San Teodoro Jazz: domenica 4 settembre ultima giornata
San Teodoro Jazz: domenica 4 settembre ultima giornata: alle 18 nella spiaggia Isuledda appuntamento con l’ensemble; alle 21 in piazza Gallura concerto del quartetto di Raynald Colom; alle 23 chiusura in bellezza presso “La Posta” con la STJ Session.
Cala il sipario a San Teodoro sulla settima edizione del festival San Teodoro Jazz, l’appuntamento di fine estate dedicato al genere di matrice afroamericana e alle sue immediate derivazioni, con la direzione artistica firmata dal clarinettista teodorino Matteo Pastorino.L’ultima giornata del festival si terrà domani (domenica 4 settembre) alle 18 con il primo appuntamento della giornata nella Spiaggia Isuledda, dove l’ensemble San Teodoro Jazz Experiment capitanato da Matteo Pastorino e composto dai musicisti ospiti e dai giovani che fanno parte dello staff del San Teodoro Jazz si esibirà con alcune sorprese d’eccezione.
Alle 21 un altro prestigioso ospite calcherà il palcoscenico di piazza Gallura: Raynald Colom, uno dei migliori trombettisti della scena internazionale, con importanti collaborazioni al suo attivo come quelle con Greg Osby, Nicholas Payton, David Sánchez, Eric Reed, Mulgrew Miller, Al Foster, El Piraña, Chano Domínguez, Raimundo Amador, Vanessa Martin, Paco de Lucia e Jesse Davis, solo per citarne qualcuna. Apprezzato dalla leggenda vivente Wynton Marsalis, che l’ha definito un trombettista dotato di suono personalissimo e anima rara, Colom in Gallura presenterà la sua ultima fatica discografica “A Million Dreams”, opera in otto tracce, incisa al fianco del pianista Tony Tixier, del contrabbassista Joe Sanders e del batterista Francesco Ciniglio, che lo affiancheranno anche a San Teodoro. Nato in Francia e residente a Barcellona, Colom è un musicista esperto che si ispira a molti generi e forme d’arte, ma con solide radici nel flamenco. Refrattario a rigide classificazioni di genere, è un convinto sostenitore del libero flusso della musica, preferendo essere guidato da emozioni e sensazioni generate dall’ambiente che lo circonda. Il suo quartetto è privo di gerarchie e si fonda sulla tacita interazione tra i suoi interpreti.
Il festival saluterà la settima edizione alle 23 presso “La Posta”, locale teodorino nel Largo Emilio Lussu dove si terrà la festosa STJ Session.
San Teodoro Jazz è organizzato dall’Associazione Culturale San Teodoro Jazz con il patrocinio e supporto del Comune di San Teodoro e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo. La rassegna fa parte del circuito Le Vie dei Festival, itinerari spettacolari della Sardegna. Tanti sono i partner e le collaborazioni a supporto della manifestazione: Bellavista Punta Est, Piccola Libreria Giardino Mondadori Point, I.C.I.M.A.R Istituto delle civiltà del mare, Attimo, il Gallo Blu, Ristorante Lu Brutoni, La Posta Art-Bistrot, White Box Sudio, Blue Bar, Ristorate Punta Est, Geoinvest, Zeta Art Studio, Ristorante La Mesenda, Hotel Stella Marina, Marmè, Super Friscu, Sognando Case Vacanze, BnbFrancy, GmnPrint, Luka Mura, Mousiké Live, Zeta Art Sudio e San Teodoro Agricoltura Az. Agricola.
Tutti i concerti sono a ingresso gratuito con offerta libera a sostegno dell’Associazione Culturale San Teodoro Jazz.
Maggiori informazioni e aggiornamenti su www.sitosanteodorojazz.com e sui social network del festival.
IL FESTIVAL – Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore, costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz, genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di musicisti di spessore e qualità.
IL LUOGO – Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare. Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo.