“A scendere da un treno in corsa, si ha la certezza di farsi male”. Secondo Emanuele Ferraloro è esattamente questa la situazione che produrrà il cambiamento delle regole in corsa per il superbonus
Il rischio catastrofe, non solo per l’intero comparto edile, l’unico a garantire una tenuta del PIL nazionale, ma anche per migliaia di cittadini che hanno erroneamente ritenuto affidabili gli impegni assunti dallo Stato, é concreto.Secondo il presidente di Ance Liguria (Associazione nazionale costruttori edili), sono i numeri a parlare: per la Liguria i dati dell’Enea al 31 ottobre 2022 indicano 4311 asseverazioni, lavori per oltre 768 milioni di euro con 482 milioni di lavori conclusi e ammessi a detrazione. Gli investimenti medi sono stati pari a oltre 513mila euro per i condomini, a oltre 108mila per unifamiliari e a oltre 89mila per Unità immobiliari (UI) funzionalmente indipendenti.
Ma tutto potrebbe essere spazzato via, con effetti occupazionali devastanti, da un drammatico “effetto boomerang”. “I numeri dimostrano – conclude Ferraloro – che il
bonus ha funzionato e che ha garantito continuità di lavoro e prospettive.
Rispetto ad altre iniziative di ripresa e resilienza (che inevitabilmente stanno incappando nelle difficoltà attuative di carattere burocratico, amministrativo e giudiziario di cui il sistema Italia non si è certo affrancato), i bonus presentano il vantaggio di essere gestiti con strumenti, pur rigorosi, ma relativamente semplici e immediati”.
“Le imprese edili – conclude Ance Liguria – sono sin troppo consapevoli del quadro di
incertezza in cui si muove l’economia del Paese, ma proprio per questo, non è
pensabile affossare un intero settore e non prevedere un regime transitorio al quale si
debbano concretamente attenere anche soggetti come Poste e Cdp, che hanno nei fatti
anticipato gli effetti negativi del blocco del Bonus e della cessione dei crediti”.
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