*Valentina Alemanno per Vissi d’Arte
Giovanna Mulas: Il volo alto dell’Aquila Sarda
Mentre nuovi Rumors dell’ambiente la dicono ancora una volta nominata, per l’Italia, All’Accademia dei Nobel per la letteratura, lei nicchia, mi sorride in silenzio.
Nella penisola e all’estero la chiamano “L’Aquila Sarda” (Sardinian Eagle), entro i confini della sua Sardegna è nota come ‘chenze meres’, che vuol dire ‘senza padroni’, appellativi dovuti alla nota irruenza della scrittrice, a una sincerità, raccontano, ai limiti dell’indecenza.
“Per fare Arte vera, pura, lo scrittore DEVE essere un puro, farsi Natura madre e matrigna.”, dichiara la scrittrice.
Premi alla Carriera e alla Cultura, Laurea honoris causa in Lettere, 53 anni e, da oltre trenta, una carriera nella Letteratura che l’ha fatta grande nel mondo:
“talento allo stato puro”, disse di lei Harald Kanhemann, il suo primo agente letterario all’ Eulama (Roma) la nota agenzia che la scoprì nel lontano 1998, presentandola al mondo come “la vera erede di Grazia Deledda”.
Kanhemann lesse di una giovane Mulas dopo l’uscita del primo romanzo di lei, ‘Passaggi per l’anima’, vincitore del premio letterario ‘San Valentino dOro’.
Oggi, con quasi quaranta libri all’attivo tra saggistica, narrativa e poesia, Mulas è premiata e tradotta nel mondo, ambasciatrice per l’Italia di numerose Accademie e Associazioni in difesa dei diritti umani e contro il femminicidio.
Quattro figli, tutti artisti in nuce, e un marito che è noto poeta e giornalista argentino, Gabriel Impaglione.
“Peccato per le sbarre”
In questi giorni l’uscita negli stores Mondadori/Feltrinelli ‘Peccato per le sbarre’, per Prospettiva Edizioni (qui in prevendita: prospettivaeditrice.it ) che appoggia l’importante Progetto Rita Repetto contro la violenza sulle donne.
Una serie di racconti dedicati ai dimenticati della società, ai reietti:
https://giovannamulasufficiale.blogspot.com/2023/01/in-uscita-il-mio-peccato-per-le-sbarre.html
Dichiarazioni
Mulas: “Con i miei racconti amo far parlare i reietti: Moto GP, Annichilina e Olghina, Cecilia… ambisco, con la superbia tipica dell’artista, a far pensare il Lettore e non m’importa cosa.
Credo che non si dovrebbe adorare od odiare il creatore di una storia buttandolo all’inferno o, al contrario, destinandolo a utopica eternità.
Siamo soltanto un tramite, un affollato cavalcavia tra dimensioni;
siamo una penna vuota quanto il nostro stomaco destinata ad ingabbiare, su foglio, quel Personaggio che attende il visionario di turno.
E non è detto che gli si conceda del tutto. Voglio dire, il Personaggio va vezzeggiato, sedotto, plagiato, piegato al nostro volere.
Sempre sapendo che, in realtà, è il Personaggio che vezzeggia, seduce e plagia, piegandoci al suo volere. Lo scrittore è un pervertito de Sade del congiuntivo, un bon vivant dell’etimologia.
Eppure, il vero protagonista di ogni storia ben scritta continua a rimanere il Lettore.
Deve innalzare il Personaggio e la sua vita, tra polvere, letti di obitorio o hotel di lusso: cammina a piedi nudi, il Regale Innominato, tra le lenzuola ed il bagno, osa spingersi oltre le righe dell’incipit, quando di buone righe parliamo.
Il Lettore deve specchiarsi nel Personaggio, ritrovare il suo vicino di casa, la ragazzotta allegra con la quale ha passato quindici minuti di celebrità sensoriale.
“Il nostro Lettore deve provare comunque un’emozione, e non m’importa quale”
Continuo a vedere lo scrittore come voce del popolo, affinché il pensiero critico faccia discutere, creare, costruire. Autocoscienza necessaria, critica costante sulla e della realtà, che tenda la mano ai movimenti sociali in opposizione alla guerra, l’ingiustizia, alla disuguaglianza sociale.
Un movimento di resistenza per la cultura della vita. Davvero, credo che l’augurio da fare ai nostri figli sia quello di riuscire a sottrarsi, con conoscenza illuminata da istinto primordiale, agli abusi della ragione.
In questo, una buona lettura può rivelarsi aiuto efficace, ma la domanda è: siamo capaci di riconoscere una buona lettura?”.
*https://www.dailygreen.it/tra-letteratura-e-impegno-civile-parla-giovanna-mulas/