Sanità – Nursing Up De Palma
Sanità – Nursing Up De Palma «Cosa succederà tra 15 anni, quando, secondo le nostre indagini, sarà andato in pensione il 40% dei professionisti attualmente in servizio?
Il graduale invecchiamento della popolazione infermieristica, con una preoccupante età media salita a 56,49 anni, richiede un drastico piano di azione. Sanità – Nursing Up De Palma.Con una voragine strutturale di 80mila operatori sanitari e un fabbisogno di altri 30-35 mila, si rischia un vero e proprio tracollo».
«L’inesorabile e costante invecchiamento fatto registrare negli ultimi anni dalla “popolazione” degli infermieri dipendenti del nostro sistema.
Deve, non solo preoccuparci, ma richiede, doverosamente, strategie ed azioni concrete, da parte di Governo e Regioni.
Finalizzate a ricreare un indispensabile ricambio generazionale, da una parte, e mettere un freno, dall’altra, alla fuga all’estero e alle dimissioni volontarie.
Quelle che hanno il maggior numero di infermieri under 28 sono Lazio, Lombardia, Campania, Puglia e Sicilia.
Al contempo, sempre Lombardia, Sicilia, Lazio, Campania ed Emilia-Romagna sono le regioni col maggior numero di infermieri over 58 anni.
Cosa sta accadendo esattamente?
Chiediamoci perché nessuno, a livello istituzionale, è mai intervenuto, a quasi un anno da questo report così autorevole.
Il nostro sindacato ebbe cura di rilanciare con le sue campagne di comunicazione ed evidenziare agli occhi della collettività.
Oggi, ancora una volta, riteniamo opportuno di dover porre le nostre riflessioni, mettendo in evidenza quali potrebbero essere le devastanti conseguenze.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Cosa succederà da qui ai prossimi 15 anni?
Oggi gli infermieri dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale sono 264.686.
Questo significa almeno 130mila infermieri in meno.
Sono questi i risultati della nostra nuova indagine.
Ed è inevitabile tutto questo visto che i colleghi oggi over 50 andranno tutti in pensione.
Come porre rimedio a questa delicata situazione?
Come ricostruire il nostro sistema sanitario dalle fondamenta, ripartendo naturalmente dall’indispensabile ruolo dell’infermiere?
Non abbiamo altre strade da percorrere se non quella di ricostruire da zero una barca che intanto si riempie di acqua giorno dopo giorno.
Viviamo la realtà di una natalità bassissima.
Di conseguenza la sanità dovrà tenere conto, nel suo piano di ricostruzione, di un fabbisogno ulteriore di professionisti che faccia fronte alle necessità.
Tutto questo equivale a dire: occorrono più infermieri.
Ci riferiamo, naturalmente, alla necessità del rafforzamento della sanità di prossimità attraverso il ruolo dell’infermiere di famiglia/comunità.
Quali soluzioni, allora, per fronteggiare un invecchiamento della popolazione infermieristica?
Non possiamo certo non consentire a chi ha lavorato una vita tra le corsie di godersi il meritato riposo.
Ma dobbiamo e possiamo innanzitutto tenerci stretti gli infermieri più giovani che scappano all’estero attratti da prospettive economiche più vantaggiose.
Di certo, in primis, occorre arginare l’emorragia del personale in attività, costruendo passo dopo passo una valorizzazione economica.
Questo vuol dire anche e soprattutto incentivare il ricambio generazionale partendo dalle basi della professione, ovvero i corsi universitari.
Non possiamo ignorare il fatto che le domande al corso di laurea per infermiere (dati nazionali) sono palesemente diminuite rispetto all’anno precedente.
Non si tratta di una novità assoluta: un altro calo si era avuto dopo i “picchi” degli anni dal 2010 al 2013.
Ma, e questa è la prima volta che accade che le domande dei candidati non sono solo diminuite, ma sono risultate inferiori al numero di posti richiesti dalla FNOPI.
Paradossalmente, avete capito bene, ci sono più posti a disposizione, ma le iscrizioni sono diminuite.
Inevitabile, dice ancora De Palma, tornare anche sull’attualissimo argomento dello sblocco del vincolo di esclusività per i nostri infermieri.
Dallo scorso 29 dicembre. sul tavolo del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, c’è un nostro emendamento che chiede ufficialmente al nuovo esecutivo di ampliare la libera professione a infermieri , ostetriche e professioni sanitarie del comparto.
Abbiamo ricevuto in tal senso un’accoglienza che non possiamo non giudicare proficua e positiva.
Ci giungono notizie che in questi giorni il Governo, dando riscontro positivo alle nostre richieste, starebbe elaborando una norma specifica.