Gli investigatori questa mattina sono tornati nell’abitazione di via Aretino, a Olbia. Sono presenti alla perquisizione anche i due, sospettati di omicidio e occultamento di cadavere, con il loro difensore Giampaolo Murrighile.
La Scomparsa della Bechere
Il telefono della Bechere risulta spento dal 24 novembre come affermato dal compagno, Davide Iannelli, in carcere per l’omicidio di Tony Cozzolino. Da allora di lei si sono perse le tracce. Ma come è possibile che nessuno abbia dato l’allarme nei 45 giorni della sua scomparsa.
Secondo alcuni vicini di casa Rosa viveva sola dall’arresto del compagno. Non si è mai preso in considerazione, infatti, che si potesse essere allontanata da casa sua, perché, come affermato dagli interrogati, non si muoveva mai dalla sua dimora. Era disoccupata da tempo e percepiva alcuni sussidi, come Reddito di Cittadinanza e Accompagnamento, che secondo la Procura avrebbero attirato presunti assassini.
Ciò porta a pensare ad un omicidio di natura economica. I due indagati per il presunto omicidio, si prendevano cura della donna dopo l’arresto del compagno, ma sono stati contestati a più riprese degli episodi di violenza. I due avrebbero somministrato dei calmanti alla vittima in modo tale da renderla incapace di agire. Secondo gli inquirenti per poterle sottrarre il denaro: per questo motivo la donna era ricoverata prima della scomparsa.
La polizia giudiziaria cerca elementi a carico della coppia, in particolare prove dell’utilizzo dell’immobile di via Aretino per il presunto omicidio. Presunto perché tutte le piste sono aperte. A carico di Beccu e Meloni non ci sono neanche indizi, almeno sino a questo momento. La casa di via Aretino è stata transennata dagli investigatori.
Nel frattempo è stata chiesta una visita medica urgente il carcere per il compagno di Rosa Bechere. L’uomo è caduto in uno stato di prostrazione non avendo più notizie della compagna dal 24 novembre scorso.
Umberto A. Zedda