Ieri, 11 Dicembre, si è celebrata la Giornata mondiale dei diritti umani.
Ciononostante, a Sanremo c’è stato un nuovo atto di discriminazione verso la community LGBTQIA+.
Gli avvenimenti di Sanremo
Se si parla di diritti umani, non si può non pensare agli omosessuali e i trans, che ancora oggi vivono disparità sociali.
Ne è la prova lampante ciò che è accaduto a Sanremo pochi giorni fa.
Difatti, la Diocesi di Ventimiglia San Remo ha impedito all’attivista Vladimir Luxuria di partecipare al Festival della Canzone Cristiana dopo che la stessa era stata invitata dal Direttore artistico Fabrizio Venturi. Luxuria, infatti, si era riavvicinata alla fede ed il direttore voleva che portasse la propria testimonianza, durante la kermesse canora.
Il Vescovo Antonio Suetta, in un comunicato stampa, ha preso le distanze dal Festival della Canzone Cristiana che si terrà in concomitanza con il Festival della Canzone Italiana, in virtù della presenza di Luxuria. In tal modo, però, ha rinnegato il diritto alla fede, un diritto “umano” che non si può negare a nessuno.
Violati i diritti umani: il gesto del Vescovo e le ripercussioni sulla comunità LGBTQIA+
Così facendo, il Vescovo ha chiuso le porte della Chiesa a Luxuria e a tutti coloro che chiedono di entrare. In un certo senso, ha preso una decisione che forse spetterebbe solo a Sua Santità Papa Francesco.
L’associazione Papaboys, i ragazzi del Papa, dispiaciuti per quanto è accaduto, hanno aderito al Festival Cristiano e consegneranno un Premio al vincitore.
La Chiesa, quella della Dottrina Sociale della Chiesa, quella degli Opus Dei, sostiene e appoggia Monsignor Antonio Suetta e le sue posizioni radicali nei confronti dei trans e degli omosessuali.
Sempre la stessa Chiesa, però, invita a Sanremo e chiude gli occhi sul caso di Don Alessandro Ghersi, il prete che fu condannato per molestie sessuali.