“Ripartire superando le tante criticità emerse nelle ultime stagioni e assicurare a scuole e aziende i migliori strumenti”: è quanto emerso dal tavolo ministeriale sull’alternanza scuola-lavoro tenutosi questa mattina presso il Miur. A confronto 37 sigle tra sindacati dei lavoratori e datoriali
Dopo i saluti del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e gli interventi del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, dei tecnici di tre ministeri (Istruzione, Lavoro e Salute) e della Conferenza Stato-Regioni, il rappresentante dell’Inail ha espresso l’esigenza di aggiornare i modelli formativi sull’alternanza scuola-lavoro (proprio nel giorno in cui è arrivata l’intesa tra la ministra del Lavoro Marina Calderone e il ministro dell’Istruzione per ampliare le coperture assicurative Inail degli studenti).
I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno confermato la posizione condivisa sul tema della sicurezza. Emergono invece sfumature differenti sull’alternanza.
La Cgil è contraria all’obbligo. Tale sigla sindacale è la più critica sull’esperienza fin qui attuata. A tal senso emblematiche le parole espresse della segretaria confederale Francesca Re David e da Francesco Sinopoli (segretario generale della Flc – “Federazione lavoratori della conoscenza” – organizzazione della CGIL che opera nei settori dell’educazione, dell’istruzione, della formazione e della ricerca): “Bisogna eliminare la precisa quantificazione delle ore, affidando alle scuole piena autonomia di progettazione sia nei contenuti dei percorsi sia nel monte ore complessivo. La selezione delle aziende ospitanti deve avvenire in base ai requisiti necessari a garantire il massimo della tutela e sicurezza agli studenti”.
Di parere opposto l’Associazione nazionale presidi (Anp), nettamente favorevole all’alternanza scuola-lavoro in quanto “è metodologia didattica innovativa”.
Il Sindacato Nazionale Lavoratori Scuola (Snals) auspica il recupero degli intenti iniziali dell’alternanza, in particolare i percorsi fortemente condivisi.
Il dossier presentato da Unsic
Il sindacato datoriale Unsic (“Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori”) ha presentato sul tema un dossier di 60 pagine. In tale documento, oltre a essere elencati i gravi incidenti degli ultimi anni e a essere individuati i pro e i contro delle esperienze, si avanzano sedici proposte per riformare la materia: dalla non obbligatorietà almeno nei licei, passando all’estromissione come requisito di ammissione agli esami di Stato, fino agli sgravi per le aziende coinvolte che dovrebbero avere certificazioni aggiuntive sulla sicurezza.
Il sindacato chiede anche un accordo scritto tra struttura ospitante e scuola. Al centro dell’intesa l’impegno a fornire un programma formativo allineato con le finalità di orientamento e formazione, un albo per i tutor, lo status dello studente per distinguerlo dal lavoratore, il feedback standard sull’esperienza vissuta, la conciliazione tra l’alternanza, le interrogazioni; secondo la Unsic fondamentali anche le verifiche scolastiche a garanzia degli studenti e l’incremento delle esperienze presso aziende e organismi italiani all’estero.
L’Unsic lancia anche l’idea di un dibattito aperto sull’eventuale “minisalario” allo studente per l’alternanza (sul modello tedesco).
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