Peste suina africana – Confagricoltura Sardegna
Peste suina africana – Confagricoltura Sardegna: revisione ue su embargo carni sarde è passo importante. Ora vinciamo la guerra per tutto il comparto isolano.
Peste suina africana – Confagricoltura Sardegna – “Il superamento del blocco alla commercializzazione fuori dalla Sardegna di carni suine, suoi derivati e animali vivi, decretato dall’Unione europea su circa l’80% del territorio regionale, è un passo importantissimo che ci libera da restrizioni terribili imposte alla nostra Isola dal 2011 a causa della presenza della Peste suina africana, giunta dalla penisola iberica nel lontano 1978.Vinta una battaglia determinante, ora bisogna vincere la guerra e liberare tutti i territori, soprattutto quelli dell’interno tra Barbagia e Ogliastra dichiarati ancora zona rossa, che più di tutti hanno pagato in termini di restrizioni, disagio sociale, perdita economica e spopolamento”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, dopo essersi confrontato con rappresentanti dell’organizzazione agricola e allevatori di suini.
“Per il risultato raggiunto è giusto ringraziare l’ex presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’allora assessore della Sanità, Luigi Arru, che hanno fatto nascere l’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA: una struttura altamente innovativa ed operativa, come più volte riconosciuto da Bruxelles, che ha portato a debellare il terribile virus.
Da settembre 2018 infatti non si segnala più la malattia nei suini domestici ed è da aprile 2019 che è scomparsa anche dai cinghiali. È inoltre giusto ringraziare il presidente Christian Solinas per aver proseguito le attività di eradicazione, monitoraggio e controllo soprattutto contro il pascolo brado. Ora – ha osservato Mele – ci aspettiamo di conoscere nel dettaglio quale sarà il quadro di gestione dell’export dei nostri prodotti e le diverse fasce in cui sarà suddivisa la Sardegna: parrebbe da tre a quattro. Certo è che non dobbiamo rallentare il passo, poiché abbiamo il dovere istituzionale e morale di assicurare una vittoria storica a tutti gli allevatori di suini sardi e ai tanti imprenditori della trasformazione che potrebbero utilizzare di nuovo le nostre carni e ridare così uno slancio determinante a un comparto agonizzante. L’augurio – ha concluso il presidente regionale di Confagricoltura – è che le nuove direttive e quindi le deroghe che dovranno giungere da Ministero della Salute e Regione Sardegna accompagnino davvero una politica di valorizzazione delle eccellenze dei salumi provenienti dalle aree più rurali e storicamente vocate a tali produzioni. Fino a oggi i suinetti o il prosciutto di Urzulei o di Talana possono raggiungere i mercati di tutta la Sardegna; sarebbe inaccettabile se, con la nuova normativa a partire da gennaio 2023, non potessero più farlo”.