Se è compagnia di bandiera, si muova di conseguenza, su quali basi rinuncia a partecipare al bando
Lai (Pd): “Giorgetti risponda su comportamenti ITA”
“Il ministro Giorgetti non può lavarsene le mani, se ITA è di proprietà del Tesoro ed è mantenuta in piedi come compagnia di bandiera, deve rispondere al Parlamento dei suoi atti, direttamente o tramite la proprietà” non usa mezzi termini nella sua interrogazione al ministro dell’economia e delle finanze Giorgetti il parlamentare Dem Silvio LAI, primo firmatario insieme ad altri parlamentari dem.
“Se ITA, commercialmente conosciuta come ITA Airways, è la compagnia aerea di bandiera dell’Italia, di proprietà del Ministero dell’economia e delle finanze, e ha partecipato alla gara europea che la Regione Sardegna gestisce su mandato e delega del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture solo per le rotte da Cagliari e da Olbia, deve chiarire perchè ha rinunciato alle rotte su Alghero e a complessivi 13.852.000 euro, oltre 13 milioni di euro.
E deve spiegare anche il comportamento per il quale è stata aperta una procedura d’indagine da parte dell’autorità per la concorrenza sui voli da e per la Sicilia che interessa anche ITA per un possibile accordo sui prezzi con altre compagnie che hanno portato a tariffe oltre i 700 euro a tratta per i collegamenti con Roma e che è stata richiesta l’apertura di una analoga procedura per i voli di collegamento con la Sardegna durante il periodo natalizio.
ITA non può sottrarsi ai compiti istituzionali
E se ITA è dunque una compagnia di bandiera, finanziata dallo Stato Italiano, non può sottrarsi da compiti istituzionali, come collegare la Sardegna e la Sicilia, se questi vengono dati, o ne deve spiegare i motivi e le modalità di decisione.
E’ il diritto dei cittadini italiani a muoversi liberamente sia verso la Sardegna che verso la Sicilia”
“Per questo Giorgetti, nel suo ruolo di azionista, posto che il bando è del suo segretario e collega di governo Salvini, deve dirci se sia a conoscenza delle decisioni di ITA, a quale livello siano state assunte e con quali motivazioni, se sia stato o meno coinvolta la proprietà o se la proprietà si sia preoccupata di dare adeguati indirizzi, considerato il valore istituzionale e costituzionale riguardante la continuità territoriale aerea della Sardegna.
Perchè se l’esistenza di una compagnia di bandiera si deve tradurre unicamente in un marchio Italiano da portare all’estero con enormi costi per i contribuenti e non anche per garantire la connessione interna e internazionale delle regioni Italiane, ancor più con un principio costituzionale sull’insularità appena approvato, allora si può valutare se il costo che gli italiani, anche insulari, pagano non sia eccessivo rispetto al valore restituito.”
conclude il dem Silvio Lai