LAMPEDUSA (ITALPRESS) – Un barchino di sei metri con a bordo otto cadaveri è stato recuperato dalla motovedetta Cp324 della Guardia costiera. Soccorso a 42 miglia da Lampedusa, in acque Sar Maltesi.
Tutto è cominciato dalla mattinata di ieri quando l’imbarcazione veniva avvistata da un peschereccio tunisino che si trovava fra l’Italia e Malta. I pescatori richiedevano alle autorità marittime i soccorsi. Spiegavano via radio che a bordo vi era probabilmente un cadavere. Trattandosi di acque Sar Maltesi, i soccorsi sono stati delegati a Malta.
Nel tardo pomeriggio è stata formalizzata la richiesta al comando generale della Capitaneria di porto di Roma. La situazione era disperata. A bordo c’erano otto cadaveri, 5 uomini e 3 donne. Una di queste era in avanzato stato di gravidanza.
Sopravvissuti e dispersi a Lampedusa
Secondo quanto raccontato dai migranti sopravvissuti, sarebbero morti di fame e di freddo. Ma ci sarebbero anche altri due dispersi. I superstiti hanno riferito che sul barcone c’era una donna con un neonato di 4 mesi. A causa del freddo, è morto durante il viaggio. La donna, per disperazione, lo avrebbe gettato in mare. Un uomo si è tuffato in acqua sperando di recuperare il corpo del neonato, ma è annegato fra le onde.
Anche la madre del neonato, a causa del freddo e della fame, è morta poche ore dopo.
Il suo cadavere, così come quello degli altri 7 compagni di viaggio, è stato lasciato all’interno dello scafo.
Ma anche i sopravvissuti erano in condizioni disperate.
I migranti hanno riferito ai mediatori culturali di essere partiti da Sfax, in Tunisia, alle 3 di sabato scorso con l’imbarcazione di 6 metri. Prima di partire erano stati rinchiusi per mesi in una safe house di Mahdia. Per questo hanno accettato di partire, nonostante il freddo. Le salme sono state portate nella piccola camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana. Qui, dovranno essere sottoposte a ispezione cadaverica.
La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta.
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– foto: xl2/Italpress
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