PER IL CONSORZIO DI BONIFICA DELLA GALLURA SONO NECESSARIE ALTRE OPERE A
GARANZIA DI SCORTE D’ACQUA PER IL TERRITORIO
Gallura- “L’invaso del Liscia è l’unico bacino in Sardegna ad avere il semaforo verde per quanto riguarda l’indicatore per la siccità. Ma è necessario, progettare e realizzare altre opere che permettano l’accumulo di risorsa idrica per il territorio”.
A dirlo è il Consorzio di Bonifica della Gallura attraverso il presidente Marco Marrone e il direttore Giosuè Brundu che sottolineano “l’importanza di guardare al futuro con programmazione e con nuove opere a servizio del territorio”.
La situazione attuale indica infatti che il Liscia ha un livello di acqua che non è sceso sotto la soglia d’allarme. Secondo gli Indicatori della siccità al 31 dicembre scorso, l’acqua presente è di 70,69 milioni di metri cubi a fronte di una capienza di 104.
La percentuale invasata è al 67,97%, con circa due punti percentuali in più rispetto al
mese scorso. Il livello è infatti aumentato in 30 giorni, complici le precipitazioni di dicembre, di circa 2 milioni di metri cubi d’acqua. Situazione però in negativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando erano presenti 15 milioni di metri cubi d’acqua in più. Il Liscia era infatti all’81,86%.
Oggi, seppur in controtendenza rispetto al resto dei bacini della Sardegna con semaforo giallo, arancione o addirittura rosso, la situazione del Liscia desta comunque preoccupazione poiché l’apporto di acqua è stato di gran lunga inferiore rispetto all’anno scorso. “Una situazione che ci preoccupa e non poco anche perché il Liscia è l’unico bacino della Gallura.
Necessaria una soluzione di reperimento
L’acqua attualmente invasata – spiega Marco Marrone – ci garantisce quella tranquillità per affrontare i prossimi mesi senza che ci sia un effettivo allarme siccità, ma ci espone a quel rischio che già interessa il resto dei bacini della Sardegna e il nostro stesso territorio nel recente passato. Ricordiamoci che nel 2016 e 2017 il bacino del Liscia in questo periodo aveva invasata rispettivamente il 40,59% e il 32,57% di acqua. Per questo è necessaria una attenta politica di reperimento di ulteriore risorsa idrica. Lo sbarramento di Monte Tova è una soluzione non particolarmente impattante dal punto di vista economico. Potrebbe garantire di incanalare nuova acqua, circa 14 milioni di litri cubi, in tempi ragionevoli”.
Si tratta quest’ultima di un’opera che interessa il Comune di Arzachena, Tempio e Luogosanto. “Il nostro Consorzio sta già lavorando con diversi progetti per combattere gli sprechi e per lavorare a un recupero e riciclo in questo senso – spiega Giosuè Brundu –. Ma è chiaro che non basta ancora a dire che stiamo riservando per il futuro condizioni di tranquillità.
Il recupero dei reflui del depuratore di Arzachena e di Olbia e la costruzione di una ulteriore rete di distribuzione, sono progetti importanti assieme al monitoraggio delle perdite. Riteniamo però fondamentale che per il territorio della Gallura venga fatta una programmazione che porti ad incamerare quanta più acqua possibile ed oltre alla derivazione del Monte Tova, soluzione per l’immediato, occorre dare gambe anche all’invaso di San Simone, di cui abbiamo già approvato lo studio di fattibilità”.