L’esposizione è assai ricca e articolata, con antichi strumenti dei laboratori di fisica, un’interessante raccolta di reperti archeologici, collocabili tra il Neolitico e il Medioevo, importanti carte geografiche cappuccine, comprese tra il XVI e XVIII secolo e un’interessante raccolta di minerali e fossili, oltre a una ricchissima sezione dell’arte sacra, che comprende quadri dal XV secolo in poi, paramenti, argenti, ex voto, statue, collane, corali, una collezione di reliquie e una di stampe con canti gregoriani miniati a mano.
La sezione etnografica, si compone quasi prevalentemente da oggetti utilizzati per le attività lavorative dei frati, come gli attrezzi dell’addetto alla falegnameria del convento, di quelli dell’orologiaio, del sarto, del fabbro, del cantiniere, del calzolaio e altre attività ancora. Non manca anche uno spazio riservato agli antichi strumenti musicali sardi come le launeddas e altri dove sono esposti antichi barattoli da erboristeria in ceramica, in marmo o in maiolica e preziosi servizi di piatti, bicchieri e boccali.
Con l’affidamento della gestione ad una cooperativa, il 5 ottobre scorso, il Museo Storico Etnografico dei Padri Cappuccini, nel corso di una cerimonia inaugurale, è entrato a far parte del Polo Museale Sanlurese, L’evento si è svolto alle 18.30 nella sala convegni del Convento. Dal programma, si è visto subito che tra gli invitati, non figurava colui che lo aveva materialmente allestito nel 1991. Per capirne di più, siamo andati a chiederlo direttamente a Don Eliseo Lilliu, che attualmente non è più un Cappuccino, ma un semplice sacerdote, ecco cosa ci ha raccontato.
“Quando ho saputo che il 5 ottobre, ci sarebbe stata l’inserimento del Museo Storico Etnografico dei Padri Cappuccini, nel Polo Museale Sanlurese, con l’affidamento della gestione a una cooperativa e non essendo stato invitato alla cerimonia, mi sono sentito alquanto offeso. In effetti quel museo esiste perchè io ne sono stato il padre, per questo mi sono deciso a recarmi a Sanluri, per capire se potevo essere presente anche io alla cerimonia e con mio grande stupore, mi è stato fatto chiaramente capire che la mia presenza non sarebbe stata gradita. Per me è stata una mazzata durissima, dalla quale non mi sono ancora ripreso, un gesto del genere, dai Cappuccini di Sanluri non me lo sarei mai aspettato. Purtroppo, anche se a malincuore, ho dovuto rinunciare”.
Certo che gli organizzatori, hanno perso una ghiotta occasione, rinunciando alla presenza di colui che aveva reso possibile la creazione del Museo, che forse avrebbe anche potuto rendere più interessante l’evento, spiegando come era stato possibile allestirlo e quali erano state le difficolta affrontate per allestirlo e renderlo fruibile a tutti.
Gian Piero Pinna