Sfattoria degli Ultimi: un rifugio da salvare
Cresce il malcontento tra cittadini e animalisti per la notifica di abbattimento che ha colpito gli animali della Sfattoria degli Ultimi di Roma, e mentre attivisti e persone di buon cuore continuano a presidiare il rifugio, sui social è partita una vera e propria rivolta mediatica.
“La peste suina è una scusa, il vero problema è la mancanza di empatia. Vogliono uccidere gli animali del rifugio perchè per loro suini e cinghiali non hanno diritto di vita. E non si stanno fermando neanche davanti al dolore delle persone. Tar accolga il ricorso della Sfattoria!”
Meta Parma è perentoria:”La Sfattoria ha presentato ricorso contro gli abbattimenti, e il Tar ora deve decidere se accettare il ricorso sospendendo gli abbattimenti. Le parole non bastano più, non vogliamo promesse, vogliamo certezze. Ovvio che non smetteremo di supportare la Sfattoria finchè gli animali del rifugio non saranno completamente fuori pericolo e finchè questa bruttissima storia non sarà definitivamente finita, vogliamo la revoca di questa ordinanza assurda che lede ogni diritto umano e animale. Non accetteremo mai che uccidano gli animali di un rifugio, non possono farlo e già solo il fatto che abbiano potuto anche solo pensare di poterlo fare è veramente preoccupante.
“Attorno alla Sfattoria si sta mobilitando il mondo” continua Meta Parma, “e si sta vedendo un crescendo di solidarietà che non si era mai visto prima. Siamo preoccupatissimi non solo per la vita di queste creature meravigliose, salvate dai maltrattamenti e dai mattatoi, ma anche per i nostri fratelli e sorelle del rifugio. Il dolore dei volontari del rifugio ci sta arrivando come un colpo al cuore e la loro sofferenza sta arrivando a tantissimi cittadini. Vogliono uccidere gli animali di un rifugio, vogliono uccidere l’amore, ma non lo permetteremo.”
È veramente grande il sostegno che sta arrivando ovunque per la Sfattoria degli Ultimi e per i suoi ospiti, animali stupendi e affettuosi, salvati dai mattatoi e dai maltrattamenti, e accuditi con amore.
“Questi animali sono stati salvati e hanno un legame affettivo importante con i gestori e i volontari del rifugio, e questo legame non dovrà essere spezzato con nessun atto di violenza. Vorrebbero ucciderli con le scariche elettriche, vorrebbero portare il loro male in un rifugio che invece è colmo d’amore. Il problema non è la peste suina, il problema è la mancanza di empatia, il problema è la violenza sugli animali che continua in ogni mattatoio. Per loro sono “solo suini”, sono “solo cinghiali”, e non vogliono riconoscere il diritto di vita di queste creature. Stanno attaccando i rifugi, vogliono distruggere l’amore, quello che loro non sentono.
“Stanno uccidendo per continuare a uccidere, stanno uccidendo i cinghiali per paura che la peste suina arrivi fin dentro gli allevamenti intensivi, dove nelle gabbie sono rinchiusi animali che andranno al mattatoio. È tutto così crudele, è follia, e ormai è una mattanza continua.
“Gli animali della Sfattoria sono sani e non possono decidere di uccidere gli animali di un rifugio solo perchè per loro i suini e i cinghiali non hanno diritto a vivere. Se fossero cani, sarebbe diverso o li ucciderebbero lo stesso? Verrebbero nelle nostre case a prendere i nostri cani, se domani dicessero che c’è un virus che colpisce i cani e bisogna abbatterli? Verrebbero a bussare e sfondarci le porte, per uccidere i nostri gatti con le scariche elettriche, oppure sarebbe diverso perchè sono cani e gatti? Chiediamocelo, perchè qualunque sia la risposta a questa domanda, dimostrerà sempre l’enorme ingiustizia che stanno subendo gli animali, e che ormai rischiamo di subire tutti. Stanno colpendo i suini e i cinghiali, animali perseguitati da sempre dalla nostra specie, sfruttati, imprigionati e uccisi. Si stanno trovando però davanti al cambiamento del popolo, che nelle case e nel cuore non ha più solo cani e gatti, ma anche i suini e tutti gli altri animali.
“I suini dei rifugi sono amati e accuditi come animali domestici, ma anche i suini rinchiusi negli allevamenti sono come i cani e i gatti. Dispiace non riuscire ancora a fare di più per gli animali prigionieri negli allevamenti e mandati al mattatoio, ma non lasceremo che accada anche ai nostri animali.”
La referente di Meta Parma invita tutti ad andare a sostenere in loco la Sfattoria, anche fosse solo per un giorno: “Lì stiamo andando tutti senza bandiere, come attivisti e come volontari, come cittadini uniti sotto un’unica bandiera, quella dell’amore. Quello che sta accadendo agli animali della Sfattoria è una cosa gravissima, ed è preoccupante anche solo che abbiano potuto pensare di poterli uccidere, invitiamo tutti a portare lì la propria presenza e il proprio supporto, è il momento di esserci tutti.”