Stefano Visconti presidente regionale Unioncamere: “Le nostre imprese non possono più sostenere i costi energetici”
E’ un colpo troppo duro da assorbire. Quotidiano, inesorabile. Contro cui al momento non esistono antidoti. Posto che per tutte le attività economiche l’energia è un elemento imprescindibile.
Per tutte le 145 mila imprese del territorio regionale, che producono, investono e rischiano per le quali nelle voci di costo, l’aspetto legato all’approvvigionamento energetico non rappresentava di certo un elemento per cui perdere il sonno. E ancora una volta come da due anni a questa parte lo scenario è mutato violentemente, con un balzo in avanti sui costi dell’energia attorno al 300 per cento. Impossibile andare avanti così. Uno stato di cose che preoccupa tutti e sempre di più.
“Lo avevamo ribadito in piena pandemia, ci troviamo a fronteggiare una vera e propria economia di guerra nella quale è necessario ogni giorno pensare alla sopravvivenza delle proprie aziende. Siamo davanti allo stesso scenario- è il commento del presidente regionale di Unioncamere, Stefano Visconti- è folle pensare a bollette impazzite dall’oggi al domani, all’inflazione che giorno dopo giorno raggiunge livelli che non si intravedevano da anni. Occorre mettere un freno subito, prima che sia troppo tardi.”
Con misure adeguate, immediate. A soffrire non è solo il comparto economico, ma tutto il sistema, dove nessuno è al sicuro. In Sardegna, infatti, secondo gli ultimi dati aggiornati è il settore industriale a consumare più energia, oltre 3600 gigawatt/ora, seguono i servizi con 1900, gli usi domestici che ne assorbono 2200 e il settore dell’agricoltura con 232 a fronte di una produzione totale di oltre 13mila gigawatt/ora. Una produzione che nasce da diverse fonti (termoelettrica tradizionale per il 75%, eolica per il 13 %, fotovoltaica 9% e idroelettrica 3%).
Allora perché tenere il costo dell’energia ancorato solo al prezzo del gas? Unioncamere nazionale, nella fattispecie il presidente Prete con cui lo stesso presidente Visconti ha avuto un’interlocuzione in questi giorni, sta spingendo per una rimodulazione in grado calmierare il prezzo: “La proposta è quella di legare la formazione del prezzo dell’energia ad una media ponderata di tutti i costi sostenuti per produrla, quindi non solo gas, e questo già potrebbe rappresentare un passo avanti. – aggiunge Visconti- Altre idee potrebbero essere quelle di individuare un credito di imposta o la rateizzazione delle bollette. Su quest’ultima sono piuttosto scettico. L’intervento sarebbe solo procrastinato e di fatto non cambierebbe la sostanza delle cose. Il costo per le imprese rimarrebbe intatto.”
Per una regione che, conviene ricordarlo, produce più di quanto consuma, con bollette che ogni giorno danno i numeri. Giusto per fare due esempi: la provincia di Sassari ha un surplus di produzione annuale di 2500 gigawatt/ora e la Città Metropolitana di Cagliari di 1600.