Giovani e imprese
Giovani e imprese – Gli under 35 sardi si mettono in gioco e
combattono la crisi con imprese e lavoro.
Giovani e imprese – Quasi 15mila imprese giovanili con oltre 2.600 realtà artigiane. Riccardo Porta (artigiano sardo e componente Giunta Nazionale Confartigianato GiovaniImprenditori): “Necessaria Isola a misura di giovani e di piccola
impresa. Indispensabile sostenere realtà che rappresentano l’avvenire
dell’intera economia sarda”.
Gli under 35 sardi non si arrendono alla crisi e si mettono in gioco
in prima persona. Per questo in Sardegna una impresa giovanile su 5 è
artigiana. Nell’Isola, infatti, delle 14.950 giovani aziende, 2.608
sono gestite da artigiani under 35. Queste ultime sono il 7,6% del
totale di quelle artigiane registrate presso le Camere di Commercio e
il 17,4% del totale delle imprese gestite da giovani imprenditori. Il
25,2% delle giovani imprese artigiane under35 è gestito da donne
mentre solo il 5,8% è guidato da stranieri.
Sono questi i dati che emergono dall’analisi realizzata dall’Ufficio
Studi di Confartigianato Imprese Sardegna sulla “Young Econonomy e
sull’occupazione giovanile ” nell’Isola, su dati Istat e
UnionCamere-Movimprese nel 2021.
Tra le attività preferite dai giovani artigiani troviamo quelle che
che trattano l’energia (16,7%) seguite da costruzioni (12,2%),
alloggio e ristorazione (12%), attività di supporto alle imprese
(11,1%), attività tecniche e professionali (9%), servizi alla persona
e sanitari (8,7%). Seguono il manifatturiero, il commercio e la
riparazione di veicoli, il trasporto, e l’informazione e
comunicazione.
E la delegazione sarda del Movimento Giovani Imprenditori di
Confartigianato sta partecipando al meeting formativo degli “Next
Generation Leadership – Leadership e cambiamento nelle organizzazioni:
il ruolo del Movimento”, in programma Rimini. I lavori si
svilupperanno sul tema della leadership e sulla capacità di gestire i
cambiamenti, continuando a valorizzare quel ruolo di soggetto
propositivo che è proprio di Confartigianato.
“I giovani hanno un impatto di vitale importanza per l’economia e
l’identità sarda – afferma Riccardo Porta, giovane artigiano sardo e
componente della Giunta Nazionale di Confartigianato Giovani
Imprenditori – per questo è indispensabile continuare a sostenere in
modo incisivo queste realtà che rappresentano l’avvenire dell’intera
economia sarda”. “Dobbiamo impegnarci per tutelare, valorizzare e
innovare la tradizione e le abilità legate ai nostri mestieri –
prosegue Porta – ed è necessario incentivare la nascita di nuove
realtà, supportando quelle già esistenti, offrendo soluzioni e
sviluppando opportunità con strumenti innovativi”.
E le nuove generazioni stanno prendendo in mano le redini delle
aziende di famiglia. “Loro stanno innovando e avendo una nuova visione
di imprenditorialità – continua il componente della Giunta Nazionale
di Confartigianato Giovani Imprenditori – il passaggio generazionale è
fondamentale per la crescita non solo della propria realtà produttiva
ma dell’intero sistema economico regionale. E’ quindi fondamentale
sostenere i progetti d’imprenditorialità giovanile, per favorire la
trasmissione d’impresa e l’innovazione tecnologica, per promuovere la
collaborazione tra scuola e impresa e la formazione professionale,
imprenditoriale e manageriale”.
Ma l’analisi di Confartigianato dice anche che imprese giovanili
sarde, tra il 2012 e 2021, hanno subito una pesante flessione del 21%
mentre il resto delle attività è cresciuto del 4,6%.
Sono, infatti, tante le difficoltà che le imprese giovanili devono
affrontare: in primis la fragilità patrimoniale. “Il momento
dell’avvio di un’impresa, per un giovane, è molto delicato – rimarca
Porta – oltre alle tante difficoltà burocratiche, ai dubbi su come
reagirà il mercato, all’investimento economico iniziale, a una
concorrenza sleale di chi invece decide comodamente di rimanere nel
sommerso, si aggiungono dei costi importanti che il giovane deve
sostenere, a partire da quelli previdenziali e fiscali”. “La fase di
start up – continua – dovrebbe essere quella più tutelata quella nella
quale lo Stato interviene per aiutare l’impresa a germogliare e a
camminare poi da sola, con tutti i risvolti positivi che derivano poi
all’intera società”.
E ad appesantire questa situazione di fragilità c’è stato anche il
Covid. Una indagine del Centro Studi Tagliacarne ha rivelato come nel
2020 il 70% delle giovani imprese artigiane abbi subito una riduzione
di fatturato contro il 63% delle altre aziende. E anche sul futuro gli
artigiani sono molto cauti: solo il 54% prevede di recuperare i
livelli produttivi entro il prossimo anno, una quota che scende
addirittura al 46% per quelle realtà artigianali alle prese con
problemi di passaggio generazionale. Però gli investimenti in
digitalizzazione e green fanno salire sensibilmente le prospettive di
ripresa abbattendo le distanze con le altre imprese: il 63% degli
artigiani che ha investito in digitale e il 58% che ha puntato sulla
sostenibilità conta, infatti, di recuperare entro il 2022.
Ma è l’occupazione giovanile il tasto dolente dei giovani sardi. I
numeri dicono che la Sardegna non ha ancora recuperato il gap rispetto
ai livelli pre-crisi con il tasso di occupazione che rimane inferiore
dello 0,3% rispetto al 2019. Nell’Isola la percentuale di occupazione
giovanile (15-34 anni) si attesta sul 37,1%. A livello provinciale,
Nuoro è quella con la percentuale più alta, con il 38,8%. Seguono
Cagliari con 38,2%, Sud Sardegna con 37%, Sassari con 36,1% e Oristano
con 35,2%. Il raffronto tra il 2019 e il 2021, dice che il Sud
Sardegna è cresciuto del +3,5%, Oristano dell’1,5% e Nuoro dello 0,4%
mentre sono in calo Cagliari (-0,7%) e Sassari-Gallura (-3,3%).
L’analisi di Confartigianato evidenzia anche come all’elevata presenza
di Neet (giovani tra 15 e 29 anni non impegnati nello studio, né nel
lavoro né nella formazione) si accompagni un aumento della difficoltà
di reperimento del personale, particolarmente marcato per le
professioni specializzate. Secondo i dati, il 60% delle assunzioni
nelle micro e piccole imprese richiede, infatti, competenze digitali,
il 52% competenze matematico-informatiche e il 36% competenze nelle
tecnologie 4.0.
“Questi dati pongono le imprese sarde di fronte a un dilemma –
continua Porta – da un lato faticano a trovare addetti qualificati,
dall’altro ci sono migliaia di giovanissimi che non studiano e non
cercano occupazione”.
E la questione dei NEET anche per gli imprenditori under35 sardi è
seria. Nonostante nel quadriennio 2018-2021 la percentuale sarda sia
calata del 4,3%, l’Isola, con un preoccupante 23,6% di NEET, occupa il
7° posto in Italia (al primo posto la Sicilia e all’ultimo Bolzano).
Secondo una rilevazione nazionale di Confartigianato, la distanza dei
ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo
posto nella Ue per la maggiore percentuale di Neet, pari al 23,1%, sul
totale dei giovani tra 15 e 29 anni. La media europea si attesta,
invece, al 13,1%. Addirittura, nel 2020, è stato toccato il numero più
alto nell’ultimo decennio di under 35 inattivi che non studiano e non
sono disponibili a lavorare.
Per i giovani artigiani under 35, in ogni caso, occorre avviare
importanti investimenti sulle competenze professionali per superare
criticità strutturali del nostro Paese: il mismatch tra le competenze
richieste dal mondo del lavoro e quelle acquisite nel sistema
educativo, la carenza nelle competenze, le basse percentuali di
raggiungimento dei titoli di studio secondari e terziari e i livelli
preoccupanti di abbandono precoce degli studi, sono fattori da
risolvere.
Per Confartigianato, quindi, occorre investire “sulla formazione on
the job”, incentivando il ricorso all’apprendistato, sia duale sia
professionalizzante. Gli interventi a sostegno di questi contratti
dovrebbero essere accompagnati da un intervento finalizzato a
ripristinare la decontribuzione totale per i primi tre anni di
contratto per le imprese che ne farebbero uso.
Per Porta “i numeri mettono in luce l’urgenza di cambiare passo nelle
politiche giovanili. Il futuro è già oggi. Quindi servono interventi
immediati per ridurre il gap tra scuola, sistema della formazione e
mondo del lavoro, investimenti per favorire il passaggio generazionale
nelle imprese, sostegni per i giovani che si mettono in proprio
soprattutto sul fronte dell’innovazione, della ricerca e
dell’internazionalizzazione”. E poi sulla Sardegna “puntiamo a
un’Isola a misura di giovani e di piccola impresa, con riforme che
liberino energie e talenti, accrescano le competenze, migliorino
l’efficienza dei servizi pubblici, eliminino ostacoli e oneri fiscali
e burocratici. Solo investendo sulle nuove generazioni e sulla loro
formazione possiamo garantire futuro al made in Italy”.
“I giovani rappresentano il futuro di un sistema produttivo che da
sempre dimostra una spiccata vocazione all’auto imprenditorialità, la
loro capacità di iniziativa è indice della vitalità di un territorio
che non si arrende alla crisi, anzi reagisce in modo costruttivo,
facendo impresa e dando così vita a nuovi posti di lavoro e
opportunità di sviluppo con la forza della creatività, con la costanza
e con l’impegno quotidiano – conclude il giovane dirigente di
Confartigianato – sono certo poi che un ruolo sull’avvicinamento dei
giovani all’artigianato lo abbia anche il lavoro costante e capillare
su tutto il territorio regionale della Confartigianato con le scuole
di tutti i livelli e anche con le famiglie: è fondamentale infatti
raccontare ai ragazzi il fascino e le soddisfazioni che le centinaia
di mestieri possono offrire”.