Guido Colucci e il vestiario tradizionale sardo
Nel corso dell’inaugurazione saranno presenti i gruppi in costume dell’Associazione Folklorica Culturale “A Manu Tenta” di Osilo e “Janas” di Sennori.
La mostra resterà aperta dal 17 novembre 2022 al 6 gennaio 2023 e potrà essere visitata negli orari di ingresso alla Biblioteca Universitaria (lunedì-mercoledì-venerdì: 9,00-13,00; martedì-giovedì: 9,00-17,00)
Guido Colucci e il vestiario tradizionale sardo- Dopo 23 anni ritorna a Sassari la mostra monografica Guido Colucci e l’abbigliamento tradizionale della Sardegna ricca di nuovi elementi.L’esposizione illustra l’opera incisoria realizzata dall’artista negli anni compresi tra il 1928 e il 1941 e attualmente custodita, grazie all’opera di salvaguardia che ne ha evitato lo smembramento, dall’editore Carlo Delfino di Sassari.
La mostra, composta da pannelli illustrativi che con intento storicistico conducono il visitatore lungo il percorso di genesi dell’opera, comprende 43 incisioni acquerellate, alcuni disegni e veline preparatori via via più accurati – con a margine le interessanti annotazioni per i dettagli minuti che poi troveranno applicazione nelle tavole finite –, le lastre originali incise, il carteggio con le personalità, isolane e non, che ha preceduto il viaggio dell’artista in Sardegna.
Attraverso i disegni l’autore mostra un’attenzione particolare per quegli abiti che vede già scomparire nei giorni del suo soggiorno nell’Isola e che, forse per questo, decide di testimoniare con il suo studio.
Non a caso nelle acqueforti il Colucci distingue le innumerevoli varianti che caratterizzano l’abito tradizionale isolano evidenziando il cromatismo dei tessuti e la finezza dei ricami, la varietà di bottoni e gioielli in maniera da risultare più fedeli possibile alla realtà.
La raffinatezza e precisione dell’esecuzione dell’artista si apprezzano appieno nell’accostamento di alcuni abiti tradizionali originali serviti a suo tempo da modello per le incisioni. Nel suo insieme la mostra offre così un corpus di opere che restituisce finalmente la ricchezza del lavoro dell’artista e, al contempo, un ritratto etnografico puntuale e rigoroso dell’Isola in quel particolare momento storico.
GUIDO COLUCCI – breve nota biografica
Nasce a Napoli il 2 settembre 1877. Intraprende in età adulta la strada dell’arte incisoria ‒ è allievo in un corso presso Giovanni Fattori ‒ per poi avvicinarsi all’acquaforte, arte nella quale seguirà una sua via autonoma.
Dal suo debutto, nel 1909, partecipa a diverse mostre ‒ nel 1912 espone a Parigi immagini di maschere della Commedia dell’Arte ‒ facendosi apprezzare dalla critica.
Nel corso delle sue ricerche si dedica sempre di più ai temi “italiani” e “regionali”. Nel 1924 fonda a Firenze, con il fratello Carlo Waldemar, la ditta “L.E.D.A.” (L’Estetica dell’Abitazione), un marchio che si occupa di commercializzare i prodotti della fantasia di Guido, ormai diventato un artista completo.
Grandi protagoniste delle sue incisioni sono la Toscana e la Sardegna. Nel 1928 si trasferisce, infatti, nell’Isola e dal viaggio, a lungo preparato, scaturiscono due serie di
acqueforti, acquerellate a mano, dedicate agli abiti tradizionali sardi: una è custodita presso il Museo delle Civiltà di Roma (già Museo delle arti e tradizioni popolari “Lamberto Loria”), l’altra è custodita a Sassari dall’editore Carlo Delfino ed è esposta nella mostra.
La critica osserverà nella sua opera derivazioni dalla Scuola di Barbizon, dalle stampe giapponesi ottocentesche tanto care agli Impressionisti, ma anche da Paolo Uccello e da Piero della Francesca. Guido Colucci muore a Roma il 28 settembre 1949, dove si era trasferito da Firenze nel 1931.