Vincenzo Piazzese (Presidente Archeoclub D’Italia di Ragusa) : “Alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico abbiamo presentato il restauro della Fontana di Demetra al Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento”.
Presentato anche il testo inedito che unisce le Vie Pubbliche Romane del Mezzogiorno D’Italia.
Pierfrancesco Rescio (archeologo Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) : “Il testo edito da Archeoclub D’Italia di Corato, è figlio di una ricerca che mette insieme le Vie Pubbliche Romane del Mezzogiorno D’Italia!”.
Anna Murmura, (Presidente Archeoclub D’Italia di Vibo Valentia): “Abbiamo presentato gli Atti del Primo Festival dell’Archeologia e del Turismo Culturale e Premio “Khaled – all – Asaad” che si è svolto a Vibo Valentia . Khaled era Direttore del sito di Palmira, ucciso dall’ISIS”.
“Per la prima volta abbiamo presentato un volume che raccoglie tutte le strade romane dell’Italia Meridionale: dalla via Appia alla Via Traiana, alla Via Popilia, alla Via Erculea e a tutte le loro diramazioni che arrivano a Napoli, a Pozzuoli, in Molise e giungono fino a Santa Maria di Leuca e Reggio Calabria. Ben 7 capitoli, 400 pagine illustrate dove sono segnati tutti i segmenti ricostruiti dalla letteratura scientifica. Ne è venuto fuori uno studio combinato di letteratura fonti storiche, topografia, toponomastica, archeologia e di tutti i monumenti presenti lungo queste strade. Molti tratti si trovano in piena campagna o sono stati recuperati dai tratturi che si sono sviluppati fino alla metà del XX secolo. Percorsi viari veri e propri, alcuni erbosi. Tra quelli meno conosciuti ci sono ad esempio la Via Erculea in Basilicata che dalla Campania arriva fino a Lauria e prosegue con la Via Popilia fino a Reggio Calabria. Poi c’è la Via Traiana che da Benevento raggiunge la Puglia arrivando fino a Brindisi e Otranto. Poi c’è la Via Appia che specialmente nell’Italia Meridionale è quasi completamente sconosciuta ed abbiamo ricostruito al 99%”. Lo ha dichiarato l’archeologo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Pierfrancesco Rescio.
Restauro della fontana di Demetra al Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.
“Alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum abbiamo presentato il Parco Archeologico della Valle dei Tempi con il restauro della fontana di Demetra, visitabile al 100%. Un momento davvero particolare. Poi ci siamo concentrati sul Tempio D che secondo le ultime scoperte potrebbe essere considerato il Tempio di Atena. Inoltre abbiamo illustrato il Tempio della Concordia – ha dichiarato Vincenzo Piazzese, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Ragusa – ma, alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico abbiamo anche evidenziato la bellezza di quello che sarà il rialzo di uno dei Telamoni oggi a terra”. Il professore Giovanni Di Stefano si è invece soffermato su Kamarina, città di seconda generazione come Agrigento, ricca e scomparsa con i romani.
Il modello Cefalù dove c’è la pietra lumachella al cui interno ci sono numerose conchiglie
“ArcheoLibro è la manifestazione nazionale di Archeoclub D’Italia, durante la quale presentiamo al pubblico quei lavori editoriali inediti realizzati dalle sedi territoriali. L’edizione 2022 si è svolta nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum con ben nove anteprime. Si tratta di testi che sono frutto di ricerche condotte sul territorio da Archeoclub D’Italia. In 50 anni le nostre sedi hanno esercitato attività e ricerche davvero capillari. E questa rete formata dalle sedi territoriali – ha dichiarato Flora Fortunata Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – nel tempo ha dato dei risultati sorprendenti con la conoscenza di quelle che sono le peculiarità di ogni luogo che sono davvero importanti perché ogni posto ha la propria storia. Ad esempio abbiamo presentato la particolarità di Cefalù dove c’è una grande Rocca che ha la pietra lumachella che si è formata geologicamente nel tempo inglobando una serie di conchiglie. Nei secoli questa pietra è stata lavorata dagli scalpellini, dagli artigiani ed ecco che questa pietra lumachella è possibile trovarla per le strade del nostro territorio di Cefalù. Il testo inedito e pubblicato da Archeoclub D’Italia sede di Cefalù, presentato alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si chiama : “Ta Archàia” . Ognuno di noi può dare il suo contributo ed essere protagonista dei processi di tutela e corretta fruizione, e può farlo solo se preparato e consapevole anche riguardo alle normative e ai processi che accompagnano, garantendolo, il diritto del bene culturale di essere tutelato e conservato. Noi, a Cefalù abbiamo messo in campo una rete tra associazioni e scuole per riscoprire la memoria storica. La sfida consiste nell’educare i cittadini al patrimonio culturale attraverso l’accessibilità e la partecipazione. Da una parte la pietra lumachella formata dal tempo e lavorata dagli artigiani ma dall’altra le cinque città che a Cefalù si sono succedute dopo la fondazione della città greco – ellenistica. Possiamo dire, dunque che Cefalù è laboratorio di convivenza tra patrimonio ambientale, naturalistico e storico – culturale”.
Il Primo Festival dell’Archeologia dedicato a Khaled – all – Asaad, l’archeologo direttore del sito di Palmira, ucciso dall’ISIS.
“Abbiamo presentato gli Atti del Primo Festival dell’Archeologia e del Turismo Culturale e Premio “Khaled – all – Asaad” che si è svolto a Vibo Valentia . Khaled era un archeologo di Palmira – ha dichiarato Anna Murmura, Presidente Archeoclub D’Italia di Vibo Valentia – che dopo avere per 40 anni diretto e gestito il sito archeologico di Palmira, ha continuato a collaborare anche nel periodo dell’ISIS ma nascondendo i beni archeologici, tutelandoli, evitando che fossero venduti. Non ha mai svelato dove fosse il luogo in cui aveva nascosto e protetto il patrimonio archeologico e per questo è stato ucciso dall’ISIS che lo accusò addirittura di Blasfemia. La sede Archeoclub d’Italia di Vibo Valentia ha così istituito il Premio “Khaled – all – Asaad” e durante la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, abbiamo illustrato gli Atti del Primo Festival dell’Archeologia e del Turismo Culturale tenutosi a Vibo Valentia”.
Archeoclub crea il Ponte Culturale sullo Stretto di Messina. Domenica 6 Novembre la visita al borgo siciliano di Pantano: una storia nella storia.
“Abbiamo creato il ponte culturale tra la Calabria, Reggio Calabria e la Sicilia, la Città Metropolitana di Messina. Sono territori che hanno peculiarità simili e particolari – ha affermato Rosanna Trovato, Presidente AercheoClub D’Italia sezione dello Stretto – ma che hanno in comune molto dal punto di vista culturale. Stiamo cercando di scoprire i nostri territori, mettendo in risalto le bellezze archeologiche, culturali ma anche naturalistiche. Abbiamo portato alla Borsa di Paestum la promozione di un borgo siciliano che si chiama Pantano che si trova a pochi chilometri da Messina. Questo borgo risale al 1296. E proprio in questo borgo c’erano delle suore che si dedicavano alla coltivazione delle erbe medicinali e servivano la Farmacia di Roccavaldina che oramai è diventata un museo. Domenica 6 Novembre i soci Archeoclub D’Italia saranno proprio in questo borgo, in un contesto naturalistico davvero affascinante e coinvolgente”.
Archeoclub D’Italia ha messo in campo una narrazione innovativa dell’archeologia.
La sede di Benevento, nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, ha presentato l’ArcheolOca, il Gioco dell’Oca con la conoscenza del patrimonio culturale di Benevento.
“La nostra presenza testimonia un percorso chje si sta avviando ed è un percorso molto aperto nello sguardo verso il PNRR, la digitalizzazione e tutti quei processi che cambieranno l’approccio all’archeologia. E’ evidente che le nuove tecnologie foriere di un nuovo linguaggio aperto alle nuove generazioni che sono pronte e disponibili alla cultura devono essere diffuse. Ad esempio – ha affermato Michele Martucci, Coordinatore Archeoclub D’Italia Campania – per quanto riguarda Archeoclub D’Italia, le sedi territoriali stanno creando e mettendo in campo idee nuove. Archeoclub D’Italia di Benevento illustra i siti della città attraverso il gioco dell’ArcheolOca, molte bello, un gioco . L’approccio deve essere questo e non più d’elité, con un’archeologia aperta che guardi al futuro e alle nuove generazioni”.
A Benevento nasce l’ArcheolOca.
“Abbiamo recuperato il gioco dell’Oca – ha affermato Francesco Morante, Presidente Archeoclub D’Italia di Benevento – un gioco antico, portandolo ad una dimensione storica e culturale. Infatti lo abbiamo chiamato gioco dell’ArcheolOca. Un’Oca che viaggia nell’archeologia per scoprire i monumenti, in questo caso di Benevento. Noi lo abbiamo tarato sulla nostra realtà locale. Facendo il lancio dei dadi, come sanno fare i bambini, nelle varie caselle si incontrano le varie emergenze monumentali archeologiche, culturali ed ambientali del periodo romano e longobardo. E’ un modo simpatico di avvicinare i bambini, i giovani, i ragazzi, divertendosi, alla conoscenza della nostra storia”.
ArcheoLibro ha ottenuto un grande successo con molteplici presentazioni inedite
“Baia 1959-1960: i diari delle ricerche subacquee di Nino Lamboglia” –Ed. IRECO di Stefano Gargiullo (2022) . A cura della sede Archeoclub D’Italia di Benevento, “Il Grande Gioco dell’ArcheolOca. Alla scoperta di Benevento”- Ed. Archeoclub di Benevento (2022). La sede di Cefalù ha presentato: “Ta Archàia. Esperienze di divulgazione culturale a cura dell’Archeoclub d’Italia sede di Cefalù” – Salvatore Marsala Gruppo Editoriale (2021).
Ed ancora la sede Archeoclub D’Italia di Corato: “Anima Latina. Vie pubbliche romane del Mezzogiorno d’Italia” – Pegasus Edizioni (2022) . La sede di Ferentino, invece, ha illustrato “Dove le pietre parlano” – Ed. Archeoclub d’Italia sede di Ferentino (2021). La Sede Archeoclub DItalia ha presentato: “La favola del Cremera” edizione 2021. La sede marchigiana di Jesi, ha illustrato invece il testo: “Jesi in tasca” edizione 2019. Ed ancora Sicilia e Calabria. Ad esempio la sede Archeoclub D’Italia di Termini Imerese, è stata presente con : “In viaggio con Eleni e Andreas” – Ed. Arianna (2021), mentre la Sede Archeoclub D’Italia di Vibo Valentia: “Il mare e le sue genti. Atti del primo festival dell’archeologia e del turismo culturale e premio Khaled –all-Asaad” – Ed. Diemmecom (2021).
L’ArcheoTeatro e la riproduzione della ceramica della Daunia Antica hanno attratto un grande interesse di pubblico allo stand di Archeoclub D’Italia.
Riprodotta la ceramica della Daunia Antica
“Ho riprodotto la ceramica della popolazione vissuta sul Gargano dal X al VII sec. a.C. e nel VII secolo e l’ho fatto in occasione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico – ha affermato Angela Quitadamo, artista, Presidente Archeoclub D’Italia sezione Siponto – Monte Sant’Angelo – lo stand di Archeoclub D’Italia. Noi facciamo uno studio approfondito, collaborando con Università e Musei e riproduciamo i manufatti proprio di quel periodo storico. Abbiamo riprodotto le ceramiche della Daunia Antica”.