Libri storici sul femminismo
Tre libri storici sul femminismo che aiutano a creare una forte consapevolezza, nelle donne ma non solo, sull’importanza e sulle difficoltà che il movimento femminista ha affrontato e che ancora oggi deve affrontare, in Italia e nel mondo.Testi da cui scaturiscono numerose riflessioni che contribuiscono alla formazione di una solida coscienza morale e sociale sul tema.
Armanda Guiducci: La mela e il serpente. Autoanalisi di una donna (1974)
Armanda Guiducci è stata una scrittrice, filosofa e critica letteraria italiana nata a Napoli nel 1923, scomparsa nel 1992.
La sua passione per la psicoanalisi e l’antropologia culturale l’hanno spinta ad affrontare il tema femminismo in modo molto personale, attraverso la creazione di una sorta di “campione di esistenza femminile” costruito attraverso le sue esperienze personali comuni in realtà, a tutte le donne.
Storie di bambine, ragazze, donne.
Narrazioni che percorrono “fasi obbligate” nella vita di ognuna: il sangue della donna, l’entrata nel ruolo, mater mystica.
Un “contributo alla lotta della donna contro sé stessa”
Soprattutto nella prima parte del testo, “il sangue della donna”, la Guiducci affronta il tema delle mestruazioni:
una tappa obbligata nella vita di ogni donna e guida, a partire dai riti dei popoli primitivi che temevano il rischio di contaminazione, nella conoscenza delle numerose superstizioni che fanno parte della vita di ciascuna di noi e che, ancora oggi, inconsciamente, ricattano il nostro mondo e il nostro modo di vivere.
Da Adamo ed Eva (la mela e il serpente), passando attraverso la figura della donna nella società i tabù del sesso e l’inconscio maschile, l’autrice ci conduce, attraverso le sue riflessioni, alla consapevolezza dei pensieri, dei dubbi e delle paure che ogni donna si pone nel corso della propria esistenza.
Un forte “contributo alla lotta della donna contro sé stessa” dalla quale possono nascere nuove consapevolezze.
Gabriella Parca: L’avventurosa storia del femminismo (1976)
Gabriella Parca, nata a Castel di Tora nel 1926, scomparsa nel 2016, è stata una giornalista e scrittrice:
autrice delle prime inchieste sui rapporti tra i sessi nell’Italia del dopo guerra, con particolare attenzione alla condizione delle donne.
Il libro “L’avventurosa storia del femminismo” è stato scritto nel pieno delle lotte femministe italiane degli anni ’60 e ‘70; introduce all’analisi di quelli che l’autrice considera i primi ostacoli nella vita delle donne, a partire dai modelli educativi:
le bambine sono spinte, fin dai primi anni, a reprimere il loro spirito di iniziativa e a dirigere i loro interessi verso il ruolo classico loro assegnato, ovvero quello di moglie e di madre.
Nell’uomo questa limitazione non esiste, è “naturalmente” proteso verso il traguardo professionale senza che tale propensione sia in alcun modo in contrasto con quella di uomo e marito:
anzi, il suo successo è percepito come vantaggioso per tutti.
L’impronta educativa e la “doppia morale”
Tale impronta educativa contribuisce alla creazione di luoghi comuni e pregiudizi che concorrono a determinare un sistema che si fonda su quella che può essere definita la “doppia morale”:
tutta una serie di comportamenti sono accettati normalmente nell’uomo ma non nella donna.
L’autrice procede con una rassegna storica sulla storia del femminismo con una visione prettamente giornalistica:
analizza le fasi più importanti del movimento, dalla lotta per il voto negli Stati Uniti, il ruolo delle suffragette inglesi e la battaglia delle idee in Francia per poi affrontare il tema femminismo nel nostro paese.
Due correnti di pensiero all’interno del movimento femminista italiano
Molto rilevante, nella storia del femminismo italiano, la creazione di due correnti di pensiero all’interno del movimento:
una corrente di pensiero che vedeva nel lavoro il mezzo principale per emancipare la donna, come riteneva Anna Kuliscioff;
l’altra corrente, impersonata da Maria Mozzoni, vedeva l’emancipazione femminile come un grande ideale sociale che unisce tutte le donne e che doveva spingerle a lottare anche contro l’egoismo maschile.
Una cronaca della storia del femminismo che evidenzia il valore sociale e la successiva influenza nella stessa di figure importanti come:
- Margaret Brent: americana, fu la prima donna a chiedere di votare nel 1647;
- Marty Smith: inglese, nel 1832 inviò alla Camera dei Comuni una petizione perché le si riconoscesse il diritto di voto, dato che lo stato le imponeva di pagare le tasse (“no taxation without representation”);
- Anna Maria Mozzoni: dopo aver frequentato il Collegio delle “fanciulle nobili e povere” di Milano e uscita dal collegio nel 1851, divenne presto pioniera del movimento di emancipazione femminile in Italia.
Maria Rosa Cutrufelli: L’invenzione della donna, miti e tecniche di uno sfruttamento (1974)
Maria Rosa Cutrufelli è nata a Messina nel 1946.
Scrittrice e giornalista da sempre impegnata nel movimento femminista italiano ha scritto numerosi testi sull’emancipazione delle donne.
Il libro “L’invenzione della donna” è un testo politico che evidenzia la strumentalizzazione costante della donna e si pone come obiettivo quello di aiutare le donne stesse ad acquisire la “coscienza di sfruttate”.
La strumentalizzazione costante della donna
L’autrice parte dall’analisi della prima metà del XIX secolo, quando le donne iniziano a prendere coscienza della loro oppressione e cominciano ad organizzarsi come movimento (il movimento operaio e il movimento femminista nascono nello stesso periodo) per poi sviluppare numerosi temi:
dalla mitologia della donna nel capitalismo europeo ed americano fino al mito della libertà sessuale, addentrandosi in analisi molto interessanti sul ruolo decisivo inferto dalla cultura di massa alle donne.
Lo spazio concesso dai libri di testo scolastici e dai saggi al femminismo era davvero poco:
anche in questo modo la cultura ufficiale ha contribuito a sminuire sistematicamente il significato storico e, quindi, l’importanza di queste lotte.
E così anche i romanzi, i film, i fumetti e i cartoni hanno contribuito alla creazione della condizione di sfruttamento delle donne:
l’autrice ha rivolto la sua attenzione in particolar modo a questi meccanismi che hanno deformato la figura della donna.
Elena Elisa Campanella