Carceri della Sardegna: ancora un anno terribile per i detenuti
Carceri della Sardegna: la situazione del 2022
Ci eravamo già occupati del problema dei suicidi in carcere e in generale delle condizioni dei detenuti nelle carceri italiane. Ma cosa succede in Sardegna?
Lo scorso mese di Ottobre si è registrato un suicidio nella Casa di Reclusione di Massama; inoltre, una morte nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta per inalazione di gas. Innumerevoli i tentativi di suicidio documentati dalla Polizia Penitenziaria in un anno.
L’episodio più emblematico delle difficoltà di vivere dietro le sbarre per chi ha gravi disturbi mentali si è verificato nella Casa Circondariale di Sassari-Bancali: un detenuto, poi riconosciuto incapace di intendere e di volere, ha ucciso a colpi di sgabello il compagno di cella. Tragedia di straordinaria gravità che pone l’accento sulla necessità di garantire spazi alternativi a persone in gravi condizioni non compatibili con lo stato di detenzione. Persone che mettono in grave difficoltà l’intero sistema e in particolare gli Agenti della Polizia Penitenziaria e i Sanitari.
Il 2022 si chiude tristemente nelle carceri sarde per l’impossibilità concreta di realizzare la finalità per le quali l’Istituzione Penale è stata progettata e regolamentata, secondo quanto la nostra Costituzione stabilisce. La scarsa efficacia dell’Istituzione produce un diffuso burnout, una demotivazione che si ripercuote sulla vita degli operatori producendo effetti incalcolabili. Un sistema sempre più lontano dai bisogni di tutti, compresi i familiari che vivono uno stato di continua ansia in particolare per quei figli malati di mente e tossicodipendenti che nessun potrà mai reinserire in società specialmente se sono incompatibili con la detenzione ma continuano – conclude Caligaris – a stare dietro le sbarre nell’indifferenza generale, anche quando si levano grida di aiuto”