SASSARI: ENNESIMO TAGLIO AI POSTI LETTO, CHIUDE ANCHE LUNGODEGENZA – INTERROGAZIONE DI DESIRÈ MANCA (M5S)
Con l’inizio del nuovo anno l’ospedale Civile di Sassari dovrà dire addio al reparto di Lungodegenza in cui attualmente sono ricoverati dieci pazienti.
Lo smantellamento è in atto:
alcuni pazienti sono stati trasferiti nei reparti di Medicina interna ma, anche qui, data la grave e cronica carenza di posti letto non potranno sostare a lungo; e questa sistemazione temporanea è ben lontana dall’essere una soluzione definitiva.
Per tutti gli altri pazienti la ricerca di un posto letto è ancora più complicata:
si dovrà trovare un posto letto di fortuna in qualche Rsa.
Un’impresa ardua considerando che, come ho denunciato in numerose occasioni, il Nord Sardegna soffre da sempre per la mancanza di strutture di accoglienza di questo tipo.
La preoccupazione è tanta perché la chiusura di questo reparto apre uno scenario allarmante e fumoso.
Pazienti e famiglie non hanno nessuna certezza di quello che sarà il loro futuro”.
Interrogazione di Desirè Manca (M5S)
Così la consigliera regionale del M5s Desirè Manca ha presentato un’interrogazione al Presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Doria:
affinché i pazienti dell’ospedale civile di Sassari non debbano subire i gravi disagi conseguenti alla chiusura del reparto di Lungodegenza dell’Aou.
“Quanto sta accadendo è dovuto al fatto che nelle nuove linee guida dell’Aou non è più previsto il reparto di Lungodegenza e manca il collegamento tra gestione della sanità e il territorio.
Nella nuova bozza di atto aziendale della Asl l’apertura del reparto di Lungodegenza è prevista nei Comuni di Ozieri e di Alghero, oltre ad una casa di comunità ad Ittiri, dove ad oggi però non è ancora possibile ricoverare i pazienti.
Quindi, dove verranno ospitati nel frattempo? Non si possono prevedere chiusure radicali e nette mentre le nuove strutture non sono ancora operative”.
“Tra l’altro stiamo parlando di pazienti che non possono permettersi di pagare per un’accoglienza di diverso tipo, in strutture private ad esempio.
Di persone fragili che la Regione non può relegare ai margini della società”.