Dal 28 settembre all’1 ottobre nelle lagune dell’Oristanese la prima edizione del Festival delle Peschiere
Le lagune della provincia di Oristano, autentico scrigno di biodiversità, siti elettivi per numerose specie animali e vegetali, saranno le protagoniste del primo Festival delle Peschiere, in programma dal 28 settembre al primo ottobre tra Oristano e le peschiere di Mar’e Pontis e di Mistras, nel territorio di Cabras, e di Marceddì in quello di Terralba: luoghi ricchi di tradizioni e attrazioni naturali, un contesto ambientale unico nel suo genere, dove incidono attività come la piccola pesca lagunare, la ristorazione, il turismo culturale, ambientale, enogastronomico.Quattro giorni di dibattiti, con tavole rotonde e relatori di valenza nazionale, dedicati al tema della sostenibilità declinata in svariati ambiti, come quello della pesca, dell’educazione ambientale, del lavoro e della finanza con l’obiettivo di contribuire a diffondere sempre più l’idea di un nuovo modello di Sviluppo Sostenibile ben incarnato nell’Agenda 2030 dell’ONU: promosso da Legacoop Sardegna e Dromos Festival, in collaborazione con CRU Sardegna Unipol e Regione Sardegna – Strategia regionale Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio dell’ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), il Festival delle Peschiere è una delle tappe del Festival dello Sviluppo Sostenibile in programma dal 4 al 20 ottobre.
“Con il Festival delle Peschiere, il sistema cooperativo di Legacoop vuole dare una mano a portare la Sardegna dentro il Sentiero dello Sviluppo Sostenibile”,
spiega Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna,
“per la costruzione di un nuovo modello di sviluppo, economico sociale, ambientale e istituzionale da ricercare dentro gli obbiettivi dell’Agenda 2030, con il metodo dell’integrazione delle azioni e del lavoro di tutti coloro che vivono questa società (istituzioni, mondo dell’impresa, del lavoro, del terzo settore delle università, del credito e le cittadine ed i cittadini tutti).
Abbiamo scelto di avviare questo percorso insieme al festival Dromos, tra gli eventi culturali e musicali più importanti in Sardegna, al CRU Unipol Sardegna, che riunisce gran parte del mondo imprenditoriale e sindacale isolano, e la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile della Regione Sardegna, il nuovo soggetto istituzionale che svolge un ruolo importante di collante tra le istituzioni e la società sarda, attraverso una sussidiarietà circolare autentica, che porti ad impegnare le risorse, in maniera integrata, su progetti e azioni che possano restituire speranza di futuro”.
Festival delle Peschiere
Il nome Festival delle Peschiere sta a rappresentare i luoghi in cui andrà in scena con i suoi eventi: i dibattiti di cinque tavole rotonde programmate con importanti relatori nazionali di tutti i campi, i concerti e gli spettacoli di artisti sensibili al tema della sostenibilità, e le altre iniziative in programma; luoghi incontaminati dal punto di vista ambientale, caratterizzati dalla presenza di una piccola pesca artigianale, ma anche con illimitate possibilità di sviluppo dal punto di vista economico e culturale; possibilità che vanno oltre le attività già presenti, creando lavoro buono e sostenibile nel rispetto dell’ambiente e delle comunità che vivono intorno. Un piccolo esempio da replicare su tutti i campi economici e ambientali di altri siti regionali, anche con altre caratteristiche, ma con lo stesso metodo della co-progettazione e integrazione delle azioni da fare.
“L’agenda 2030 dell’ONU”, sottolinea Claudio Atzori, “insieme anche alla Laudato Si’ di Papa Francesco, che è stata determinante per la sua approvazione nel 2015, resta per noi una bussola da seguire per ripensare e costruire un nuovo modello di sviluppo e un futuro sostenibile della nostra amata Terra e di coloro che la vivono”.
È invece legato a un ricordo d’infanzia il pensiero di Salvatore Corona, direttore artistico di Dromos: “Avevo poco più di dieci anni quando mio padre, dopo tanta insistenza da parte mia, mi fece visitare la peschiera dove lavorava. Oggi come allora, l’ambiente e i profumi di quei luoghi mi generano le stesse piacevoli emozioni. Daremo il nostro contributo affinché le peschiere e tutte le zone umide, paradisi di biodiversità, vengano preservate e rigenerate.”
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Il programma
La prima edizione del Festival delle Peschiere prenderà il via mercoledì 28 settembre dalla Peschiera di Mistras, situata nel settore settentrionale dell’ampio Golfo di Oristano, e confinante da un lato con lo Stagno di Cabras, e dall’altro con San Giovanni di Sinis. Gli spazi della laguna, inserita tra le “aree costiere di interesse botanico nella redazione dei Piani Paesistici della Sardegna” (Camarda, 1989) e nel “sistema di aree di interesse botanico per la salvaguardia della biodiversità floristica della Sardegna” (Camarda, 1995), ospiteranno alle 18 la tavola rotonda “Pesca, una soluzione sostenibile”, aperta dai saluti del sindaco di Cabras Andrea Abis e l’introduzione di Mauro Tuzzolino, direttore di FLAG Pescando. Il compito di moderare l’appuntamento, a cui parteciperanno Gabriella Murgia (Assessora all’Agricoltura e Pesca – Regione Sardegna), Francesca Oppia (Program Director Italy – Marine Stewardship Council), Cristian Maretti (Presidente nazionale di Legacoop Agroalimentare), Paolo Mossone (Managing Director IMC ONLUS – Centro Marino internazionale), Eleonora Iacovoni (dirigente PEMAC IV Ministero politiche agricole alimentari e forestali), sarà affidato a Mauro Steri (responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare – settore pesca), con le conclusioni finali del Presidente di FLAG Pescando Alessandro Murana.
Alle 19 uno spazio dedicato al palato nel punto ristoro curato dalla Cooperativa Pescatori. Presente anche uno stand dove sarà possibile degustare il Pecorino Romano offerto dal Consorzio di Tutela del Pecorino Romano. Un appuntamento che il pubblico del festival ritroverà anche nelle serate successive.
Chiusura di serata in musica con il cantautore e chitarrista Marino De Rosas, tra i più apprezzati interpreti della chitarra classica sarda contemporanea, per un concerto (inizio ore 20) che viaggerà tra i suoi brani più celebri e quelli del suo ultimo album “Intrinada” (pubblicato nel 2018 dall’etichetta discografica “Tronos Digital”): un disco in cui flamenco e musica popolare della Sardegna si incontrano dando vita a un lavoro intimo e delicato che affonda le sue radici nella memoria aprendo squarci di ricordi.
Giovedì 29 settembre il Festival delle Peschiere farà tappa a Oristano. Primo appuntamento alle 18 all’Hospitalis Sancti Antoni dove si terrà una tavola rotonda dal titolo “Agenda 2030, la soluzione sostenibile”, introdotta dal presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori dopo i saluti del sindaco di Oristano Massimiliano Sanna. L’incontro, moderato da Marisa Parmigiani (responsabile sostenibilità Gruppo Unipol), vedrà la partecipazione di Enrico Giovannini (Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili), Antonello Cabras (ex presidente della Fondazione di Sardegna), Carla Della Volpe (presidente di Coopfin), Gavino Mariotti (Rettore dell’Università Sassari), Daniela Ducato (presidente Fondazione Territorio Italia), Gianluca Cocco (responsabile RAS Strategia regionale Sviluppo Sostenibile) e Ester Cois (sociologa dell’Ambiente e del Territorio, Università di Cagliari). Le conclusioni finali verranno affidate in questa occasione a Pierluigi Stefanini (presidente ASVIS).
Alle 19 in piazza Duomo verrà presentato il progetto “Green Library – 170 Libri per la Sostenibilità. Biblioteche di pubblica lettura per l’Agenda 2030” (a cura di Legacoop Culturmedia e delle Cooperative associate) dedicato alle pubblicazioni sullo sviluppo sostenibile, già presenti nel sistema bibliotecario regionale. Nel gazebo allestito per l’occasione, e che seguirà il festival in tutte le tappe successive, gli ospiti potranno visionare e approfondire le tematiche trattate nei volumi, oltre che scoprire dove poterli reperire e prenotare.
Gli appuntamenti nella città di Eleonora proseguiranno alle 21, ancora in piazza Duomo, con lo spettacolo “6° (sei gradi)” di e con Giobbe Covatta. Dopo aver calcato i palcoscenici con gli spettacoli “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), il popolare attore tarantino di nascita e napoletano d’adozione propone ancora un numero come titolo del suo lavoro: in questo caso il numero sei racchiude in sé un forte significato simbolico, che sottolinea l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Covatta si muove abilmente nel futuro prossimo, in momenti nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi. I personaggi che vivranno in queste epoche saranno i nostri discendenti e avranno ereditato da noi il nostro patrimonio economico, sociale e culturale ma anche il mondo nello stato in cui glielo avremo lasciato. Ma come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto a oggi? E quando i gradi saranno due? E riuscire ad evitare aumenti superiori che porterebbero inevitabilmente alla nostra estinzione? Uno spettacolo, dunque, in cui comicità, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica su quelli che sono senza dubbio i grandi temi del nostro secolo: sostenibilità del pianeta e delle sue popolazioni. Un’occasione di divertimento ma anche di profonda riflessione, per comprendere i motivi per cui è necessario agire oggi per evitare conseguenze catastrofiche per la Terra.
Venerdì 30 settembre il Festival delle Peschiere approda a Marceddì, frazione del Comune di Terralba, per una giornata ricca di appuntamenti. Alle 10, nel piazzale antistante il Museo del Mare, è in programma il laboratorio “Educazione ambientale, una soluzione sostenibile”, evento dedicato ai CEAS (Centro di educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità) della rete INFEAS (Informazione, Formazione ed Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità) Sarda e alle scuole con il kit didattico “Il miglior viaggio della tua vita”. Gli educatori ambientali saranno impegnati in questa occasione a rendere comprensibile la complessità del mondo attuale. A condurre l’appuntamento saranno Gianluca Cacciotto (CEAS Nuoro e Cooperativa Alternatura) e Gabriella Deriu (CEAS Bolotana). A Gianluca Cocco (responsabile RAS Strategia regionale Sviluppo Sostenibile) spetterà il compito di trarre le conclusioni dell’iniziativa.
Nel pomeriggio, alle 16, sarà ancora il piazzale antistante il Museo del Mare a ospitare la tavola rotonda “Finanza, una soluzione sostenibile”, aperta dai saluti del sindaco di Terralba Sandro Pili, introdotta e moderata da Riccardo Barbieri (vice Presidente e componente Comitato Sostenibilità di Bper Banca), con gli interventi di Michele Vietti (presidente A.N.FI.R. – Associazione delle Finanziarie Regionali), Maria Chiara Di Guardo (professore Ordinario di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi di Cagliari), Carlo Mannoni (direttore generale della Fondazione di Sardegna), Alessandro Messina (responsabile Finanza d’Impatto in Avanzi), Sabrina Gigli (professore Associato di Economia Aziendale all’Alma Mater di Bologna), Valentina Zadra (presidente di A Impact Sicaf EuVECA – fondo d’investimento ad impatto sociale) e Stefano Sulis (responsabile Crediti del Banco di Sardegna). Le conclusioni saranno affidate in questa occasione al direttore generale Coopfond Simone Gamberini.
Alle 17.30 i lavori proseguiranno con la tavola rotonda “Lavoro, una soluzione sostenibile”, introdotta da Ignazio Angioni (vice Presidente Legacoop Sardegna) e moderata da Rita Ghedini (presidente Legacoop Bologna e responsabile nazionale Legacoop Tavolo Lavoro), con la partecipazione di Alessandra Zedda (assessora al Lavoro – Regione Sardegna), Cristina Deidda (direttrice INPS Toscana), Maurizio Sacconi (presidente Amici di Marco Biagi, già Ministro del Lavoro), Cesare Damiano (presidente Associazione Lavoro e Welfare, già Ministro del Lavoro), Gianna Fracassi (vice Segretaria Generale Nazionale CGIL), Luigi Sbarra (segretario Generale CISL), Carlo Bonomi (presidente nazionale Confindustria) e Giovanna Cocco (responsabile CEAS Sant’Antioco). Conclusioni finali di Mauro Lusetti (presidente nazionale Legacoop).
Dalle ore 16 sarà operativo il gazebo del progetto “Green Library – 170 Libri per la Sostenibilità. Biblioteche di pubblica lettura per l’Agenda 2030” , mentre alle 19 aprono l’area ristoro curata dalla Cooperativa Pescatori e lo stand per i piccoli assaggi del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano.
Poi, alle 21, luci e amplificatori accesi nel lungomare di Marceddì per il concerto della cantante, ballerina, percussionista e cantautrice ivoriana Dobet Gnahoré, una delle stelle più brillanti e talento tra i più sorprendenti dell’attuale panorama musicale africano, capace di rivisitare in chiave moderna suoni e suggestioni afropop della Costa D’Avorio in nuove e entusiasmanti direzioni. Vincitrice di un Grammy nel 2010, la Gnahoré è famosa per i suoi sorprendenti passi di danza, la potente presenza scenica e lo stile vocale ricco di emozioni. In Sardegna proporrà un repertorio che spazierà anche per il suo sesto album, “Couleur”, pubblicato per l’etichetta Cumbancha nel 2021, lavoro capace di rompere con i suoi stili acustici passati, per creare un disco pieno di groove ballabili, ritmi elettronici, agili linee di chitarra elettrica e accattivanti melodie.
Per la sua ultima giornata, sabato primo ottobre, il Festival delle Peschiere pianta le tende alla Peschiera Mar’e Pontis, un vero e proprio pezzo di storia della Sardegna, e in particolare, di quella dei pescatori di Cabras. Primo appuntamento in agenda alle 17.30 con la tavola rotonda “Cultura, una soluzione sostenibile”, aperta dai saluti del sindaco di Cabras Andrea Abis e dall’introduzione a cura di Iose Moica (vice Presidente nazionale Culturmedia). All’incontro, moderato da Massimo Mancini (direttore del Teatro di Sardegna), parteciperanno Andrea Biancareddu (assessore Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione Autonoma della Sardegna), Paola Serrittu (Founder Landworks), Alessandra Gariboldi (presidente Fondazione Fitzcarraldo), Antonio Ricciu (responsabile CEAS ARISTANIS), Luisa Zedda (presidente Isforcoop), Carmelana Nuvoli (coordinatrice Sistema Bibliotecario dell’Anglona e Bassa valle del Coghinas) e Vincenzo Santoro (responsabile nazionale ANCI Cultura) con le conclusioni a cura di Pierluigi Stefanini (presidente ASVIS).
Dalle 17, consueto spazio per il gazebo del progetto “Green Library – 170 Libri per la Sostenibilità. Biblioteche di pubblica lettura per l’Agenda 2030” mentre alle 19 apre l’area ristoro a cura della Cooperativa Pescatori.
Gran finale, alle 21, con la cantante maliana Oumou Sangaré, considerata una delle più grandi e influenti voci africane, anche impegnata nel campo economico e dell’azione sociale, soprattutto a sostegno dell’emancipazione femminile. Cresciuta nei quartieri poveri di Bamako, sulle scene musicali dalla fine degli anni Ottanta, l’artista ha da tempo sfondato le barriere che separano continenti e stili musicali, arrivando a diventare un riferimento nella storia della musica africana contemporanea. Tra le sue “pietre miliari”, tutte pubblicate dall’etichetta World Circuit, “Ko Sira” (1993), “Worotan” (1996) e “Seya” (2009), quest’ultimo nominato per un Grammy nella categoria Best World Music Album. Dall’isolamento forzato della pandemia del 2020, sono nate le undici canzoni di “Timbuktu”, il suo album più recente (prima uscita per la sua etichetta Oumsang, aprile di quest’anno), che intreccia intime connessioni sonore tra gli strumenti tradizionali dell’Africa occidentale e quelli legati alla storia del blues, in particolare il kamele n’goni e i suoi lontani eredi, il dobro e la chitarra slide. E proprio con queste sonorità Oumou Sangaré calcherà il palcoscenico allestito alla Peschiera Mar’e Pontis, per chiudere in bellezza la prima edizione del Festival delle Peschiere.
Questo come tutti gli altri spettacoli in programma sarà ad accesso gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito dromosfestival.it.
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Sostenibilità
Dromos e il Festival delle Peschiere portano avanti il progetto SUONOVERDE che, in stretta sinergia con i Comuni che ospitano i festival e attraverso le buone pratiche ambientali promosse dal Protocollo di Kyoto, intendono conseguire l’obiettivo primario della riduzione dei rifiuti, attraverso azioni concrete, come l’utilizzo di stoviglie biodegradabili, il potenziamento della raccolta differenziata, l’utilizzo di alimenti a chilometro zero, la riduzione dei consumi energetici e il sempre più ampio ricorso a fonti rinnovabili. Obiettivi, questi, che si sposano alle caratteristiche dei concerti dei festival, che spesso nascono per la valorizzazione dei luoghi, dei prodotti tipici e della tradizione enogastronomica di ciascun territorio. Da anni, inoltre, le scenografie modulari di Dromos e da quest’anno anche la scenografia del Festival delle Peschiere si caratterizzano per l’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili. I festival sono a impatto zero, e contribuiscono a progetti di riforestazione per l’assorbimento dei gas serra, e per ridurre al massimo il proprio peso, seppur minimo, sui territori, educando la cittadinanza all’adozione di comportamenti e stili di vita sostenibili.
L’azienda tessile di Mariantonia Urru offre al Festival Dromos e al festival delle Peschiere una serie di tappetini delle dimensioni di 40 x 30 cm realizzati con gli sfridi della lavorazione al telaio. Il ricavato verrà investito in iniziative di sensibilizzazione del recupero e dell’utilizzo dei materiali come contributo concreto alla tutela dell’ambiente. In occasione dei concerti del Festival delle Peschiere verranno messi in vendita 200 tappetini il cui ricavato sarà investito su un progetto Treedoom – www.treedom.net.
Treedom è il primo sito che permette di acquistare o regalare alberi a distanza, che vengono piantati in Africa, America Latina, Asia e Italia, e che è possibile monitorare online. Il progetto si basa, infatti, sul coniugare il benessere dell’ambiente con le necessità delle popolazioni locali coinvolte nei vari progetti, le quali vengono sostenute con finanziamenti, formazione tecnica, assistenza e un’attenta attività di agroforestazione tesa a contrastare l’erosione del suolo, arricchire la biodiversità, tutelare la fertilità dei terreni, creare ecosistemi sostenibili e aumentare la produttività di colture e allevamenti.