“Quanto accaduto a Palermo, dove agenti in servizio per lo svolgimento di un funerale in forma privata per un condannato per mafia sono aggrediti da soggetti che avevano inscenato un corteo non autorizzato, è letteralmente indegno di un paese civile.
Agenti aggrediti al funerale, Fsp Polizia: “Fatti indegni di un paese civile”
E’ osceno aggiungo.
Fatti di questo tenore testimoniano come la mentalità radicata in alcuni soggetti che sembrano essere totalmente avulsi da questo paese complichi enormemente il già difficile lavoro di fare scurezza;
e, soprattutto, spiega perché chi porta la divisa rischia la vita a ogni passo:
di fronte a tanta pervicace, arrogante, feroce volontà di ignorare leggi, regole, limiti.
Siamo solidali con i colleghi che hanno subito l’ennesima brutale prepotenza, e contiamo su pene severe e reali per chi le ha commesse”.
Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato; dopo quanto avvenuto a Palermo giorni fa:
quando avrebbero dovuto svolgersi i funerali in forma privata di un uomo condannato per mafia, dopo il divieto da parte del Questore di svolgimento del corteo funebre.
Il tentativo di interrompere il corteo non autorizzato
Invece la mattina dell’8 febbraio, intorno alle 7.45, gli agenti, giunti dove era custodita la salma in attesa di tumulazione, constatano che, attraverso un carrello elevatore, la salma viene portata in strada, dove un centinaio di persone, con accompagnamento musicale e dietro i congiunti, portavano a spalla la bara per le vie del quartiere.
Al tentativo di interrompere il corteo non autorizzato i partecipanti reagiscono con insulti e minacce, e, inoltre, gli operatori della Polizia Scientifica presenti sono aggrediti dai partecipanti; gli stessi operatori fanno poi ricorso alle cure mediche.
Adesso otto persone sono denunciate per violazione di provvedimenti dell’autorità, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, e minacce aggravate;
adottati anche due provvedimenti di sorveglianza speciale e sei avvisi orali del questore.
Le dichiarazioni di Mazzetti
“Cambiare la sottocultura dell’illegalità diffusa –
conclude Mazzetti –,
e anzi alimentare nei cittadini la volontà di essere primi custodi e garanti del rispetto delle regole, è la vera sfida per chi vuole assicurare sicurezza, libertà, crescita.
E per farlo il nostro impegno totale e continuo non basta;
serve l’appoggio di ogni espressione delle istituzioni, e una risposta seria e severa contro chi dimostra di vivere al di fuori di ogni regola dello Stato:
con comportamenti che anche simbolicamente sono tesi ad affermarne la superiorità”.