Il progetto
“1000 volti DCA” è un progetto fotografico che ha l’obiettivo di sensibilizzare più persone possibili sulle varie manifestazioni dei Disturbi del Comportamento Alimentare, tramite ritratti in bianco e nero di soggetti che ne soffrono o ne hanno sofferto.
L’obiettivo principale era ed è quello di scardinare i luoghi comuni che ruotano intorno ai DCA, ma anche quello di tendere un filo fatto di persone, storie ed “immagini per vedere al di là dell’immagine”.
L’intervista alla fotografa professionista Ilaria Elena Borin
Ciao Ilaria, com’è nato questo progetto?
«Ciao! E’ successo questo: ad un certo punto della mia vita ho scoperto che una persona a me molto vicina soffriva di Disturbi del Comportamento Alimentare. Allora ho pensato che sarebbe stata una buona idea mettere a disposizione la mia arte per sensibilizzare più persone possibili su questa malattia, che di fatto si manifesta in più forme.»
Quali sono i luoghi comuni sui DCA?
«Uno dei luoghi comuni più evidenti è che queste malattie colpiscano prevalentemente le persone di sesso femminile, giovani, nella forma dell’anoressia. Sebbene le statistiche dimostrino che c’è una prevalenza di questi dati, in realtà a soffrire di DCA sono anche gli uomini ed addirittura i bambini. Inoltre, non si soffre solo di anoressia, ma anche di bulimia, binge eating, ortoressia, vigoressia.»
Secondo te, qual è il problema sociale legato ai DCA?
«Indubbiamente il mancato riconoscimento di questi disturbi. Se questi disturbi sono ignorati o sminuiti, molte persone non ricevono una diagnosi precoce e potrebbero anche avere ulteriore difficoltà a chiedere aiuto, in futuro.»
Nel tuo progetto fotografico, hai chiesto aiuto a delle Associazioni?
«Io sono di Milano e mi sono messa in contatto con tantissime realtà associazionistiche, su tutta Italia. Tra queste, mi hanno risposto ed hanno accolto il progetto Mi nutro di Vita, Foodnet ed Animenta.»
Come funziona il tuo progetto?
«Sostanzialmente, scatto ritratti di soggetti che aderiscono volontariamente al progetto nel luogo in cui più si sentono a proprio agio. Ho delle linee che rispetto e che entrano del rispetto dell’altra persona: è il soggetto a scegliere cosa mettere di fronte alla macchina fotografica (la faccia, il suo corpo, un dettaglio) e durante la sessione di scatti io mostro la selezione di immagini alla persona, che decide quali tenere e quali eliminare. »
La tua è una fotografia itinerante?
«Inizialmente ho preso una cartina dell’Italia e un file Excel con tutte le adesioni che avevo ricevuto. Ho iniziato dalle città con più adesioni, poi ho girato per tutta l’Italia. Adesso mi fermo a Cagliari e poi ad Olbia per qualche giorno. L’obiettivo, come si intuisce dal nome del progetto, è quello di arrivare a 1000 scatti.»
Esponi in presenza o solo sui social?
«Per il momento, tutti gli scatti che faccio sono postati sul mio feed Instagram, insieme a pensieri o frasi scelte dai soggetti che hanno deciso di aderire al progetto. Se il progetto crescerà, non escludo delle mostre.»
Quali sono i modi per contattarti ed aderire al progetto?
«L’account Instagram del progetto è @1000voltidca. Se invece preferite una mail, potete scrivermi a: [email protected].»