Nursing Up De Palma: carenza di personale sanitario nelle carceri
Sanità, Nursing Up De Palma: allarmanti i dati sulle carenze di personale sanitario nelle carceri italiane
Da Nursing Up De Palma: carenza di personale sanitario nelle carceri. «I numeri drammatici indicano le lacune di strutture come il carcere di Milano Opera, con 600 detenuti e soli 31 infermieri. Turni dove a volte sono in servizio anche 2 soli professionisti. Urge un intervento Ministeriale».
«Colleghi lasciati soli, troppo spesso dimenticati, in contesti difficili, dove lavorare è sempre una lotta quotidiana. Si tratta di affrontare contesti di dipendenze e soggetti spesso aggressivi e con problemi psicologici; perciò i colleghi vanno sostenuti per quelle qualità umane e per le competenze che mettono in gioco, che sono alla base delle loro delicatissime responsabilità professionali».
ROMA 21 GENN 2023 – «Infermieri italiani impegnati nelle nostre carceri: si parla fin troppo poco di loro; cogliamo allora l’occasione di un significativo report che emerge dalle denunce raccolte, negli ultimi mesi, dagli stessi malcapitati protagonisti.
“Lo facciamo con l’intento di scrollare, una volta per tutte, la polvere sulla delicata situazione e soprattutto sugli allarmanti dati legati a carenze e difficoltà con le quali convivono quotidianamente gli operatori sanitari. Le figure professionali sono poche rispetto al fabbisogno dei detenuti, che annaspano ogni giorno nella delicatissima e difficile realtà dei nostri istituti di pena.
Non corrispondono del tutto al vero quei contenuti che raccontano, legati spesso alla disinformazione del web, di professionisti che accetterebbero di lavorare nelle carceri al loro primo incarico, come fosse qualcosa di forzato.
L’infermiere, anche se spesso giovane e magari inesperto, possiede qualità umane e competenze specifiche non indifferenti; abilità e conoscenze che derivano dal suo solido percorso di studi; purtroppo però è troppo spesso lasciato alla sbaraglio in realtà dove, come accade nella sanità pubblica, paga in prima persona lacune strutturali; esse diventano gioco forza veri e propri macigni da sorreggere unicamente sulle proprie spalle».
Le parole di De Palma
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up:
“I dati indicano chiaramente che siamo di fronte, per certe realtà carcerarie, ad una sproporzione enorme. Professionisti che devono affrontare la super affollata realtà dei nostri detenuti e sono costretti, in strutture di massima sicurezza, a fronteggiare le problematiche di salute; si sommino quelle psicologiche (dipendenze, autolesionismo, aggressività), di ben 600 reclusi; numero che di gran lunga supera quello degli infermieri rimasti solo in 31, rispetto ai 56 previsti, di per sé davvero già insufficienti. (Milano)
Ma non va meglio a San Vittore (17 infermieri), a Bollate, che ha appena 8 infermieri; o in realtà come il Beccaria, dove ci sono le complesse problematiche dei minorenni a fronte di due 2 soli infermieri.
I numeri non si esauriscono qui, continua De Palma, dal momento che le direzioni carcerarie rendono noto di dimissioni a raffica, negli ultimi mesi, da parte del personale sanitario che non si sente adeguatamente tutelato, in particolare medici, alle prese con tentate aggressioni, continui tentativi di suicidi da parte dei detenuti e disagi mentali di questi ultimi.
Seguendo il trend negativo della carenza della sanità pubblica, naturalmente, i professionisti che si allontanano non vengono adeguatamente rimpiazzati. E non è facile, in queste situazioni, convincere altri colleghi ad accettare incarichi così delicati, dove gli operatori sanitari sono così esposti e così poco tutelati.
Di conseguenza, gli infermieri, come detto, spesso giovani e ai primi incarichi, restano soli e ingabbiati in tunnel bui, pieni di ostacoli, che diventano per loro insuperabili, nonostante gli sforzi profusi, senza un indispensabile supporto da parte delle istituzioni.
Urge l’intervento del governo
Urge allora un intervento del Ministro degli Interni, per comprendere realmente cosa stia accadendo nelle nostre carceri.
Chiediamo ulteriori report dettagliati, anche nelle altre case di detenzione italiane, che possano mettere in luce le drammatiche realtà dei fatti e che rappresentino una forma di tutela, sia per gli operatori sanitari impegnati ogni giorno a contatto con i detenuti, sia per gli stessi soggetti che stanno scontando una pena, bisognosi di essere supportati da personale sanitario numericamente adeguato ai propri fabbisogni, conclude De Palma.