L’ARCIVESCOVO DI CAGLIARI INCONTRA I ROTARY CLUB DELLA CITTÀ METROPOLITANA
L’Arcivescovo di Cagliari S. E. Monsignor Giuseppe Baturi, ha incontrato i Rotary Club della città Metropolitana
In particolare, entrambi i rappresentanti delle amministrazioni comunali, hanno tenuto ad esprimere vivo apprezzamento per i progetti di pubblico interesse culturale, ambientale e sociale realizzati dal Rotary nell’ambito della propria attività di service a favore delle comunità locali, coinvolgendo proficuamente molte altre organizzazioni operanti sul territorio.
La serata ha avuto inizio con l’indirizzo di saluto dell’ Ing. Sandro Catta, Presidente del Rotary Club di Quartu Sant’ Elena, che ha organizzato l’importante evento (con la collaborazione degli altri Club Rotary dell’area del Capoluogo), che, dopo aver sinteticamente delineato l’apprezzata opera pastorale svolta da Monsignor Baturi a favore dell’intera comunità isolana, ha presentato l’avvincente tema della conversazione:
“La Chiesa italiana e le prospettive del Paese”.
L’Arcivescovo, per il proprio intervento, ha voluto prendere spunto da alcuni dei temi di maggiore valenza recentemente emersi ad ASSISI, in occasione della tradizionale accensione della lampada votiva sulla tomba di San Francesco, da parte degli amministratori delle comunità.
La Chiesa, ha voluto ricordare in esordio Monsignor Baturi, (richiamando la drammaticità della attuale congiuntura di ordine politico-militare, sanitario, economico ed alimentare) è da sempre protesa verso il bene dei popoli, animando la speranza di ricostruzione di un futuro, a cui si deve concorrere ripensando e facendo memoria a quanto è accaduto in questi difficili momenti, che coinvolgono l’intera umanità mondiale.
Il tema della fragilità umana…
L’Arcivescovo ha preso in esame il tema della fragilità umana, ponendo l’accento sulla assoluta necessità che non si debba mai perdere consapevolezza della propria fragilità e della conseguente vulnerabilità dell’intera società;
al riguardo, ha citato il messaggio di Olga Tokarczuk (premio Nobel per la letteratura nel 2018), che nell’esaminare le nostre fragilità umane, ha posto l’accento su alcune debolezze emerse (causa Pandemia COVID 19) proprio nell’ambito delle società più “evolute”, ricordando quanto siano delicati i nostri anziani e tutti coloro che nutrono l’aspettativa della nostra assistenza e cura.
Monsignor Baturi (ricordando l’esperienza del lockdown) ha invitato i presenti ad interrogarsi sul concetto di salute, che non può essere circoscritto alla sola l’integrità fisica, o dove lo star bene non è solo una condizione psicologica, ma anche una condizione spirituale delle persone, che vivono bene circondati dai propri affetti.
…e il senso della comunità
L’arcivescovo, proseguendo nel proprio dotto intervento cita Sant’Agostino laddove questi esalta la funzione dell’appartenenza alla comunità
… ciò che trasforma un gruppo di individui in un popolo è la concorde comunanza delle cose che ama, è l’amore, è il desiderio, è la speranza, che ci rende comunità e che fa sì che dalle situazioni di emergenza e di crisi si rinnovi la consapevolezza circa l’amore prevalente, che ci costituisce, l’amore è già noi stessi fratelli per la citta, per la comunità … .
In particolare, al riguardo l’Arcivescovo ha voluto precisare il significato di comunità, che non è definito semplicemente dalla delimitazione fisica (“mura”), ma ha un’anima, un destino, una propria vocazione, un ambito sociale dove il principio di solidarietà, che nasce da questa percezione di comunanza di destino, ha bisogno di reti comunitarie:
di famiglia, di centri, di clubs, di volontariato, di associazionismo no profit, proprio perché nasce dalla partecipazione dell’uomo che si realizza nelle comunità.
In un siffatto ambito, diceva San Giovanni Paolo II,
… trova la massima espressione la creatività del cittadino, fonte necessaria per sollecitare le comunità, sviluppando momenti di incontro, di riflessione, di capacità di individuare bisogni, instaurando con le Istituzioni rapporti non soltanto di dialogo, di aiuto economico, ma cercando di leggere insieme la realtà del nostro popolo e di tentare azioni comuni… .
Riflessioni
Infine, il Monsignor Giuseppe Baturi, ha voluto condividere con l’attenta platea una riflessione “la nostra società per essere più libera e più solidale ha bisogno di essere più partecipata nelle diverse realtà sociali”, ed un veemente auspicio (ricordando a tutti di far memoria di ciò che abbiamo vissuto per immaginare un nuovo futuro):
“se la paura può difenderci, essa non può costruire; per costruire insieme ci vuole speranza ed è quello che possiamo augurarci certi che solo la speranza possa mettere insieme le nostre energie”.
La conversazione, per l’attualità dei contenuti e l’indiscutibile levatura delle tesi addotte, ha suscitato grande apprezzamento e spunti di riflessione nella folta e qualificata platea, che non ha voluto mancare a questo ennesimo evento culturale organizzato dai Rotary Club cittadini.