Il 4 settembre la Giornata internazionale del benessere sessuale
Si prova imbarazzo, a volte vergogna, talvolta anche paura: sono questi i sentimenti contrastanti che assalgono e, talvolta, impediscono alle persone di parlare di sesso o di chiedere, semplicemente, anche piccole informazioni.
Ecco perché il 4 settembre si celebra la Giornata internazionale del benessere sessuale. Secondo le intenzioni dell’Oms e arrivata alla dodicesima edizione, ha l’obiettivo di promuovere una più ampia informazione in materia.
L’appuntamento sarà celebrato in tutto il mondo il 4 settembre e potrà essere l’occasione per dare una visione rispettosa della sessualità, oltre che far conoscere i rischi di contrarre malattie trasmissibili sessualmente e le cure idonee per l’apparato riproduttivo.
«L’educazione sessuale è fondamentale per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse che possono portare, se non ben curate, ad infezioni più gravi». A dirlo sono il professor Giampiero Capobianco, direttore della struttura complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Aou di Sassari, e il professor Massimo Madonia, direttore della struttura complessa di Urologia dell’Azienda di viale San Pietro.
«Oggi l’età media del primo rapporto è sempre più vicina all’età della prima mestruazione – riprendono i professori Capobianco e Madonia – ed è fondamentale informare gli adolescenti sulla necessità di utilizzare i metodi di barriera per prevenire la trasmissione delle infezioni sessuali».
Gli specialisti ricordano quindi l’uso del preservativo e della pillola estroprogestinica. A questi si aggiungono altri metodi contraccettivi disponibili in commercio, quali il cerotto, l’anello vaginale o i long-acting, cioè contraccettivi a lunga durata di protezione contraccettiva: la spirale, che può avere una durata di 3 o 5 anni, e gli impianti sottocutanei, in media con una durata di 3 anni. Tutti metodi utili a evitare le gravidanze indesiderate che poi comportano il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Benessere sessuale non vuol dire solo infezioni sessualmente trasmesse e gli specialisti sassaresi ricordano che le strutture dell’Aou di Sassari sono a disposizione per affrontare queste problematiche, anche al di là della sola giornata dedicata al benessere sessuale. «Le problematiche sessuali, infatti, possono dipendere anche da altre patologie – aggiunge Giampiero Capobianco – come l’endometriosi che rende il rapporto sessuale doloroso o talvolta anche impossibile. Il ruolo del ginecologo è centrale per diagnosticare le disfunzioni sessuali, quali il ridotto desiderio sessuale, i disturbi dell’eccitamento che, dopo l’esclusione di una causa organica, possono beneficiare dell’invio al sessuologo clinico. Si tratta di una figura importante che può prendere in carico la paziente e la coppia per le eventuali terapie comportamentali».
Il ridotto desiderio sessuale è frequente anche in menopausa quando la donna ha ancora interesse per il rapporto sessuale ma la carenza ormonale, estrogenica ma soprattutto androgenica, riduce il desiderio. «Una corretta diagnosi e un’eventuale terapia ormonale sostitutiva in menopausa – afferma ancora il direttore della Ginecologia e Ostetricia – possono risolvere la problematica. Ecco perché la nostra struttura è sempre in prima linea con i suoi ambulatori ed i suoi Servizi per le donne e per le necessarie informazioni sulla salute sessuale che deve riguardare non solo la donna ma anche il partner maschile».
Per quanto riguarda, invece, le infezioni maschili il professor Massimo Madonia ricorda che «queste inducono uretriti, prostatiti e, se non ben curate, possono portare col tempo ad alterazioni della qualità del seme maschile e indurre, in futuro, sterilità maschile. I nostri specialisti e gli ambulatori della nostra struttura, sono sempre a disposizione dell’utenza che volesse affrontare una discussione sulle problematiche sessuali e sui disturbi urologici», conclude.