Cambio data per “Vuelvo al Sur / Voci dall’America Latina”
Cambio data per “Vuelvo al Sur / Voci dall’America Latina”, la nuova produzione di OfficinAcustica che slitta a sabato 7 gennaio alle 21 sempre nella Sala dei Ritratti di Palazzo Siotto a Cagliari, per un suggestivo appuntamento tra parole e note incastonato nel cartellone di “Voci e Suoni d’Autunno”, la rassegna organizzata da OfficinAcustica con la direzione artistica di Anna Lisa Mameli e Corrado Aragoni.
Cambio data per “Vuelvo al Sur / Voci dall’America Latina” – Un omaggio ad artiste straordinarie come Chavela Vargas e Mercedes Sosa, Violeta Parra e Amelita Baltar, in un ideale viaggio verso Sud, come luogo geografico ma soprattutto spazio simbolico e paese dell’anima, alla scoperta delle sue mille sfumature e alle sue profondità, per celebrare il talento e l’intelligenza femminile (già in programma venerdì 25 novembre alle 21 per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, ma rimandato all’inizio del nuovo anno).“Vuelvo al Sur” è un progetto originale firmato OfficinAcustica, con testi di Anna Lisa Mameli e arrangiamenti e direzione musicale di Corrado Aragoni, ispirato ad alcune figure emblematiche della cultura del Novecento, artiste che hanno saputo sovvertire il destino e hanno lottato in favore dei popoli oppressi, divenute simbolo dell’identità nazionale e della musica tradizionale, seppure ripensata in chiave moderna.
Sotto i riflettori la cantante e attrice Anna Lisa Mameli (voce) con Anna Maria Viani al violino, Massimo “Maso” Spano al contrabbasso e Corrado Aragoni al pianoforte per una preziosa antologia di brani celeberrimi e meno conosciuti, tra la musica ranchera e le struggenti e appassionate melodie di Chavela Vargas, la tradizione popolare sudamericana e argentina reinventata da Mercedes Sosa, alcuni pezzi significativi del vasto repertorio della cantautrice e poetessa Violeta Parra e il Nuevo Tango di Astor Piazzolla e il folklore argentino nella versione di Amelita Baltar.
Un raffinato e coinvolgente concerto, per un affascinante itinerario sonoro alla (ri)scoperta delle “Voci dall’America Latina” che hanno ridisegnato la geografia dell’immaginario valorizzando il ricco patrimonio della musica popolare del Centro e del Sud America.
Nata a San Joaquín de Flores in Costa Rica nel 1919 Chavela Vargas, al secolo Isabel Vargas Lizano, trasferitasi in Messico, ha iniziato a esibirsi come cantante di strada per poi diventare professionista negli Anni Cinquanta, mentre le prime registrazioni risalgono agli Anni Sessanta.
La sua vita movimentata, il suo temperamento, i suoi atteggiamenti, la scelta di indossare abiti maschili, con i pantaloni oltre al caratteristico poncho, una pistola alla cintura, insieme alla sua sessualità trasgressiva e i suoi molti amori, ma soprattutto le sue canzoni, ispirate alla tradizione ranchera, ricche di passione e malinconia ne fanno una creatura quasi leggendaria.
La voce tocca l’anima e esprime il dolore in tutta la sua intensità, tra storie di donne abbandonate e esistenze spezzate, tra camere da letto e celle di prigione, interminabili bevute al bar: il canto sembra quasi interrompersi per poi riprendere, fino alla fine. Tra le sue frequentazioni, artisti come Frida Kahlo e Diego Rivera, ma anche il presidente del Messico Luis Echeverría.
Dopo una lunga assenza dalle scene, riscoperta quasi per caso, Chavela Vargas ha ripreso la sua carriera, partecipando anche al film di Werner Herzog “Grido di pietra”; negli Anni Novanta ha collaborato alle colonne sonore dei films di Pedro Almodóvar ed è presente, con un cameo in cui canta “La llorona” in “Frida” di Julie Taymor, con Salma Hayek.
Icona della cultura argentina e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura, Mercedes Sosa (1935-2009), soprannominata “La Negra”, si è appassionata alla musica popolare fin dall’adolescenza delle danze popolari.
All’inizio degli Anni Sessanta, con il Movimiento del Nuevo Cancionero di cui fanno parte anche Armando Tejada Gómez, Manuel Oscar Matus e Tito Francia, porta avanti un progetto di rinnovamento della tradizione attraverso canzoni che raccontano la vita quotidiana. Il primo album, “Canciones con fundamento”, esce nel 1959; nel 1965 trionfa al Festival Nacional de Folklore di Cosquín e incide “Romance de la muerte de Juan Lavalle” con Ernesto Sabato e Eduardo Falú, cantando “Palomita del valle”; nel 1966 esce “Yo no canto por cantar”, poi “Hermano” e a “Para cantarle a mi gente” e intanto si esibisce in una lunga tournée tra Miami, Lisbona e Porto, Roma, Varsavia, Leningrado, Baku e Tbilisi, mentre con Ariel Ramírez l realizza “Mujeres Argentinas”.
La sua carriera costellata di successi continua, nonostante la sua musica sia invisa al regime, dopo l’instaurazione della dittatura ma nel 1979 è costretta all’esilio e si rifugia a Parigi e poi a Madrid. Tornerà in Argentina solo nel 1982, con una serie di concerti al Teatro dell’Opera di Buenos Aires: Mercedes Sosa diventa il simbolo della resistenza e della speranza, un’icona di libertà.
Cantautrice e poetessa, ma anche pittrice, Violeta Parra (nata Violeta del Carmen Parra Sandoval – 1917-1967), figura fondamentale per la riscoperta e la diffusione della cultura popolare cilena, ha dato voce alla sofferenza e alla battaglia contro le ingiustizie sociali.
Un’infanzia segnata dalla povertà, tra la capitale Santiago e le cittadine di Lautaro e Chillán al seguito del padre, maestro di musica, mentre la madre Donna Clarisa sostiene la famiglia col suo lavoro di modista, inducono la giovanissima Violeta e i fratelli a cercare di guadagnare qualcosa, esibendosi come musicisti, sui treni o nelle piazze o nei circhi ambulanti.
Trasferitasi a Santiago, Violeta incontra il futuro marito Luis Cereceda, e intanto inizia la sua carriera, grazie a una voce rara, con un timbro acuto e graffiante, che spazia dalla dolcezza, ai toni ironici, fino alla pura espressione del dolore, quasi come un grido lacerante.
In viaggio, con quaderni e penne, e un registratore, inizia la sua ricerca sulle radici musicali del popolo cileno, raccogliendo i canti tramandati dai vecchi, ormai sul punto di scomparire dalla memoria collettiva. Il suo repertorio si arricchisce, il suo stile muta e diventa ancora più personale, viene apprezzata da artisti come Pablo Neruda, che le dedica la sua “Elegía para cantar”.
Viaggia per il mondo, dalla Polonia a Parigi, continua a comporre e a cantare, ritorna in Cile dove scrive “Las Décimas Autobiográficas” e si cimenta con le arti plastiche e le arti visive. Tra i suoi progetti la creazione di un grande Centro d’Arte Popolare a Santiago.
“Vuelvo al Sur” comprende anche un tributo alla cantante argentina Amelita Baltar, nata a Buenos Aires nel 1940, compagna di vita e d’arte di Astor Piazzolla per una stagione intensa in cui hanno preso forma gli stilemi del Nuovo Tango.
La sua carriera inizia come interprete della musica popolare, poi nel 1968, dopo aver inciso il primo album da solista, vince il primo premio al Festival National Del Disco a Mar del Plata. Scelta da Astor Piazzolla per il ruolo della protagonista di “María de Buenos Aires”, la suggestiva “tango operita” scritta con il poeta Horacio Ferrer, Amelita Baltar si rivela l’interprete perfetta per le composizioni musicali innovative che nella seconda metà del Novecento hanno rivoluzionato la musica argentina, con la nascita del Nuevo Tango, come la “Balada para un loco”.
La sua carriera prosegue dopo la fine del sodalizio con Astor Piazzolla, la cantante, apprezzata in Argentina e in tutta l’America Latina, conquista con la sua voce anche gli Stati Uniti e l’Europa.
Quattro donne, quattro artiste, ciascuna con la sua personalità, che hanno influenzato storia della musica del ventesimo secolo con le loro canzoni: creature determinate e combattive che grazie al proprio talento e al proprio coraggio hanno trasformato il loro destino, reinterpretando con la propria sensibilità la musica tradizionale della loro terra, facendosi custodi e promotrici della cultura dell’America Latina nel mondo.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il prossimo appuntamento con “Voci e Suoni d’Autunno” sarà quindi sabato 10 dicembre alle 21 a Palazzo Siotto, dove – risuoneranno le melodie di “Blu”, il nuovo album dell’Aranzolu Trio, formato da Antonio Farris (contrabbasso), Thomas Sanna (pianoforte) e Alessandro Garau (batteria): «un percorso musicale in dieci tracce, scritto e arrangiato a sei mani dai tre artisti, ciascuno dei quali contribuisce con le proprie composizioni, che in questo progetto hanno trovato il loro colore e il loro sound finale» si legge nella presentazione. Il nome del trio, “Aranzolu” (che in sardo significa ragno), richiama l’immagine di una tela sonora che i musicisti costruiscono ed elaborano aprendo i brani all’improvvisazione».
La terza edizione della rassegna “Voci e Suoni d’Autunno” è organizzata da OfficinAcustica, in collaborazione con la Fondazione Siotto, con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna.