo spazio a nuovi talenti. Attraverso l’esperienza di un festival, i suoi incontri, le scoperte, il contatto con i musicisti affermati ospiti della manifestazione, i nostri giovani artisti potranno crescere e approfondire nuove strade espressive e di ricerca, così da arricchire il patrimonio artistico regionale e nazionale. Sono molto grato di contribuire all’evoluzione di una rassegna nata sette anni fa con poche pretese e con tanta passione. Vedere oggi il gran numero di ragazzi appassionati che gravitano attorno alla manifestazione e che rappresentano la sua linfa vitale, incontrare un pubblico attento, appassionato e curioso, sentire un territorio che ha accettato il San Teodoro Jazz come realtà, ci rende felici e determinati a crescere e a migliorarci. Con le nostre modeste risorse abbiamo fatto del nostro meglio per organizzare un’edizione speciale anche per quest’anno. Dico modeste perché i nostri finanziamenti vengono completamente dal comune di San Teodoro, integrati da piccoli contributi e collaborazione servizi delle nostre aziende partner. Non abbiamo ancora avuto accesso ai bandi regionali e lavoriamo per poter implementare ulteriormente la qualità della nostra offerta, in uno degli scenari naturalistici più importanti della Sardegna.”
San Teodoro Jazz è organizzato dall’Associazione Culturale San Teodoro Jazz con il patrocinio e supporto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro. Tanti sono i partner e le collaborazioni a supporto della manifestazione: White Box Sudio, Attimo, il Gallo Blu, Super Friscu, Ristorante Lu Brutoni, La Posta Art-Bistrot, Bellavista Punta Est, Blue Bar, Ristorate Punta Est, Geoinvest, Piccola Libreria Giardino Mondadori Point, Zeta Art Studio, Ristorante La Mesenda, Hotel Stella Marina, Marmè, Sognando Case Vacanze, BnbFrancy, GmnPrint, Luka Mura, Mousiké Live, Zeta Art Sudio e San Teodoro Agricoltura Az. Agricola.
Tutti i concerti saranno a ingresso gratuito con offerta libera a sostegno dell’Associazione Culturale San Teodoro Jazz.
PROGRAMMA
La settima edizione del festival San Teodoro Jazz vivrà la sua prima giornata giovedì 1 settembre nella piazzetta Punta Est di San Teodoro, incantevole scenario che domina su un panorama mozzafiato sull’isola di Tavolara, con il quartetto della cantante abruzzese Ada Flocco. Classe 1996, l’artista originaria di Atessa (Ch) è tra i più interessanti profili della nuova scena jazz italiana, finalista della venticinquesima edizione del concorso internazionale “Massimo Urbani” dove si è aggiudicata la borsa di studio per partecipare ai corsi jazz del “Fara Music Festival”. Nel concerto di San Teodoro (con inizio alle ore 18) proporrà un repertorio che prevede l’esecuzione di composizioni originali e alcuni brani della tradizione jazz, rielaborati attraverso arrangiamenti e sonorità moderne. Al suo fianco ci saranno Saverio Zura alla chitarra, Filippo Cassanelli al contrabbasso e Marco Frattini alla batteria.
Gli appuntamenti della giornata continueranno alle 22.30 presso il locale Attimo (in via Rinaggiu) con l’immancabile appuntamento la STJ Session: momento fondamentale del festival costituito da un concerto di una formazione emergente isolana con jam session al seguito.
Venerdì 2 settembre il festival ritornerà nella storica cornice della piazza Gallura di San Teodoro: alle 21 a salire sul palco sarà il trio composto da Angelo Lazzeri alla chitarra, Guido Zorn al contrabbasso e Alessandro Fabbri alla batteria, con il progetto “Our Favorite Ellington” che già dal titolo lascia intendere la grande passione dei suoi interpreti per la musica del “Duca” della musica jazz. Nel settembre 2021 “Our Favorite Ellington” è diventato un disco inciso per l’etichetta Barnum For Art ed è stato già presentato in importanti contesti come “La Spezia International Jazz Festival” e “Firenze Jazz Festival”. Eccellenze del jazz italiano nei loro rispettivi strumenti, Lazzeri, Zorn e Fabbri hanno negli anni suonato con nomi del calibro di Massimo Urbani, Luca Flores, Paolo Fresu, Kenny Wheeler, Bobby Watson, Steve Grossman, Dave Holland, Bruno Tommaso, Steve Lacy, “Toots” Thielemas, Lee Konitz, DaveLiebman, Franco D’Andrea, Johnny Griffin, Phil Woods, Michel Legrand.
Dopo il concerto la musica continuerà presso il locale “Il Gallo Blu” con la tradizionale STJ Session.
La giornata di sabato 3 settembre avrà inizio alle 18 nella Spiaggia Isuledda, un nuovo luogo introdotto quest’anno, nel quale si terranno dei concerti acustici di circa cinquanta minuti, con un repertorio musicale creato e scelto per l’occasione in uno scenario unico nel suo genere, patrimonio del Comune di San Teodoro. La formazione, battezzata STJ Experiment sarà capitanata da Matteo Pastorino e annunciata nel corso del festival, composta dai musicisti ospiti e dai giovani che fanno parte dello staff del San Teodoro Jazz con alcune sorprese d’eccezione.
In serata, poi, in piazza Gallura il sipario si alzerà per una delle voci più importanti nel panorama jazz internazionale: alle 21 a salire sul palcoscenico del San Teodoro Jazz sarà David Linx, cantante e compositore belga, tra gli interpreti più significativi della vocalità jazz contemporanea. Nato a Bruxelles ma residente a Parigi da più di 20 anni, Linx è cresciuto suonando e registrando con alcuni dei principali musicisti e artisti jazz americani ed europei della loro generazione come Steve Coleman, Clark Terry, Gonzalo Rubalcaba, Paolo Fresu, Kenny Wheeler, James Baldwin, solo per citarne alcuni ed è considerato oggi uno dei rari cantanti jazz maschili della sua generazione con un’incomparabile reputazione sul palcoscenico. A San Teodoro sarà accompagnato da Gregory Privat al pianoforte, Jerome Regard al contrabbasso e Arnaud Dolmen alla batteria.
La musica continuerà a suonare nella notte, a partire dalle 23 presso “Lu Brutoni” (in via dei Gerani) per la STJ Session.
L’ultima giornata della settima edizione di San Teodoro Jazz si terrà domenica 4 settembre con il primo appuntamento della giornata ancora alle 18 nella Spiaggia Isuledda, dove l’ensemble del San Teodoro Jazz Experiment si esibirà in concerto replicando la formula del giorno precedente.
Alle 21 un altro ospite d’eccezione calcherà il palcoscenico di piazza Gallura: Raynald Colom, uno dei migliori trombettisti della scena internazionale, con importanti collaborazioni al suo attivo come quelle con Greg Osby, Nicholas Payton, David Sánchez, Eric Reed, Mulgrew Miller, Al Foster, El Piraña, Chano Domínguez, Raimundo Amador, Vanessa Martin, Paco de Lucia e Jesse Davis, solo per citarne qualcuna. Apprezzato dalla leggenda vivente Wynton Marsalis, che l’ha definito come trombettista dotato di suono personalissimo e anima rara, Colom in Gallura presenterà la sua ultima fatica discografica “A Million Dreams”, opera in otto tracce, incisa al fianco del pianista Tony Tixier, del contrabbassista Joe Sanders e del batterista Francesco Ciniglio, che lo affiancheranno anche a San Teodoro. Nato in Francia e residente a Barcellona, Colom è un musicista esperto che si ispira a molti generi e forme d’arte, ma con solide radici nel flamenco. Refrattario a rigide classificazioni di genere, Colom è un convinto sostenitore del libero flusso della musica, preferendo essere guidato da emozioni e sensazioni generate dall’ambiente che lo circonda. Il suo quartetto è privo di gerarchie e si fonda sulla tacita interazione tra i suoi interpreti.
Il festival saluterà la settima edizione alle 23 presso “La Posta”, locale teodorino nel Largo Emilio Lussu con la STJ Session.
FESTIVAL
Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore, costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz, genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di musicisti di spessore e qualità.
DOVE
Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare. Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo. San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddimilàti, fagottini al miele, frisjióliléti, frittelle, e niuléddha, con mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di vermentino di Gallura.