Cagliari: l’associazione Chenàbura inaugura il MUCE
Sarà inugurato, grazie all’associazione Chenàbura, venerdì 11 novembre 2022 alle h. 11,00 il MUCE il piccolo museo di cultura ebraica di via Lamarmora, 88 a Cagliari che grazie al sostegno della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari verrà aperto al pubblico con una esposizione rinnovata e arricchita. Il taglio del nastro verrà preceduto dal tour tra le vie della giuderia cagliaritana guidato da Robeta Carboni, esperta conoscitrice della storia della comunità ebraica del capoluogo e partirà alle ore 10,00 da piazza Aquilino Cannas
Cagliari: l’associazione Chenàbura inaugura il MUCE. Nell’occasione sembre venerdì 11 novembre alle h. 18,30 presso la Fondazione Siotto Pintor di via dei Genovesi 114 a Cagliari verrà presentato per la prima volta in Sardegna il libro “Mossad una notte a Teheran” a cui presenzierà l’autore Michael Sfaradi, specializzato in politica mediorientale e analisi militare.Gli eventi sono organizzati dall’associazione culturale Chenàbura nell’ambito delle sue attività di riscoperta e valorizzazione del nucleo della comunità ebraica presente in Sardegna e delle sue radici storiche nell’isola.
IL MUCE
Il Muce, il piccolo museo di cultura ebraica è stato rinnovato e arricchito grazie al finanziamento della Regione Sardegna, Assessorato della pubblica Istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e dell’Assessorato comunale della cultura di Cagliari che hanno rilevato l’importanza di coltivare la memoria della comunità ebraica che abitò nell’isola fino al 1492, quando come nel resto del Regno di Aragona fu emanato l’Editto di Granada.
All’interno vi si trova una collezione di un centinaio di pezzi che costituiscono il patrimonio identitario del popolo ebraico. Vi sono oggetti di uso comune, per il culto, per le celebrazioni di alcune festività, libri di preghiera, vesti tradizionali. Gran parte di essi sono stati donati al MUCE dai soci dell’associazione Chenàbura che opera da più di 10 anni nel territorio di Cagliari per la riscoperta e il risveglio della comunità ebraica. Altri oggetti sono stati donati da sostenitori anche lontani che di passaggio nell’isola hanno trovato nella sede di via Lamarmora, dove insiste il MUCE, un luogo nel quale incontrare altri appassionati di cultura ebraica e praticare, il culto.
Saranno presenti alla conferenza stampa, il presidente dell’associazione Chenàbura Mario Carboni, il dottor Bruno Spinazzola curatore della collezione, Maristella Casula della Edvisual che ha curato l’immagine grafica del MUCE, Edoardo Tocco presidente del Consiglio Comunale di Cagliari
Nel pomeriggio il Presidente di Chenàbura Mario Carboni dialogherà con l’autore Michael Sfaradi che rimarrà a disposizione per le domande dei giornalisti e del pubblico
I LIBRI
“Mossad una notte a Teheran” è il racconto scaturito dall’approfondita inchiesta del giornalista specializzato Michael Sfaradi sui fatti che portarono al furto da parte del Mossad dei documenti, cartacei ed elettronici, che dimostravano come lo Stato dell’Iran stesse cercando di creare l’atomica.
Un’operazione unica nella storia, effettuata dal corpo di intelligence israeliano che opera all’estero dello Stato ebraico, con analisti ed agenti efficienti e determinati, preparati con addestramenti durissimi, sostenuti da tecnologie avanzatissime, informazioni e segreti database sempre aggiornati . Lo scrittore e giornalista Michael Sfaradi racconta con due successive spy story basate su straordinarie operazioni veramente accadute ad opera di questa “macchina da guerra” inarrestabile, portandone alla luce il cuore pulsante fatto di esseri umani, donne e uomini con storie, traumi, dubbi ed incertezze.
La storia prende avvio dall’annuncio effettuato il 30 aprile 2018 dal premier Benjamin Netanyahu in diretta televisiva col quale mostrò al mondo intero parte dell’archivio segreto sul nucleare iraniano che agenti del Mossad avevano trafugato a Teheran e portato in Israele. In quell’operazione, unica nella storia dello spionaggio, furono sottratti oltre 55.000 documenti, cartacei ed elettronici, che avevano un peso totale di cinquecento chilogrammi. Secondo gli esperti dell’Intelligence israeliana e della CIA, che visionarono il materiale in anteprima, quei documenti erano la prova che l’Iran stava ingannando il mondo intero e cercava ancora di creare l’atomica. Israele aveva voluto provare al mondo la malafede iraniana e lo fece attraverso una vasta operazione d’intelligence. Una spy story tesa e incalzante che ricostruisce le tensioni politiche, diplomatiche e militari, che caratterizzarono il periodo che precedette le rivelazioni di Netanyahu e che, basandosi sui misteri dei documenti recuperati, racconta, sotto il velo della fiction, come potrebbe essersi svolta una delle più grandi e controverse operazioni della storia dello spionaggio.
“Operazione fuori dagli schemi”
Nell’ottobre del 2005, arriva sulla scrivania del Memuneh, il direttore del Mossad, un rapporto inaspettato. A inoltrarlo sono gli agenti infiltrati in Siria e quello che contiene lascia il servizio di intelligence israeliano senza parole: il governo di Damasco, con la collaborazione di esperti nord- coreani, sta costruendo un reattore nucleare per scopi militari nel sito sperduto di Al-Kibar. Le informazioni sono dettagliate, l’allerta è altissima, ma prima di agire, prima di prendere qualsivoglia decisione, il Primo ministro israeliano ha bisogno di prove schiaccianti, la cosiddetta “pistola fumante”. È così che scatta
l’operazione Fuori dagli schemi: un piano perfettamente congegnato, rischiosissimo e non convenzionale, grazie al quale le spie del Mossad proveranno a sventare quella che sembra a tutti gli effetti una delle più grandi minacce di sempre allo Stato ebraico.