BioVeg: agroforestry e tutela della biodiversità nella Riserva di Biosfera
BioVeg: agroforestry e tutela della biodiversità nella Riserva di Biosfera: A fine ottobre ha preso il via il progetto BIOVEG (BIOdiversità VEGetale), del Comune di Lodè e del CEAS Montalbo, grazie al finanziamento di progetti di educazione allo sviluppo sostenibile da parte degli enti titolari di un CEAS non accreditato di cui alla (D.G.R. 40/11 del 14.10.2021).
BioVeg: agroforestry e tutela della biodiversità nella Riserva di Biosfera – L’obiettivo del progetto è di coinvolgere, attraverso un processo partecipativo gli attori sociali del territorio e gli Enti di ricerca e di vigilanza ambientale nel recuperare, valorizzare, diffondere il patrimonio genetico di biodiversità, gestendo gli ecosistemi minacciati dalle attività antropiche, in modo sostenibile per contrastare la perdita di biodiversità, all’interno di un contesto territoriale ad elevato pregio naturalistico come il SIC Montalbo, il Parco di Tepilora e la Riserva di Biosfera.BIOVEG punta a migliorare nel tempo l’integrazione e l’equilibrio delle risorse agricole e zootecniche seguendo i principi dell’agroforestry privilegiando le produzioni di qualità e la sostenibilità degli interventi, focalizzando l’attenzione sull’ecosistema nel suo complesso e sulle comunità che lo abitano.
Nel mese di dicembre è stata avviata la prima azione che prevede il miglioramento quanti-qualitativo di un sito pilota a pascolo arborato a bassa produttività tramite la semina di specie foraggere autoriseminanti di origine sarda (principalmente leguminose).
La finalità dell’intervento sarà di incrementare la biodiversità foraggera, di invertire il degrado dei suoli e aumentarne la fertilità, e migliorare il benessere animale e la qualità dei prodotti zootecnici.
La prova sarà condotta con la supervisione del ricercatore del CNR-ISPAAM di Sassari, il dr. Federico Sanna nei terreni messi a disposizione dall’azienda agrituristica “Su Cunzatu e Vitale”.
Secondo i dettami dell’agroforestry la prova verrà eseguita all’interno di un frutteto di antiche varietà di pero, creando una sinergia tra produzioni zootecniche e frutticole.
Le attività di campo sono state la preparazione del letto di semina e la semina stessa.
La preparazione del suolo è stata effettuata con tecniche di lavorazione minima, interessando solo i primi strati del suolo al fine di preservarne la struttura, salvaguardando la biodiversità vegetale presente.
L’impiego di semente di specie leguminose aumenterà la dotazione naturale di Azoto nel suolo, evitando così di ricorrere ad interventi massicci di concimazione minerale.
La caratteristica delle specie autoriseminanti impiegate punta alla creazione di un pascolo polifita poliennale dal valore pastorale elevato, evitando quindi di dover intervenire ogni anno con le tradizionali operazioni di aratura e semina, e attuando un risparmio energetico in termini di carburante (minori emissioni di CO2).
A questa prima fase del progetto faranno seguito altre azioni che vedranno il coinvolgimento attivo della popolazione scolastica a favore della riscoperta dei frutti antichi e la loro diffusione, un approfondimento sulla biodiversità lungo le antiche carrarecce dei Carbonai ricadenti in parte sul Sentiero Italia, laboratori vivaistico-creativo e attività in seno alla valorizzazione dei sistemi ecosistemici, in particolar modo con l’individuazione di un sito pilota in agro di Lodè in cui mettere a dimora piante tartufigene, che daranno vita ad un piccolo rimboschimento con annessa tartufaia artificiale.