Cavalli selvaggi dell’Aveto, l’intervento della Brambilla: “Vanno liberati”. Oggi lunedì 24 ottobre la riunione in Regione per decidere le sorti dei sette cavalli catturati e rinchiusi in un recinto.
Michela Vittoria Brambilla, l’angelo custode dei cavalli, deputata e presidente fondatrice della Lega Italiana per la Difesa degli Animali (LEIDAA), interviene ancora una volta per salvare i cavalli selvaggi dell’Aveto.
Già altre volte era intervenuta per salvarli, come nel 2015 quando con un blitz liberò altri cavalli che anche in quell’occasione erano stati rinchiusi in un recinto. Ora è successo di nuovo, sono stati catturati sette cavalli e rinchiusi in un recinto per la deportazione, e la Brambilla è accorsa in loro aiuto insieme a tutti i volontari e associazioni animaliste.
“Ho parlato con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dei cavalli dell’Aveto. Mi ha assicurato che nessun cavallo avrà danno da qualsiasi azione intrapresa, e per lunedì 24 ottobre ha convocato una riunione con i soggetti interessati.
Io dico che devono essere garantiti la libertà e il benessere dei cavalli selvaggi dell’Aveto e il modo migliore per farlo, e per ridurre al minimo interferenze con le attività umane, è riportare nel loro ambiente gli animali catturati e ora rinchiusi in un recinto.”
“Non ci può essere – sottolinea l’on. Brambilla – alcuna deportazione, men che meno in luoghi dove i cavalli potrebbero essere sfruttati o addirittura macellati. I cavalli selvaggi dell’Aveto vanno riconosciuti e tutelati quale patrimonio della Regione”.
Nei giorni scorsi i volontari che da sempre seguono questa popolazione di cavalli “senza padrone”, una delle poche rimaste in Italia, ne hanno trovati sette rinchiusi in un recinto: qualcuno, col pretesto del “pericolo” per la sicurezza pubblica, li aveva catturati, caricati su un camion e sottratti ai loro pascoli in altura, intorno al lago di Giacopiane, per destinazioni e fini che sfuggono ad ogni controllo.
“Si tratta – ricorda la deputata – di una delle poche popolazioni in Italia di cavalli allo stato di natura: animali liberi, abituati a cavarsela da soli anche nella ricerca del cibo, attentamente monitorati da volontari e ricercatori di varie Università, che da tempo attirano l’interesse dei turisti.
Sarebbe opportuno, come il consiglio regionale sembrava orientato a fare, riconoscere la “popolazione rinselvatichita” di cavalli e stanziare fondi adeguati per salvaguardarli da maltrattamenti, bracconaggio e macellazioni clandestine.
La prima cosa da fare sarebbe realizzare uno sbarramento ecologico che impedisca agli animali di scendere troppo a ridosso delle frazioni più abitate. Invece oggi questi cavalli, così amati dai turisti, sono esposti agli abusi e all’arbitrio di chiunque decida di approfittarne”.
Gli animalisti annunciano battaglia: questi cavalli non entreranno in un allevamento, per nessun motivo e neanche temporaneamente.
Sono cavalli liberi, e farli entrare in un allevamento, per di più dove altri cavalli come loro vengono mandati al mattatoio, per loro sarebbe peggio che morire.
Dovranno rimanere liberi nella loro terra, sono una risorsa non un problema, e dovranno finalmente essere protetti e tutelati per sempre, affinchè tutto questo non accada mai più. E non ci fermeremo qui, aggiunge Meta Parma, perchè è veramente ora di dare un segno di civiltà anche nella nostra Italia e dire una volta per tutte STOP ALLA MACELLAZIONE DEI CAVALLI.
“Riconoscere cavallo, asino, mulo e bardotto come animali da compagnia, vietarne la macellazione, l’importazione e l’esportazione a fini alimentari, vietare la vendita e il consumo della carne equina, vietare l’utilizzazione degli equidi in spettacoli o manifestazioni pericolose o degradanti, assicurare la tracciabilità dei cavalli attraverso interventi sull’anagrafe equina”, era il contenuto della proposta di legge depositata alla Camera dei deputati da Michela Vittoria Brambilla nel 2013.