Teatro del Segno: “Una Giornata Particolare” (dal film di Ettore Scola) sabato 26 novembre alle 21 al TsE di Is Mirrionis a Cagliari per la Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023
Uno sguardo sul presente (e sul futuro) attraverso una potente allegoria del passato con “Una Giornata Particolare” del Teatro d’Inverno, dall’omonimo film di Ettore Scola, con drammaturgia e regia di Giuseppe Ligios, in cartellone sabato 12 novembre alle 21 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per il terzo appuntamento con la Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023 organizzata dal Teatro del Segno, nell’ambito del progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro 2017-2026.Sotto i riflettori – nei ruoli interpretati sul grande schermo da Sophia Loren e Marcello Mastroianni – Marina Serra e lo stesso Giuseppe Ligios, con un delizioso cameo di Teresa Soro, attrice “storica” della Compagnia Teatro Sassari (e non solo), cui è affidata la voce “fuori campo” della “portinaia”, una sorta di proiezione della coscienza collettiva, come un coro da tragedia, caratterizzata però dalla malizia e dall’arguzia, oltre che dalla “semplicità” e sfacciata sincerità, dell’anima popolare.
La storia
Sulla falsariga dell’opera cinematografica, pluripremiata (David di Donatello per Ettore Scola (regia) e per Sophia Loren, Nastri d’Argento per la sceneggiatura di Ettore Scola, Ruggero Maccari, Maurizio Costanzo, per la migliore attrice e per le musiche di Armando Trovaioli, miglior film straniero ai Golden Globes, oltre a due nominations agli Oscar, come miglior film straniero e per il miglior attore per Marcello Mastroianni) e apprezzata dalla critica e dal pubblico per la bravura degli interpreti ma anche per la capacità di raccontare l’Italia del Novecento, la pièce affronta temi attuali e scottanti come la violenza fisica e psicologica dentro le mura domestiche e le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, come i pregiudizi verso ogni forma di diversità.
I destini dei due protagonisti – Antonietta, prigioniera dei suoi doveri di moglie e madre, sottomessa alla volontà di un marito, dirigente ministeriale e fervente fascista, che la tratta come una schiava e la tradisce impunemente e senza rimorsi e Gabriele, ex radiocronista dell’EIAR in aspettativa, condannato al confino in Sardegna – si incrociano per caso proprio durante la visita del Führer nella capitale in occasione del suo viaggio in Italia.
Nel film le immagini d’epoca, tra imponenti marce militari e inquietanti simboli del potere, con i volti e i gesti solenni di Adolf Hitler e Benito Mussolini, e dei rappresentanti delle più alte cariche, quasi un’anticipazione del Patto d’Acciaio tra Italia e Germania da cui scaturirà la catastrofe della seconda guerra mondiale, fanno da contrappunto all’incontro tra due vicini di casa, diversissimi per cultura e posizione sociale, oltre che visione politica, ma accomunati da una stessa infelicità.
La donna, dapprima intimidita ma anche sospettosa verso quel coinquilino, le cui inclinazioni personali e forse più ancora le idee, contrarie al regime, ne fanno un individuo da tenere il più possibile a distanza, acquista infine maggior confidenza arrivando a rivelargli, vincendo la naturale ritrosia, dettagli imbarazzanti e sconfortanti della sua vita privata, scoprendo in lui una insolita gentilezza e capacità di comprensione, finendo anzi per provare una strana simpatia per un estraneo.
Un uomo assai differente da quelli che è abituata a frequentare, mite e sensibile, capace di ascoltare e di immedesimarsi nel suo dramma, pur non condividendo il suo ingenuo “entusiasmo” per il duce, ma pure lucidamente e pienamente consapevole del proprio status, delle vessazioni e delle persecuzioni che è costretto a subire in un periodo storico tragicamente sfavorevole per i diritti civili come per la libertà.
Una situazione surreale, una conversazione quasi fuori dal tempo, che potrebbe sfociare in un romanzo sentimentale, un breve interludio nelle esistenze difficili e tormentate dei due personaggi, quasi una forma di reciproca, temporanea consolazione, e coglie entrambi di sorpresa, rendendoli complici di un segreto.
“Una Giornata Particolare” del Teatro d’Inverno
“Una Giornata Particolare” del Teatro d’Inverno – in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne e contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere – prende spunto dal celebre film scritto e diretto da Ettore Scola (uno dei capolavori del grande regista), per raccontare la sofferenza e l’umiliazione, gli abusi e le ingiustizie inflitti a persone innocenti e inermi, in nome del potere e della religione, ovvero dell’odio e delle guerre etniche.
La civiltà patriarcale afferma una (presunta e non dimostrabile) “superiorità” degli uomini sulle donne, ridotte a figlie e spose, sorelle e madri, considerate in funzione del loro “compito” biologico, necessario alla conservazione della specie, ma comunque sottoposte all’autorità dei rispettivi padri e mariti, fratelli e parenti:
un retaggio arcaico, smentito e superato in teoria e nei fatti, ma difficile da cancellare, da cui discendono aberrazioni come il “delitto d’onore” e i “femminicidi”, laddove si confonda l’amore con il “possesso”, nell’incapacità di accettare l’indipendenza di pensiero e d’azione e l’emancipazione femminile, come di comprendere e assimilare la parità.
Uno spietato affresco del Belpaese – che trova una perfetta corrispondenza nel microcosmo di un palazzo romano, sotto l’occhio vigile (per non dire della lingua tagliente) della “portiera” – fa da sfondo all’incontro fra due solitudini, in quella che diventerà a tutti gli effetti “una giornata particolare”, non solo e non tanto per l’importanza degli avvenimenti storici quanto per la rivoluzione nelle esistenze dei protagonisti, che in un mondo ostile, dove è preferibile nascondersi e tenere celati ragionamenti e sentimenti poco opportuni, se non “pericolosi”, trovano la possibilità di mettersi a nudo, di togliersi sia pure per poco la maschera della brava moglie e dello scapolo impenitente (inviso al regime).
Un uomo e una donna a dispetto delle divergenze d’opinione, dell’educazione, della professione e della condizione socio-economica riescono a guardarsi negli occhi e a riconoscersi nella propria umanità (e fragilità):
le loro vite si separeranno, Gabriele andrà al confino e Antonietta resterà a Roma, ma rimarrà a entrambi il ricordo dei pochi momenti in cui sono stati uniti da una profonda empatia.
Tuttavia quell’esperienza, quella fugace presa di coscienza della realtà, instillerà nella donna il seme di una nuova consapevolezza, per lei nulla potrà più essere come prima e forse per il giornalista resterà il conforto di una piccola speranza nell’umanità.
Il commento di Giuseppe Ligios
La versione teatrale di “Una Giornata Particolare” – sottolinea Giuseppe Ligios – «restituisce il senso di solitudine e di annullamento dell’individuo operato dai regimi dittatoriali:
il dramma si consuma in un ambiente sospeso in cui i mondi dei due protagonisti, la casalinga Antonietta Tiberi, madre e moglie di una camicia nera fascista, e del giornalista e radiocronista omosessuale Gabriele, entrano accidentalmente in collisione.
Le loro storie si sfiorano in un microcosmo in cui sono loro malgrado prigionieri, mentre la radio in sottofondo rimanda l’eco dello storico incontro a Roma nel maggio del 1938 tra il Duce dell’Italia fascista Benito Mussolini e il Führer della Germania nazista Adolf Hitler».
E aggiunge: «In quella che sarà “una giornata particolare” per tutti, i due protagonisti si troveranno a comparare le loro vite, tanto lontane per estrazione sociale e culturale, quanto accomunate dallo stesso sentimento di rassegnazione e voglia di riscatto davanti ad una identità negata, una resa che induce Gabriele, condannato al confino, a meditare il suicidio, e Antonietta in balìa dell’inesorabile deriva che la vita le ha riservato nel ruolo marginale, in un mondo al maschile, tra sei figli e un marito padrone che la tradisce regolarmente.
L’incontro di questi mondi esplode lentamente aprendo i loro sguardi verso la realtà che li circonda. I due si annusano, si riconoscono: sono due umiliati, due calpestati, due ultimi. La loro è la storia, purtroppo sempre attuale, di coloro che non hanno voce, spazio, rispetto, e sui cui destini la propaganda della storia cammina con passo marziale.
Ne scaturisce il disperato bisogno di rifugiarsi nell’altro per lenire l’orrore che li pervade, lasciando fluire il bisogno di amare e sentirsi amati, raccontarsi per ritrovarsi quando tutto sembra ormai privo di senso. Per sentirsi finalmente liberati!»
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023 al TsE di Is Mirrionis a Cagliari prosegue con l’ultimo spettacolo della prima tranche autunnale, cui seguirà la seconda tranche prevista per la primavera 2023.
Finale con brio – sabato 10 dicembre alle 21 – con “Oh Tello!” del Teatro Tragodia, da un’idea de “Le Allegre Comari di Windsor” di William Shakespeare, come sottolineano le autrici, Virginia Garau (sua anche la regia) e Daniela Melis, anche protagoniste sulla scena insieme con Gino Betteghella, Giuseppe Onnis, Caterina Peddis e Ulisse Sebis della scoppiettante commedia che irride l’arroganza di un sedicente seduttore e esalta l’astuzia e arguzia femminile, mettendo in guardia contro le conseguenze della gelosia.
I rimandi alle opere del Bardo infatti sono molteplici, fin dal titolo che ricorda il Moro di Venezia, ma la trama si ispira alla beffa ordita ai danni di Falstaff dalle (presunte) vittime dei suoi raggiri: un tal Millantoni, trovandosi a corto di denari, cerca di conquistare i favori di una ricca dama, la signora Volpina Mazzone, sposata a un uomo estremamente geloso, Vitello detto Tello, ma costei si prende abilmente gioco di entrambi.
Intorno a loro ruotano maliziose cameriere e servitori impertinenti o infedeli, ma appare anche una misteriosa maga disposta per denaro e svelare segreti e predire il futuro, in un racconto per quadri ricco di colpi di scena che culmina nell’atteso lieto fine.
La commedia si snoda tra situazioni esilaranti e paradossali, equivoci e rivelazioni, con un ritmo incalzante, condito da una comicità assolutamente demenziale, che mette in risalto il carattere sopra le righe dei personaggi “shakespeariani”, reinterpretati con sensibilità contemporanea.
Il TsE di Is Mirrionis a Cagliari
Il TsE di Is Mirrionis a Cagliari ospita anche corsi e stages, oltre rassegne e festivals, con spettacoli e concerti, proiezioni cinematografici, mostre e incontri, e una serie di iniziative culturali rivolte al quartiere e alla città: in programma, oltre agli spettacoli della Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023 (che proseguono fino alla tarda primavera), anche “Mi sono scritto addosso…”, il laboratorio di drammaturgia diretto da Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, articolato in varie sessioni (la prima dal 24 al 27 ottobre) che si concluderà in estate con l’esito scenico nell’ambito del XV Festival “Percorsi Teatrali”, e “MonologArte” 2022 – a cura di Stefano Ledda, incentrato sul lavoro sul personaggio in pièces “per voce sola”, con incontri settimanali dal 13 ottobre al 17 dicembre 2022 e esito scenico finale il 19 dicembre al TsE.
Focus su temi cruciali tra ironia e dramma, crudeltà e leggerezza, incanto e poesia con la prima tranche della nuova Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023 che punta i riflettori sulla drammaturgia contemporanea, tra intriganti riscritture di celebri capolavori e testi originali: sul palco suggestive tranches de vie e sogni d’artista, fatti di cronaca trasfigurati attraverso i linguaggi della scena e pagine di storia, accanto a moderni apologhi per un colorato affresco di varia umanità.
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2022-2023 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Verde Pubblico del Comune di Cagliari, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Fondamentale l’apporto di partner e sponsor privati, a partire dal main sponsor IMOBILIANDO di Roberto Cabras che sostiene l’intero progetto quinquennale, come dell’azienda Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro e il partner tecnico DUBS Organizzazione Tecnica per lo Spettacolo di Bruno Usai.
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, il Teatro Tages, il Comitato Casa del Quartiere, Teatro impossibile, La compagnia Salvatore della Villa, l’Associazione Culturale Musicale Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, la Compagnia dei Ragazzini di Cagliari diretta da Monica Zuncheddu, l’Associazione Culturale CORDATA F.O.R. e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
INFO & PREZZI
Teatro Senza Quartiere – Stagione 2022-2023
abbonamento a 5 spettacoli
intero € 55,00 – ridotto* € 45,00
ridotto studenti € 30,00
biglietti: intero € 13,00 – ridotto* € 10,00 – ridotto** € 7,00
(*) riduzioni per residenti quartiere Is Mirrionis / under 25 / over 65 / abbonati CeDAC / spettatori Cinema Odissea
(**) riduzioni per studenti / allievi scuole d’arte / operatori
Card x 3 spettacoli a scelta € 30,00
Card x 2: acquistando 2 abbonamenti a prezzo intero, si può richiedere un abbonamento omaggio alla Stagione di Teatro Ragazzi Teatro e Marmellata 2023
per informazioni: [email protected] – M. 391.4867955 (anche whatsapp)