Dal 1°gennaio è scattato l’aumento del prezzo dei pedaggi autostradali (2% in più a cui si sommerà un ulteriore +1,34% a luglio), delle assicurazioni (incrementi medi del 6%) e dei carburanti (circa 20 centesimi in più al litro). Numeri alla mano, il settore dell’autotrasporto deve quindi fare i conti con un inizio di 2023 all’insegna dei rincari. Sul tema è intervenuta Cinzia Franchini, presidente di Ruote Libere
“Stangata pedaggi, stangata assicurazioni e stangata accise. L’anno nuovo inizia con una triplice brutta notizia per gli autotrasportatori italiani. Dal primo gennaio percorrere le autostrade del nostro Paese costa infatti mediamente di più, in alcuni casi molto di più.Penso al tratto Piacenza-Brescia, del Gruppo Gavio, dove si è assistito a un aumento superiore al 9% o al tratto Torino-Milano sulla A4, dove l’aumento è stato superiore al 4%; non di meno sulla A33 Asti-Cuneo.
E ancora: costano di più le assicurazioni in un contesto, quello odierno, nel quale aumentano i veicoli non assicurati. L’eliminazione del taglio sulle accise ha inoltre riportato il gasolio a un prezzo vicino ai 2 euro.
Punire in questo modo un settore già compromesso come quello dell’autotrasporto credo sia inaccettabile. Parliamo peraltro di aumenti che poco hanno a che vedere con dinamiche di mercato e proprio per questo risultano ancor più odiosi.
L’incremento dei pedaggi infatti non va di pari passo con una puntuale manutenzione e con investimenti adeguati alla rete autostradale; l’impennata del costo del gasolio, coincidente alla eliminazione della riduzione sulle accise, è per stessa ammissione del ministro Pichetto Fratin, una speculazione.
Qui si apre un serio tema rispetto alle politiche messe in campo dal Governo Meloni. Le risorse stanziate nella manovra di Bilancio per cercare di ridurre il caro-bollette, alla prova dei fatti, sembrano essere state trovate spremendo gli utenti della strada, in primis proprio i camionisti che più di tutti percorrono la rete viaria italiana e che, nella metà dei casi, non hanno nemmeno diritto al famoso rimborso ordinario sulle accise, essendo in possesso di mezzi pre-Euro 5 o di mezzi la cui massa è inferiore alle 7,5 tonnellate.
L’impressione è quella di un esecutivo distratto, poco attento nel comprendere quelle che sono le reali necessità di un settore vitale per l’economia italiana com’ è quello dell’autotrasporto.
É triste ricordare come la stessa premier (così come il Ministro Salvini) poco più di tre anni fa, da leader del suo partito, si fosse spesa promettendo una progressiva abolizione delle accise, a conferma della piena consapevolezza che ha del problema.
Eppure il suo Governo si è distinto proprio per avere eliminato, tra le prime misure adottate, la riduzione del peso di queste imposte sul carburante, tra le più alte d’Europa. D’altro canto lascia sbigottiti un ministro che ammette candidamente la presenza di una speculazione in atto sul costo del carburante, ma non fa nulla per porvi rimedio”.
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