Storia di Castelsardo. Venerdì 18 novembre, alle ore 18.00 nella Sala XI del Castello dei Doria si terrà a cura del Comune di Castelsardo, dell’Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi di Tempio-Ampurias e della Confraternita dell’Oratorio di Santa Croce di Castelsardo, una presentazione che illustra importanti scoperte sulla storia di Castelsardo.
Giuseppe Piras, epigrafista e Presidente del Centro Studi Basilica di San Gavino di Torres, autore di volumi e numerosi saggi in riviste scientifiche internazionali e nazionali, esporrà le sue ultime scoperte sulla storia della Città medievale. A partire dal 2020, lo studioso, ha infatti eseguito una mappatura di tutte le testimonianze epigrafiche esistenti nel borgo fortificato di Castelsardo. Un meticoloso lavoro che ha portato ad attribuite il dipinto che raffigura il venerabile Padre Giuseppe Monserrato, noto come “Biaddu Ghjuseppu”, frate francescano vissuto tra Seicento e Settecento, a cui i Castellanesi sono molto devoti, al pittore algherese Antonio Maria Casabianca.Diverse, inoltre, le epigrafi decifrate dal Piras fra cui l’iscrizione posta sotto l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria delle Grazie e lo stemma araldico inserito in via Marconi, il cui motto richiama i versi del poeta Petrarca.
È stata inoltre individuata un’inedita epigrafe nella scalinata di via Mazzini e, finalmente, è stata interpretata anche l’iscrizione della campana del Palazzo Comunale. Quest’ultima veniva, fino ad oggi, datata al 1111, anno preso dagli studiosi come riferimento cronologico per la nascita del borgo, sino a qualche anno fa fissata al 1102 ma che, le ultime ricerche hanno posizionato nella seconda metà del tredicesimo secolo. Lo studio effettuato dal Piras consente ora di svelare l’arcano e datare correttamente anche la campana.
Infine, recentemente, lo studioso ha rinvenuto tra la documentazione custodita al Museo del Louvre di Parigi, cinque disegni pressoché sconosciuti che raffigurano Castelsardo, realizzati dal disegnatore e topografo francese Jean Daubigny, opere che rivelano dettagli finora ignoti sull’assetto urbanistico e sulle architetture della fine del Settecento, nel borgo Castellanese.