Mancano infermieri, Lombardia vuole sopperire con OSS.
I fatti
Ci giunge in queste ore la notizia che l’Asst Sette Laghi di Varese ha avviato un un programma di collaborazione sinergica con altre figure del comparto sanitario. In particolare si punta sugli Oss, per alleviare il carico di lavoro degli infermieri.
Fin qui non ci sarebbe nulla di anomalo, anzi dovremmo accogliere positivamente la notizia.
«Ma la realtà è ben altra: scavando a fondo ci si rende conto che i 64 OSS assunti in più rispetto allo scorso anno nascondono altro problema».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, che continua:
«Regioni con un ruolo chiave per la sanità italiana, come lo è la Lombardia, oggi si ritrovano con 9500 unità mancanti di infermieri. E cosa fanno per risolvere il problema? Assumono un numero maggiore di OSS. Vi sembra questa la soluzione ideale per sopperire alla drammatica carenza infermieristica?»L’appello del Presidente Nazionale del Nursing Up
De Palma ricorda che con la missione 6 del Piano Nazionale di Resilienza da realizzare entro il 2024 e con le Case e gli Ospedali di Comunità in arrivo si prevede la risposta a un ulteriore fabbisogno di 30-35 mila infermieri di famiglia/comunità.
Pensiamo davvero che gli OSS possano supportare in tutto per tutto la mancanza di infermieri? Questi ultimi hanno e avranno sempre competenze ben diverse. Ed è proprio su tali competenze che dobbiamo costruire la sanità del presente e del futuro.
In gioco, più che mai, puntando sulla competenza di infermieri che rappresentano l’eccellenza nel loro campo, c’è l’indispensabile crescita qualitativa dell’assistenza al servizio dei cittadini, da nord a sud, fuori e dentro le realtà ospedaliere.
E allora diciamo basta, una volta per tutte, a politiche centrali acefale, che ostinandosi a non riconoscere universalmente le elevate competenze delle professionalità sanitarie del SSN, costringono le stesse aziende sanitarie ad andare avanti inventandosi di tutto, pur di mettere una toppa sulle gravi carenze di personale, che alla fine sono proprio dovute ai disastrosi effetti di tale incomprensibile mancanza di riconoscimento», conclude De Palma.