COPAGRI: MANOVRA, BENE INTERVENTI PER GESTIONE FAUNA SELVATICA, MA SERVE MAGGIORE IMPEGNO SU INDENNIZZI. Battista, gestione incontrollata specie faunistiche invasive mette a rischio produzioni agricole e pubblica incolumità
Roma, 22 dicembre 2022 – “Una gestione incontrollata delle specie faunistiche invasive, oltre a rappresentare un concreto pericolo per le produzioni agricole, comporta numerose problematiche di carattere igienico-sanitario, a livello animale ma anche umano, e mette inoltre a serio rischio la pubblica incolumità, come dimostrano i numerosi fatti di cronaca che vedono protagonisti in particolar modo i cinghiali, che in sempre più casi imperversano nelle immediate vicinanze o addirittura all’interno degli abitati e delle zone centrali, anche delle grandi città”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista, esprimendo soddisfazione per il via libera, previsto dalla manovra, alla caccia della fauna selvatica anche nelle zone dove è vietata l’attività venatoria, comprese le aree protette e quelle urbane.
“Ringraziamo la maggioranza per aver prontamente accolto una nostra sollecitazione, dando una concreta risposta alle legittime istanze dei tantissimi produttori agricoli da tempo vessati da una problematica atavica, che affonda le sue radici nella necessità di mettere mano con sempre maggiore urgenza ai superati e datati contenuti della legge 157/1992, risalente ad oltre trent’anni fa e ormai inadatta a conciliare le esigenze della fauna selvatica con quelle dell’agricoltura”, aggiunge Battista, evidenziando che “soltanto nell’ultimo decennio, il numero di ungulati nel nostro Paese è passato dai 900.000 capi del 2010 agli oltre 2 milioni del 2020, con un significativo e preoccupante aumento del 111%, percentuale sulla quale ha inoltre inciso lo stop alle attività venatorie arrivato durante la drammatica fase pandemica”.
“Mi preme ribadire, come ho già avuto modo di fare durante diversi incontri con i vertici della politica agricola del Paese, che l’attuale sistema normativo non sembra garantire un reale bilanciamento tra l’agricoltura e la fauna selvatica; gli interventi di controllo delle popolazioni attuati negli ultimi anni, infatti, hanno prodotto scarsissimi risultati, tanto da portare al proliferare incontrollato della popolazione di cinghiali”, rimarca il presidente, secondo cui “è positiva anche l’introduzione di un Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della faune selvatica, da intendersi quale strumento fondamentale per puntare sulla prevenzione, agendo quindi per evitare il danno ancora prima che si verifichi”.
“E’ bene ricordare che quanto inserito in manovra non corrisponde a una deregolamentazione della caccia, in quanto l’abbattimento, oltre che pianificato e concordato, sarà consentito solo ai cacciatori iscritti agli ATC e dovrà essere autorizzato dagli enti preposti”, fa notare Battista, chiedendo un maggiore impegno sul versante degli indennizzi a favore dei produttori agricoli, che “da anni assistono impotenti alla distruzione di percentuali significative dei propri raccolti ad opera di ungulati e altre specie invasive”.