Scatta la corsa ai fornelli per Natale. Secondo Coldiretti/Ixe’ questo 2022 gli italiani trascorreranno quasi tre ore (2,8) in cucina per imbandire le tavole del Natale.
Ed oltre nove su dieci (91%) hanno scelto di consumare a casa propria o con parenti o amici.
È quanto emerge dall’ analisi Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia inoltre che solo un 9% ha scelto di passare la festa più importante dell’anno al ristorante o in agriturismo.
Tra chi si occuperà del pranzo, l’89% preparerà personalmente il pasto – precisa la Coldiretti – con un ritorno al fai da te spinto da motivazioni diverse. C’è anche un 6% che ordinerà tutto da asporto, mentre il restante 5% si affiderà alle pietanze portate da parenti o amici.
La spesa media per il Natale a tavola è di 106 euro a famiglia.
Solo il 6% in meno rispetto alle feste del 2021. Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per oltre otto italiani su dieci (84%) assieme alla frutta locale di stagione (90%), mentre il panettone con il 78% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 74% anche se ben il 51% scegli anche i dolci della tradizione locale. Particolare attenzione è riposta nella ricerca degli ingredienti come dimostrano le presenze nei mercati contadini di Campagna Amica per la preparazione di menu a chilometri zero.
Le tavole si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza e più gettonati.
Ci sono le pabassinas con sa sapa in Sardegna, il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise. Lu rintrocilio in Abruzzo, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia. I canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria. Il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania.
Le differenze territoriali ed economiche dividono gli italiani nella spesa ma le scelte a tavola contribuiscono però a riunirli, secondo Coldiretti/Ixe’. Il 92% dei cittadini acquisterà per le feste soprattutto prodotti italiani. Tra un 53% che lo farà soprattutto perché sono più buoni e il 39% che vede come priorità sostenere l’economia e il lavoro del proprio Paese.
I PIATTI TIPICI DI NATALE PER REGIONE
ABRUZZO: Minestra di cardi, zuppa di castagne e ceci, lasagna con macinato, mozzarella e parmigiano. Tra i secondi agnello arrosto e bollito di manzo. I dolci tradizionali, diversi per ogni provincia, sono: calcionetti fritti (panzerottini dolci con marmellata d’uva nera detta scrucchiata, ceci, noci tritate, mandorle triturate, mosto e cacao), ferratelle, ostie con ripieno di mandorle, noci e miele, neole, noci atterrati (mandorle con acqua e zucchero) e scrippelle.
BASILICATA: Minestra di scarole, verze e cardi cotta in brodo di tacchino e salami con aggiunta di formaggio grattugiato e a pezzettini, Baccalà lesso con peperoni cruschi (seccati al sole e calati per pochi secondi nell’olio d’oliva bollente), Strascinati al ragù di carne mista (pasta casereccia chiamata così perché strisciati a forza con le dita), piccilatiedd, pane con le mandorle, pettole (pasta lievitata fritta con alici) e come dolci i calzoncelli (panzerotti fritti ripieni di salsa di ceci o castagne lesse. Il tutto accompagnato da un buon vino: l’Aglianico del Vulture.
CALABRIA: Come antipasti, crespelle ripiene alle alici e salumi Dop come salsiccia, capicollo, pancetta e soppressata con aggiunta – sottolinea la Coldiretti – di pecorino crotonese e caciocavallo silano. Tra i primi, le scillatelle (o fileya) con ragù di maiale, minestra maritata con verdure di campo e fagioli, mentre tra i secondi capretto al forno alle erbe selvatiche con patate, pesce stocco di Cittanova (spugnato con l’acqua dello Zomaro) con la ‘ghiotta (sughetto di olio, cipolla, pomodori, olive, capperi e uvetta). Come contorno, il broccolo calabrese saltato in padella e condito con peperoncino. Tra i dolci, fichi a crocetta ricoperti al cioccolato, torroncini, dolci al cedro e al bergamotto. Vini e liquori: Cirò, liquirizia e grappa al peperoncino.
CAMPANIA: Minestra maritata di cicoria scarola e “borraccia” (erba amara e pelosa) in brodo di cappone con – consiglia la Coldiretti – aggiunta facoltativa di uova sbattute con peperoncino e carne di vitello. I classici spaghetti alle vongole, cappone imbottito e – continua la Coldiretti – insalata di rinforzo (cavolfiore, sottaceti misti, peperoni detti papacelle, olive di Gaeta e acciughe salate). Accompagnate dalle immancabili friselle (crostini di pane circolari) e dai broccoli con aglio e peperoncino. Come dolci: struffoli, roccocò e frutta secca.
EMILIA ROMAGNA: Come antipasto il tradizionale culatello di Zibello, mentre tra i primi tagliatelle al ragù, lasagne, tortellini in brodo (con ripieno di carne) e passatelli in brodo. Tra i secondi, cotechino di Modena, zampone con lenticchie, puré e mostarda, formaggio di fossa con la Saba (mosto cotto e aromi naturali). Tra i dolci, il Panone di Natale di Bologna (a base di farina, mostarda di mele cotogne, miele, cacao, cioccolata fondente e fichi secchi). Come vini il Pignoletto dei Colli bolognesi e il Sangiovese.
FRIULI VENEZIA GIULIA: Brovada e muset (zuppa di rape e cotechino) con polenta, trippa, sugo, formaggio, cappone. Per dolce la gubana (noci, mandorle, uvetta, miele, vino e rhum, avvolto in sfoglia).
LAZIO: Per la vigilia la tradizione privilegia fritto misto di verdure (broccoli e carciofi), baccalà fritto e il capitone. Per il giorno di Natale, abbacchio al forno con patate e cappelletti in brodo, bollito misto e tacchino ripieno. Dolce: pampepato e pangiallo (frutta secca e canditi con farina, miele e cioccolato).
LIGURIA: Maccheroni in brodo, ravioli alla genovese (ripieno di vitello, animelle, uova, erbe, pangrattato e parmigiano), stecchi fritti (spiedini di rigaglie di pollo con funghi freschi, besciamella e parmigiano), cappone lesso e – spiega la Coldiretti – cappon magro (piatto fatto esclusivamente di verdure o di pesce), salcicce e spinaci, Faraona al forno con carciofi e come dolce il pandolce (impasto di farina, uvetta, zucca candita a pezzetti essenza di fiori d’arancio i pinoli pistacchi semi di finocchio latte e marsala), canditi, torrone, uva, fichi secchi e noci innaffiati da un buon Rossese di Dolceaqua.
LOMBARDIA: Consommè di cappone in gelatina, tortellini o casoncelli in brodo, cappone ripieno con tritato, uova grana e mortadella, accompagnato da mostarda di Cremona, stecchini (spiedini di pollo e vitello) con insalata e come dolce il “Pan di Toni” e il panettone.
MARCHE: Maccheroncini di Campofilone in sugo, cappelletti in brodo di carne, vincisgrassi (timballo di manzo macinato, salsiccia, pollo tritato, prosciutto crudo, a volte con aggiunta di funghi) e cappone arrosto. Come dolci – rileva la Coldiretti – la pizza de Nata’ (pasta di pane con frutta secca, uvetta, cioccolato in polvere, limone e arancio grattugiati, fichi e zucchero) e il fristingo (impasto di fichi, cioccolato, canditi e frutta secca). Tra i vini, la Vernaccia di Serrapetrona, vino cotto e vino di visciole (ricavato dalle tipiche amarene).
MOLISE: Zuppa di cardi, pizza di Franz in brodo caldo (pezzettini di pizza a base di uova parmigiano grattugiato e prezzemolo al forno), baccalà arracanato (mollica di pane aglio prezzemolo origano uva passa pinoli e noci) o baccalà al forno con verza, prezzemolo, mollica di pane, uvetta e gherigli di noci. Per dolce i calciuni a base di farina, vino, castagne lessate, rhum, cioccolato, miele, mandorle, cedro candito, cannella, uova e vaniglia. Come vini: il Montepulciano o il Trebbiano.
PIEMONTE: Cappone di Morozzo al forno, bue bollito di Carrù e Moncalvo, insalata di carne cruda all’albese, peperoni in bagna cauda, acciughe al verde, flan del cardo, tayarin con pancetta petto d’oca affumicato. Tra i primi: agnolotti al plin con sugo d’arrosto e risotto con radicchio, cappone arrosto, misto di bollito con salse, carote e patate al forno. Dolci: mousse di mele rosse Igp, torta di nocciole e zabaione, torrone d’Alba.
PUGLIA: Cime di rape stufate, panzerotti fritti con ripieno di mozzarella, pomodoro e formaggio o con ricotta scuanta. Anguilla arrostita con alloro, baccalà in umido (con cipolla e olive), baccalà fritto, agnello al forno con lampascioni, cutturidd. Come dolce le pettole (frittelle tonde che si possono anche intingere nello zucchero), le cartellate (dolci fritti a forma di rosa e guarniti con miele o mosto), il torrone e i porcedduzzi (frittelline piccolissime con miele o zucchero), fichi secchi e pasticceria di mandorle.
SARDEGNA: Tra gli antipasti, salsiccia, pecorino e olive “a scabecciu”. Si prosegue on un primo di Culurgiones de casu (ravioli ripieni di pecorino fresco, bietola, noce moscata e zafferano) conditi con sugo di pomodoro e pecorino grattugiato. Oppure gli gnocchetti sardi al sugo di salsiccia. Per secondo l’agnello con patate al forno o il porceddu al mirto. Tra i contorni verdura di stagione, come sedano, finocchio e ravanelli. Per i dolci ci si butta su ricotta con miele e sulle seadas. Tra i vini, Cannonau e Moscato.
SICILIA: Sfincione, scacce ragusane, cardi in pastella e gallina in brodo, insalate di arance con aringa e cipolla. Agnello al forno, sformato di anellini al forno con ricotta, pasta con le sarde e sarde a beccafico. E poi carne con pancetta coppata con contorno di sparaceddi e caponata. Per dolci, buccellati di Enna e le tipiche cassate con i cannoli. E poi i mustazzoli a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano e cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi). Vini: di Alcamo e dell’Etna e Zibibbo di Pantelleria.
TOSCANA: Crostini di fegatini, brodo di cappone in tazza o cappelletti in brodo. E poi arrosto di faraona o anatra. Fegatelli e tordi con insalata oppure cappone ripieno e sformato di gobbi. Dolci: i cavallucci e i ricciarelli.
TRENTINO: Canederli (polpettine di pane raffermo, speck, pancetta e salame, farina, uova, latte e brodo condite con spinaci, funghi o fegato di vitello). Questi possono essere conditi, una volta lessati, anche con burro fuso e formaggio oppure ragù di carne. Strangolapreti conditi con burro, salvia e parmigiano, capriolo o capretto al forno con patate. Come dolci strüdel o zelten.
UMBRIA: Cappelletti ripieni di cappone e piccione, contorno di cardi umbri, cappone bollito. Come dolce il panpepato, le pinoccate fatte di zucchero e pinoli e il torciglione serpentello di pasta dolce con mandorle.
VALLE D’AOSTA: Mocetta in crostini al miele, lardo con castagne cotte e caramellate con miele, crostini con fonduta e tartufo. Si prosegue con zuppa alla Valpellinentze, salsiccia con patate e carbonata valdostana con Polenta. Come dolce pere a sciroppo servite con crema di cioccolato e panna montata, tegole (pasticcini secchi) e caffè mandolà molto robusto alle mandorle tritate.
VENETO: come antipasto salumi vari (soppressa e salsiccia luganega), tra i primi brodo di cappone, risotto al radicchio, gnocchi al sugo d’anatra. Come secondi, polenta e baccalà, lesso di manzo “al cren” (salsa di rafano) con contorno di purè di patate. Tra i dolci il pandoro di Verona, la mostarda con il mascarpone, il mandorlato di Cologna Veneta. Per innaffiare il tutto un ottimo Amarone della Valpolicella o un buon Raboso delle terre del Piave. Alla fine un brindisi augurale con le bollicine del Prosecco di Conegliano o di Valdobbiadene.
Gloria Cadeddu