Continua la serie antologica creata da Mike White con una seconda stagione di grande successo ambientata nella meravigliosa Sicilia.
La prima stagione di The White Lotus si è conclusa alle Hawaii tra drammi e privilegi e torna un anno dopo con sette nuovi episodi, nuovi personaggi, nuovi temi da affrontare e nuove tensioni.
I personaggi di The White Lotus
La seconda stagione si apre con nuovi personaggi: l’unico ritorno è quello della ricca ereditiera Tanya.
Da una parte, gli ospiti del resort e, dall’altra, lavoratori ed altri personaggi che ruotano intorno alla struttura.
Tra gli ospiti della prima stagione ritroviamo solo Tanya, che torna a godersi una vacanza al White Lotus insieme alla sua nuova assistente, Portia.
Ci sono poi due giovani e ricche coppie americane formate dal facoltoso Ethan accompagnato dalla dura e inflessibile Harper; e Cameron, sfrontato compagno di college di Ethan, insieme alla spensierata moglie Daphne.
Tra gli ospiti anche la famiglia Di Grasso, formata dal nonno Bert, il padre Dom e il figlio Albie: una famiglia di italo americani sbarcata in Sicilia alla ricerca delle proprie origini.
Al loro arrivo nel resort gli ospiti vengono accolti dalla direttrice della struttura, Valentina:
una donna forte e sicura con un occhio molto attento a ciò che accade tra gli ospiti dell’hotel.
Insieme a Valentina lavorano anche Isabella, assistente alla reception insieme a Rocco, e Giuseppe, il pianista del ristorante della struttura.
Altri due iconici personaggi ruotano attorno alla struttura, e sono quelli di Lucia e Mia, due ragazze siciliane che si intrufolano nell’albergo per sedurre ed intrattenere i ricchi ospiti.
Il sesso: motivo centrale della serie
Il tema attorno al quale ruota l’intera storia è quello del sesso:
il regista riesce, ancora una volta, ad estrapolare e rappresentare le tentazioni, le manipolazioni e le emozioni distorte dei personaggi in un groviglio angoscioso, attraverso una visione critica ed attenta delle relazioni.
Il sesso che manipola, quello di Lucia e Mia, che seducono gli ospiti per ottenere denaro; sesso come espressione di potere e intreccio d’affari, quando Cameron cerca di imporre la sua mascolinità e il suo potere nei confronti di Ethan;
il sesso mancato, come quello nella relazione tra Ethan e Harper, che porterà a dolorose conseguenze; il sesso come ossessione, come quella che pervade Dom e che l’ha allontanato dalla moglie.
Questa ossessione per il sesso e l’incapacità di gestirla, espressa soprattutto dal personaggio di Dom, si riflette e si ripercuote sull’intera famiglia: una cultura fortemente maschilista che si tramanda di generazione in generazione fino ad Albie, che vorrebbe distinguersi dagli altri maschi della famiglia, come il nonno, sfacciato e imbarazzante, e dal padre, soprattutto nel rapporto con le donne ma scopre poi di essere totalmente impreparato ad interagire con l’altro sesso.
Alla fine gli atteggiamenti di Albie risulteranno una brutta imitazione di quelli del padre e del nonno, nonostante i buoni intenti dichiarati.
Una cultura dalla quale nemmeno lui riesce a sfuggire.
Dinamiche e mascolinità tossica
Tutti i personaggi maschili della serie concorrono a definire una mascolinità tossica che si articola in varie e diverse forme.
Ethan, distaccato e poco comunicativo, si rifugia nel porno on line per non affrontare la moglie Harper; Cameron, tipico maschio alfa aggressivo che cerca di imporsi su tutto e tutti e soprattutto su Ethan, in un intreccio di interessi d’affari e di sesso sigillato da un “Bro Code” pieno di segreti.
Ci sono poi i tre uomini della famiglia Di Grasso: il nonno Bert, classico uomo che sfrutta la sua anzianità per giustificare la sua imbarazzante sfacciataggine soprattutto con le donne.
Una citazione di Bert raccoglie tutto il senso del suo personaggio:
“il tallone d’Achille della nostra famiglia è in realtà il cazzo di Achille”.
Una citazione che riflette anche i comportamenti degli altri due uomini della famiglia:
il figlio Dom, un uomo ossessionato dal sesso, che è stato lasciato dalla moglie per i continui tradimenti e non è partita con loro in vacanza.
E il nipote Albie, che tenta invano di schivare le influenze dei maschi della famiglia ma si ritrova ad essere totalmente incapace di interagire e comprendere l’altro sesso.
Ci prova con Portia ma con scarsissimi risultati. Sarà invece Lucia ad immergerlo in un vero e proprio bagno di realtà.
Ma uomini e donne non hanno ancora trovato un equilibrio e vivono ancora di contrasti, incomprensioni e bugie.
Le donne in The White Lotus
Anche tra i personaggi femminili si insinuano contorte dinamiche.
Tanya, personaggio rivelazione della prima stagione, si riconferma una donna molto insicura ma portatrice di un grosso privilegio: la ricchezza.
Nonostante i suoi intenti apparentemente benevoli, Tanya mostra tutto il suo potere sull’assistente, Portia: le intima di andarsene appena messo piede nell’hotel perché Greg, il marito, non la vuole in mezzo ai piedi ma si rende conto, ben presto, di avere bisogno di lei.
Tutto avviene sempre per necessità e bisogno di Tanya.
Le sue buone intenzioni e i suoi buoni sentimenti si scontrano, ancora una volta, con la sua consistente ricchezza che le consente di essere capricciosa e prepotente.
Harper e Daphne hanno, invece, un approccio alla vita completamente diverso:
Harper dura e inflessibile, Daphne spensierata e più calcolatrice, consapevole di dover scendere a pesanti compromessi per portare avanti la vita matrimoniale con Cameron.
Il loro equilibrio di coppia è basato su una serie di bugie e segreti reciproci che mantengono “vivo” il loro rapporto e che, per un assurdo intreccio, permetteranno di ristabilizzare anche il rapporto tra Ethan e Harper.
Ma molte porte restano aperte all’immaginazione dello spettatore.
Valentina: la vera rivelazione di questa stagione
Valentina, direttrice dell’hotel, è il personaggio centrale della struttura: una donna risoluta e sicura che gestisce e segue attentamente ospiti e impiegati. Valentina appare molto dura e scontrosa ma, in realtà, è il personaggio più lineare.
La dura scorza con cui si presenta nei primi episodi viene poi demolita da un’esperienza (sessuale) con Mia che, però, non si trasforma in una vera e propria relazione.
In realtà il rapporto tra Valentina e Mia è un puro rapporto di interesse: Valentina ha spezzato la sua ruvida scorza dopo un’amara delusione d’amore e Mia ottiene il lavoro come cantante fissa nell’hotel, scalzando, ovviamente non senza drammi, Giuseppe, il pianista.
Lucia riesce a sedurre ed intrattenere quasi tutti i personaggi maschili della serie e alla fine si ritrova con una ricca fortuna grazie all’inganno teso ad Albie che conferma, ancora una volta e fino alla fine, la totale incapacità di questo personaggio, di comprendere le donne.
La sigla, le grafiche e le scelte musicali
Quest’anno la sigla, sempre composta da Cristobal Tapia De Veer, è stata mixata ed adattata alla nuova serie e alla nuova location: sparisce la sensazione di “tropical anxiety” che caratterizzava la prima serie alle Hawaii, e si giunge ad una melodia più classica che mantiene, e anzi rafforza, un ritmo di crescente tensione.
Le meravigliose immagini che fanno da sfondo all’ipnotica sigla sono state appositamente progettate da un team creativo formato da Katrina Crawford e Mark Bashore con l’aiuto dell’illustratore Lezio Lopes, sulla base degli affreschi che adornano la splendida Villa Tasca a Palermo, una delle dimore storiche più suggestive di tutta la Sicilia.
Le accurate scelte musicali impreziosiscono l’intera serie: dall’arrivo nell’hotel con Raffaella Carrà a Mina, passando per momenti di puro divertimento con Myss Keta e La Rappresentante di Lista;
fino a scelte molto ricercate come quelle di Rosa Balistreri e Otello Profazio per la musica popolare siciliana, fino ad Umberto Bindi e Fabrizio de Andre’.
La scelta della canzone “L’ultimo concerto” di Umberto Bindi, utilizzata come sfondo nell’inseguimento in moto d’acqua di Cameron e Ethan, è una decisione davvero singolare:
Bindi partecipò come esordiente a Sanremo nel 1961 ma viene ricordato, purtroppo, per i feroci pettegolezzi sulla sua omosessualità.
Sarà un caso? O il regista voleva invece sottolineare le contraddizioni che quella mascolinità tossica nasconde?
Elena Elisa Campanella