E’ il protagonista assoluto di Play Boy, film che lui stesso ha scritto diretto da Domenico Costanzo.
Un lavoro di Giuseppe Ferraro che ripercorre i recenti tre anni innescati dalla pandemia, che gli ha procurato tantissimi problemi, ragion per cui ha dovuto rimboccarsi le maniche per risolvere la crisi in cui era entrato.“Ad un certo punto, a causa della pandemia, mi sono ritrovato per strada. Non avendo famiglia o figli, ho facilmente compreso che dovevo rimboccarmi le maniche perché dovevo e volevo andare avanti. Sia per me, sia per un cavallo di trent’anni, lasciatomi in eredità da mio padre, a cui non potevo dare da mangiare. Per questo, mi sono aggrappato con tutta la forza al reddito di cittadinanza. E, nel frattempo, ho scritto la sceneggiatura di Play Boy, in cui Domenico Costanzo ha deciso di farmi fare il protagonista, anche se non ero mai stato un attore, poiché dovevo interpretare me stesso, quello che mi era successo”.
Il film è infatti articolato in quattro storie che alla fine si congiungono in un’unica storia. Oltre a parlare dei rapporti amorosi, che ormai non reggono più, la pellicola affronta i tradimenti da parte degli amici, ma anche l’improvvisa perdita del lavoro. Problemi che si possono risolvere soltanto se si trova la forza di andare avanti. Proprio come ha fatto Giuseppe. Al centro della scena dei circa 120 minuti di trama c’è un uomo, benestante, che ha improvvisamente un tracollo.
“La storia comincia nella Firenze nel 2019, anno prima del Covid. Chi ha visto Play Boy si è immedesimato nel racconto. Il protagonista si trova, infatti, a frequentare diverse donne con cui puntualmente il rapporto finisce. Un uomo che affronta poi difficoltà in ambito lavorativo, passando per le delusioni che riceve dagli amici e per gli imprevisti della vita. Ognuno di noi, prima o poi, attraversa queste fasi. Play Boy parla di una guerra, che è quella che stiamo combattendo da tre anni a questa parte col Covid dove non ci sono più certezze”.
Nel corso della sua vita, Ferraro ha sempre avuto una facilità di conquista con le donne; ragion per cui ne ha avuto tante. Il film tocca quindi i punti cruciali della vita che ho vissuto, allargandosi anche a quelli patiti dagli amici, che hanno dovuto chiudere dei negozi e attraversare altre odissei. L’auspicio di Giuseppe è dunque quello che tutti quanti riescano a riprendersi dal periodo bruttissimo che abbiamo e stiamo ancora affrontando, anche se ancora oggi non si vedono possibili vie d’uscita.
“Gli attori scelti sono stati tutti bravi, in primis Sergio Forconi e Luca Ferrante, che interpreta un mio amico che si è suicidato dopo essere entrato nella spirale del gioco, così come Mia Beghetto e Gianluca Magni. Play Boy, oltre a parlare dei giorni attuali può insegnare come si esce dai problemi. E’ un invito a non arrendersi, come invece ha fatto il mio amico pischello quando si è suicidato. Il film è emozionante; spinge senz’altro a una riflessione sulla vita sempre più difficile, tra tasse che aumentano, anche per la recente guerra tra Russia e Ucraina, e i politici che non trovano soluzioni adeguate”.
Prossimamente, verrà realizzato un secondo film, che riporterà Giuseppe Ferraro in primo piano nelle sale cinematografiche.