Il commento del direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Tempio-Ampurias a proposito delle prossime elezioni del 25 settembre 2022.
“Può essere utopia, forse lo è, ma in questo momento le scelte politiche di uomini e donne che ci rappresentino al Parlamento Italiano si prospettano piuttosto complicate. E’ indubbiamente un momento difficile per l’Italia e l’Europa. Credo sia essenziale più che mai, in questo momento storico, andare tutti a votare, ma con un alto senso di responsabilità e di coscienza.Ci si augura che l’interesse superiore del bene comune prevalga sul solito “interesse di parte”, per abbattere una politica fatta di promesse altisonanti che non si potranno mai realizzare, di parole vane, di interventi a gamba tesa sull’avversario, di totali prese in giro del popolo. Bisognerebbe ritornare, o meglio creare, una politica che veramente faccia programmi e li realizzi seriamente. Soprattutto i Cattolici sono chiamati a fare una seria riflessione, vincendo la diffusa tendenza alla delega.
Forse è il momento di un loro ritorno diretto a un impegno politico serio e responsabile, distinguendosi da chi si proclama cattolico nelle tornate elettorali, per poi, ignorare o tradire i principi fondanti della dottrina sociale della Chiesa. Lasciano interdetti, inoltre, alcuni criteri nella formazione delle liste dei candidati: la ricerca del personaggio noto, dello sportivo di grido… C’è da chiedersi: costoro conoscono la Costituzione Italiana, hanno conoscenze ed esperienze per svolgere un compito tanto impegnativo e di rara responsabilità sulla sorte del nostro Paese? Oppure conta soltanto che facciano da specchietto per le allodole e poi siano facilmente manovrabili da chi li ha scelti? Viene anche da chiedersi: davvero le tante promesse elettorali, spesso fatte per solleticare l’interesse e la curiosità degli elettori, sono realizzabili?
Chi lo promette, sarà poi capace di aumentare le pensioni minime, di creare milioni di posti di lavoro, di risolvere la drammatica situazione della sanità, di avviare politiche serie ed efficaci di tutela del creato, di coniugare progresso tecnologico e qualità della vita delle persone e delle comunità, di risolvere per noi sardi l’annosa questione dei trasporti e della continuità territoriale? Sarà questa l’occasione per recuperare la cultura del bene comune, di una politica che sia sano costruttivo confronto e non perenne violento conflitto? Sarà questa l’occasione perché gli italiani tornino in massa alle urne, ben sapendo che se ciò non avverrà saremo governati da chi non ha il consenso della stragrande maggioranza dei cittadini”.
Diacono Miuccio Demontis – Direttore Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro