La Bandiera dei Diritti Umani sventola ad Oristano
La mattinata di mercoledì 14 settembre ha visto i volontari di uniti per i Diritti Umani impegnati ad Oristano affinché i 30 articoli del codice, da cui il gruppo prende nome, siano diffusi alle persone che vivono le vite normali, quelle che ognuno affronta nella quotidianità e che vedono le persone comuni vivere gioie e dolori di una società che ha bisogno di moralità.
Parlare dei Diritti Umani con la maggior parte delle persone che si incontrano per strada è come scontrarsi contro un muro di “non conoscenza” e di inconsapevolezza sugli stessi. Non conoscenza perché tra la gente non si conoscono che una minima parte dei trenta articoli della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite, inconsapevolezza perché si è convinti che i Diritti Umani sia un argomento che riguarda esclusivamente i paesi in via di sviluppo o le centinaia di migliaia di profughi che scappano dai loro paesi in guerra alla ricerca di una vita migliore. Non c’è dubbio che a causa delle condizioni politiche, sociali ed economiche, queste popolazioni sentano più di noi il problema, ma non si può certo negare che anche nelle cosiddette “civiltà occidentali” i Diritti siano spesso negati ad un gran numero di persone costrette a vivere ai margini della società e spesso in condizioni di povertà.
“I Diritti Umani devono essere resi una realtà e non un sogno idealistico”, così scriveva il filosofo L. Ron Hubbard. Ispirati da queste parole e convinti che ancora tanto lavoro debba essere fatto nella nostra società per raggiungere questo obiettivo, i volontari di Uniti per i Diritti Umani continueranno con attività di questo tipo anche nelle prossime settimane. Almeno fino a che i Diritti Umani non saranno vere e proprie leggi, ci sarà necessità di informare le persone.
La Bandiera dei Diritti Umani