Desirè Manca: lotta allo spopolamento con le armi spuntate
“Una lotta contro lo spopolamento con le armi spuntate. Una lotta allo spopolamento attraverso l’elemosina del Presidente Solinas ai genitori sardi che effetti a lungo termine potrà mai avere?Di certo fallimentari: sicuramente non saranno sufficienti i seicento euro elargiti dal Presidente a consentire alle famiglie di trasferirsi nei centri sotto i tremila abitanti.
Con 600 euro al mese destinati ad ogni primogenito e 400 euro a ciascun secondo figlio non si creano le infrastrutture e i servizi fondamentali per garantire una qualità della vita dignitosa.
Questi 600 euro a figlio non consentiranno la costruzione di strade, il reclutamento di medici ci base, e di pediatri di cui oggi centinaia di piccoli comuni sono sprovvisti, non verranno costruite nuove scuole e non si creeranno nuovi posti di lavoro. Servizi che nei piccoli comuni sono venuti a mancare senza che la Regione abbia messo in campo nessun intervento risolutivo.
Ma soprattutto – osserva Desirè Manca – il Presidente non ha considerato che questo provvedimento inasprirà il divario tra centri minori: basti pensare che chi abiterà nei paesi al di sotto dei tremila abitanti riceverà il contributo e chi invece abiterà in quelli dove i residenti sono tremila e uno come si dovrebbe comportare?
Lo spopolamento ha radici decennali che solo un’attenta e valida programmazione basata sulla creazione dei servizi essenziali potrà contrastare.
Offrire un contributo economico per cinque anni non è una soluzione in grado di porre le basi per rendere un territorio attrattivo e funzionale”.
Così la consigliera regionale del M5s Desirè Manca replica alle dichiarazioni del Presidente della Regione, Christian Solinas, il quale ha annunciato l’approvazione delle linee guida per la misura economica prevista nell’ultima legge Finanziaria.
“Ad abbandonare la Sardegna oggi sono soprattutto i giovani, che lasciano la propria terra proprio perché questa classe politica è incapace di trattenerli.
Quali prospettive hanno i giovani sardi per il proprio futuro? Il primo esempio di come la meritocrazia non venga tenuta in considerazione, infatti, viene proprio dal Governatore che continua a fare ricorso a nomine fiduciarie anziché assegnare incarichi di collaborazione o consulenza tramite regolari bandi pubblici.
In altre parole: l’incarico si ottiene se si fa parte degli “amici” del Presidente e se si è disposti a dire sempre di sì.
Questo è il modo di procedere che il Presidente applica costantemente nella politica spicciola che da tre anni porta avanti senza avere minimamente la capacità di affrontare i veri problemi della Sardegna e dei sardi: salute, trasporti, lavoro, ambiente, per scongiurare l’impoverimento e lo spopolamento della nostra isola”.