Continuità territoriale, Peru (Sardegna al Centro). Serve un’azione decisa sul Governo per modificare il Trattato UE sugli aiuti di Stato. In Sardegna dobbiamo però lavorare senza sosta anche alla destagionalizzazione della nostra offerta turistica e creare le condizioni per aumentare il flusso di passeggeri.
“Per risolvere il problema della continuità territoriale serve un intervento deciso dello Stato membro, e dunque del governo italiano, per modificare il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Non c’è altra via d’uscita. Potremmo avere a disposizione anche centinaia di milioni di euro ma senza una deroga esplicitamente prevista ci troveremo sempre davanti ad un ostacolo insormontabile, quello dell’articolo 107 che disciplina proprio gli aiuti di Stato. Quello che ci blocca oggi sono le normative europee, non le loro interpretazioni. E allora ognuno deve fare la sua parte: la Regione deve pretendere dal Governo un’azione politica nei confronti dell’Unione Europea per modificare queste norme.”
Così il coordinatore regionale di Sardegna al Centro Antonello Peru interviene nel dibattito su una questione centrale per lo sviluppo della nostra isola.
“È indubbio che ogni soluzione legata al pagamento di contributi diretti alle compagnie aeree si ferma davanti all’ostacolo del vincolo degli aiuti di Stato imposto dall’Unione Europea. Il problema non sono i burocrati di Bruxelles ma l’assenza di un intervento del governo italiano.
Noi diciamo da tempo però che parallelamente la nostra Regione deve attuare una politica di interventi diretti a rendere appetibile l’isola per 365 giorni all’anno. Lo dico, inascoltato, da anni e ho proposto sin dalle passate legislature azioni e leggi che andavano in questa direzione, proprio perché in questo modo potremmo aumentare i flussi di passeggeri in maniera esponenziale e creando le condizioni per costringere le compagnie ad incrementare le destinazioni, le frequenze e abbassare le tariffe.
Dobbiamo valorizzazione tutto il nostro patrimonio che non è solo formato dalle nostre bellezze naturali e dalle coste ma anche dalla nostra cultura, dalla nostra identità, dalle nostre eccellenze agro alimentari ed enogastronomiche, dalle nostre zone interne e da tutto quel patrimonio abitativo dei centri storici, oggi non più funzionale alla residenza, e che in futuro può essere utilizzato nella forma dell’albergo diffuso. La Sardegna deve poter contare su collegamenti interni veloci e sicuri grazie ad interventi concreti sulla mobilità sostenibile. Deve dare a tutti quelli che arrivano in Sardegna servizi in ogni angolo dell’isola, ampliando l’offerta turistica e puntando non solo sul binomio sole e mare. Con un aumento esponenziale degli arrivi le nostre mete saranno più appetibili per le compagnie aeree che di fatto si troveranno a dover competere tra loro, aumentando le tratte e diminuendo i costi dei biglietti. Questo non deve accadere solo da maggio ottobre ma anche negli altri periodi dell’anno. È vero, non è una soluzione attuabile da un giorno all’altro, ma se avessimo iniziato da tempo una politica di questo tipo ora avremmo già visto i primi risultati.
Nell’immediato la soluzione passa per la modifica delle norme europee e per un sistema di continuità territoriale misto, che preveda, oltre alle gare e agli oneri di servizio per obbligare le compagnie aeree alle destinazioni, alle frequenze e alle tariffe che servono ai sardi, anche l’attivazione di una tariffa sociale per i residenti. Quello della tariffa sociale è un intervento che avrebbe una doppia valenza: da una parte consentirebbe ai sardi di viaggiare con un ulteriore sconto, dall’altro aumenterebbe i flussi dei passeggeri, creando un vero e proprio moltiplicatore che porterebbe le compagnie ad incrementare ulteriormente le frequenze dei voli.
In definitiva –conclude Peru– serve una reale e decisa volontà politica che passa per la nostra Regione ma anche, o soprattutto, dal Governo nazionale.”