Milano, ci impediscono di fare sicurezza, via ai manifesti funebri
Area B e C a Milano, Fsp Polizia: “Incredibile che ci venga impedito di fare sicurezza. Specificità del nostro lavoro sconosciuta al Comune”.
E dal 17 via ai manifesti “funebri”
“Svanita ogni chance di spiegare al Comune di Milano cosa sia la specificità del lavoro dei poliziotti, evidentemente sconosciuta agli amministratori cittadini, non resta che procedere con i manifesti pubblici con cui annunceremo la ‘morte’ del confronto necessario ad evitare provvedimenti nefasti che si ritorceranno, tanto per cambiare, sulla nostra pelle.
E’ incredibile, ma siamo qui a cercare di evitare che ci venga impedito di fare sicurezza”.
Non usa mezzi termini Giuseppe Camardi, Segretario provinciale Fsp Polizia di Stato di Milano, nel contestare l’iniziativa del Sindaco del capoluogo meneghino, Giuseppe Sala, di istituire le cosiddette Aree B e C, con cui è stabilito il divieto di accesso e di circolazione per le auto a benzina euro 2 e per quelle a diesel euro 4 ed euro 5 dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30.
La protesta
Una protesta che porterà Fsp Polizia ad affiggere nel Municipio 1, a partire da lunedì 17, dei “manifesti funebri” con cui richiamare l’attenzione sul problema e denunciare “l’irragionevolezza –
aggiunge Camardi –
di un’amministrazione che finge di non conoscere l’imprevedibilità, i sacrifici, le necessità operative che caratterizzano il lavoro di chi fa sicurezza”.
“Impedire agli operatori di muoversi nella maniera più snella, rapida ed efficiente possibile –
gli fa eco Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato -, è di una leggerezza che rasenta l’irresponsanbilità.
Tralasciando il cinismo con cui si finge di ignorare che già i poliziotti fanno i conti con sacrifici personali, familiari ed economici tali da non potersi permettere di avere dei nuovi mezzi di trasporto da un giorno all’altro, il vero problema è concettuale.
Il vero problema è che si ritenga che gli appartenenti alle forze dell’ordine svolgano un lavoro organizzato e programmabile come gli altri;
che invece di alleviarne le difficoltà sostenendoli in ogni modo ed agevolando l’espletamento di un servizio che risponde a un diritto fondamentale dei cittadini, si dimostri il più totale disinteresse lasciando che si arrangino.
Chi fa sicurezza non ha orari, non può girare le spalle e andarsene perché altrimenti la metro chiude, non può non accorrere in tutta fretta perché magari un treno è in sciopero.
Chi fa sicurezza ha già fin troppi problemi per doversi scontrare anche con provvedimenti che non hanno alcuna attinenza con la realtà”.