L’attualità dei giochi popolari sardi
Dalle carte sarde tradizionali ai tornei di Mariglia, passando per il Truco e la morra sarda, i giochi isolani sono, sebbene di lontana origine, ancora molto attuali tra gli appassionati e presentano inoltre delle forti somiglianze con le regole di alcune discipline amatissime, soprattutto sul canale web, dalla Scopa al blackjack.
Giochi popolari sardi. Il mazzo tradizionale sardo, tra le carte da gioco italiane, è una variante regionale particolare, che presenta forti influenze derivanti dalla cultura spagnola. I rapporti storici tra i due territori si riflettono in modo evidente nella denominazione dei semi, detti cuppas, oros, bastos, ispadas, rispettivamente per coppe, denari, bastoni, spade, ma anche nell’iconografia, peraltro vicina anche a quella degli altri mazzi regionali meridionali.Giochi popolari sardi. Le 40 carte a figura intera richiamano la “Baraja Spagnola” anche per la presenza degli indici apposti nei due angoli di ogni carta numerale, così come per gli sfondi dietro le figure, segno di un adattamento del mazzo sardo su quello iberico inciso da José Martìnez de Castro nel 1810 e prodotto da Clemente de Roxas.Una lunga storia di influenze, dunque, che però si rinnova continuamente, data l’attualità dei giochi che le carte sarde permettono di fare, alcuni dei quali tipicamente isolani.
Giochi popolari sardi. Innanzi tutto col mazzo da 40 è possibile sfidarsi a Scopa, Scopone, Briscola e Tressette, tutte tipologie di gioco conosciute nell’intero Stivale e molto amate anche come forma di intrattenimento digitale, dai portali dedicati ai passatempi fino alle più innovative app gratuite per iOS e Android, ma anche come nei migliori casinò online, in cui le sfide “live” rimandano all’esperienza conviviale delle carte, sebbene in versione web.
Giochi popolari sardi. Sempre dalla vicina Spagna sembrano giungere però le prime influenze di uno dei giochi di carte tipici della Sardegna: la Mariglia. Derivata probabilmente dall’”Hombre” spagnolo del XVII secolo, questa disciplina ha raggiunto la Maddalena, la Gallura e la zona di Sassari, per poi estendersi a tutti gli altri territori isolani.La Mariglia è ancora popolarissima tra i sardi, che organizzano tornei annuali mentre da poco, a Olbia, si sono tenuti i primi campionati regionali del dicembre scorso, con una forte partecipazione e un boom di iscrizioni.
La Mariglia è anche conosciuta come “bridge sardo”: il gioco prevede che le carte siano distribuite a due coppie di sfidanti, tra cui anche un mazziere, e lo scopo finale è la realizzazione, per primi, di un punteggio prestabilito di 45 o 71 punti.
Le fasi di quattro carte e lo smazzo, come anche il meccanismo comparativo e l’abilità nella gestione della propria “mano” avvicinano la Mariglia al poker, sebbene sia spesso accostata anche al blackjack. Di recente, inoltre, è stata sviluppata anche un’app dedicata alla Mariglia, in una versione gratuita che si può scaricare dal Google Play Store.
Altro gioco sardo tipicamente sardo è la “murra” o “morra”, in cui la sfida, sia in singolo che, più comunemente, in coppia, avviene lanciando con la mano visibile un numero da unus (uno) a chimbe (cinque), e pronunciando un numero per indovinare il punteggio. Se uno dei due murerris indovina, la mano passa agli avversari: vince chi accumula un punteggio, solitamente 16. Nei tornei di murra, molto partecipati, sarà l’arbitro, su hontadore, a stabilire quale coppia di giocatori avrà la meglio, tra partita, rivincita e bella. Di origini antichissime, risalenti probabilmente all’Antico Egitto, la morra era chiamata dai Romani nobilissimus digitorum ludus, ovvero prestigioso gioco delle dita. Non a caso, visto l’intuito e il tempismo richiesti per indovinare la somma dei numeri lanciati, e data anche l’alta carica emotiva del gioco, la murra viene comparata al Blackjack o ai dadi, anche questi popolarissimi tra le forme di intrattenimento in Rete, in quanto tipologie di gioco piuttosto avvincenti e dinamiche.
Tornando alle carte, sebbene meno diffuso, una vera e propria eccellenza del gioco sardo è il Truco, che proviene da oltreoceano e che oggi in Regione si pratica esclusivamente a Paulilatino e in qualche paese vicino. La sfida avviene a coppie, da due a quattro, con un mazzo da 40, a turni alterni e in tre fasi dette Invido, Flor e Truco.Il gioco va avanti fino al raggiungimento di 31 punti: proprio come nel poker sono ammessi il bluff e anche le scommesse per fare aumentare il punteggio alla squadra.
Anche il Truco, nella versione argentina, è attualissimo tra i giocatori della Rete, che possono scaricare delle app per mobile, disponibili per tutti i dispositivi. Dopotutto fu proprio in Argentina che tre paulesi, Serafino e Cosimo Cossu e Serafino Trogu, emigrati per lavoro negli anni Venti, scoprirono il Truco e lo fecero conoscere ai compaesani una volta tornati in Sardegna.